*Un passato oscuro*

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Michela's pov
Mi sentivo soffocare. Non potevo muovermi. Volevo scappare da quel posto. Il bacio
di Enzo era così deciso. Deve avergli fatto davvero male. Sentivo le urla di Francesco soffocarsi piano. Che situazione! Non sapevo se punire Francesco per quello che ha fatto o scappare nelle sue braccia, ma in quel momento ero in mobile, bloccata dalla stretta di Enzo. Riuscii a girare la testa.
-Lasciami Enzo!- urlai cercando di liberarmi le mani.
-Non fare la prepotente.- disse lui con un ghigno.
-Basta! Cazzo.- urla Francesco. Mi scorsi un po' per vederlo aveva le guance rigate, gli occhi rossi e le labbra che gli tremavano. Era in ginocchio tenuto da Matteo e da Riccardo.
-Lasciala Enzo. È abbastanza.- disse Edoardo mettendogli una mano sulla spalla.
-Non dire cazzate. Voi non capite che soddisfazione c'è.- Enzo sbatte i pugni al muro, ma aveva il solito sorrisetto inquietante. La perfetta combinazione di rabbia e felicità. Era diventato pazzo.
-Enzo se continui lo lascio.- disse Riccardo. Il suo sorriso svanì. E mi lasciò passare.
-Non capite un cazzo.- aggiunse. Andai verso Francesco e lo abbracciai. Sapevo quanto mi amava, ma quello che ha fatto a Enzo è crudele. Il mio gesto è stato istintivo e tra le sue braccia mi sentivo al sicuro.
-Non è finita qui, Fra.- disse Enzo combattuto. Francesco lo guardava in cagnesco, era pronto per ammazzarlo, ma io lo strinsi più forte e lui fece lo stesso. Ero arrabbiata con lui, ma allo stesso tempo sapevo che se l'avessi lasciato sarei crollata.
-Andiamo.- disse lui prendendomi per mano. Il silenzio in quella stanza era terribile, gli sguardi che lanciava Enzo ancora peggio. Non mi avrebbe cercata vero?
Francesco mi trascinò fino alla macchina mentre io riordinavo i miei pensieri. Appena ebbe chiuso lo sportello della macchina, si girò verso di me, come se cercasse la mia collera nei suoi confronti, come se aspettasse una sclerata e poi lo lasciassi... Di nuovo. Per mezzo minuto avevo avuto la stessa idea, ma quando vidi i suoi occhi entrare in uno stato di assoluta paura, quando sentii il suo respiro fermarsi, quando mi ricordai del suo abbraccio, come mi sentivo protetta nelle sue braccia, riscaldata dai suoi muscoli, non ho avuto il coraggio. Sono così... Strana. Lui mi mette nei guai e io non riesco a essere arrabbiata con lui. Come sono ingenua. Mezzo sorriso scappò dalle mie labbra.
-Perché sorridi?- mi chiese lui. Non sapevo perché stavo sorridendo, forse perché mi piaceva prendermi in giro da sola o forse perché mi piaceva l'idea di sicurezza che mi diffondeva Francesco. Scossi la testa. -Niente, davvero!- dissi guardando in avanti. Lui rise e poi abbassò lo sguardo.
-Scusami.- sussurrò.
-Racconta.- risposi secca.
Mi guardò come se avesse visto un fantasma.
-Cosa?-
-L'hai fatto davvero?- la mia faccia diventò seria e lui si demoralizzò ancora di più.
-Si.-, -Perché non me l'hai detto?!- sbotto.
-Perché non me lo ricordavo neanch'io. Ho cancellato quei brutti ricordi. Poi lui è cambiato così tanto e non lo riconoscevo, ero troppo concentrato a proteggerti che non ho riconosciuto il pericolo.-. Le sue parole mi consolano e allo stesso tempo mi fanno arrabbiare di più. Come non fa a ricordare di una cosa del genere?
-Perché l'hai fatto?- chiesi neutra.
Lui fece un gran sospiro.
-Non ti piacerà questa storia.- rispose lui secco.
-Racconta.- lo sapevo di già che non mi sarebbe piaciuto.
-Prima che io inizi voglio fare una premessa. Ero piccolo e devi sapere che ora non farei mai una cosa del genere.- si giustificò. Io annuii e gli feci gesto di andare avanti.
-Ero in quarta superiore e in quel momento avevo cattive amicizie. Facevo scommesse. Non quelle solite, cioè... Sesso per soldi. Capisci?- feci un gesto di approvazione.
-Che c'entra Enzo in tutto ciò.- chiesi.
-Enzo era un ficcanaso. Mi faceva apparire come un mostro.-
-Lo eri.- lo interruppi.
-Si, ma io non lo accettavo. Quindi, per farlo tacere ho fatto sia sua sorella che la sua ex-fidanzata.-. La storia che Francesco mi ha raccontato è tremenda.
-E quando hai smesso di fare queste cose?-. Ad un tratto sbiancò.
-Meglio non parlarne.-
-Hai qualcosa da nascondere?- chiesi io. Era davvero così brutto?
-Beh... Te lo volevo dire.- si interruppe.
-Cosa?- chiesi secca.
-Tu... Beh, tu..- balbettava come se dovesse trovare le parole più appropriate per dirmi che dovevo morire fra poco.
-Io cosa?- sbottai
-Tu dovevi essere l'ultima.- cosa? Anch'io ero una scommessa?
-Ma ora ti amo. Voglio solo te. Soltanto te.-.
-Quindi te dovevi portarmi a letto e lasciarmi? Quindi Matteo aveva ragione, quel giorno.- che stupida. Sono stata anche avvertita che lui era pericoloso.
-Quella era solamente una scommessa, ma non l'ho vinta, okay?! Ho rifiutato prima di andare a Los Angeles.- mi presi la testa tra le mani. Le lacrime stavano scendendo. Sono stata solo usata per tutto questo tempo?
-Io ti amo, e questa volta è sul serio. Non voglio più avere a che fare con quelle cose. Lo sai che non ti avrei seguita se non ti amassi, vero?-
-N.. Non lo so. Ho troppi pensieri per la testa. Ho le idee confuse.- dissi asciugandomi le lacrime.
-Okay. Ti capisco. Ti riaccompagno a casa.- disse accendendo la macchina. Lo dovrei ringraziare per non aver parlato per tutto il viaggio verso casa.
-Michela.- iniziò Francesco massaggiandosi il collo
-Se domani ti sarai chiarita le idee, beh.. Potrei rimediare alla giornata di oggi. Se per te va bene.- disse balbettando un po'. Io gli sorrisi, come era dolce quando faceva così.
-Okay.. Ti farò sapere.- e scesi dalla macchina. Aprii la porta della casa. Vidi Leo sdraiato sul divano che si era addormentato. Mi chiedo se anche lui faceva parte del gruppo di Francesco, potrebbe essermi più facile perdonarlo o meno, ma per ora lo lascio dormire. Salgo in bagno per farmi una doccia calda, di solito mi aiuta a ragionare, e a levarmi il trucco colato per le lacrime. Se raccontassi la giornata di oggi a Leo con molta probabilità mi picchierebbe o come minimo non mi farebbe uscire di casa. Lui è molto stronzo con me, ma sa come farmi sentire al sicuro.
Forse però non conosce il passato di Francesco, o forse si. Beh, glielo chiederò domani. Chiudo la doccia ed esco, mi metto il mio solito vecchio pigiama (forse dovrei comprarne un altro) e mi metto a leggere con la musica ad alto volume. Spero che domani la giornata andrà meglio.

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora