*Un'incubo reale*

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Michela's pov
Le sue mani appoggiate sui miei fianchi. Tremavo, ma ero sicura. Lui era mio ed io ero sua. Al diavolo le insicurezze.
-Francesco...- sussurrai mentre le sue labbra si concentravano sul mio collo.
-Non mi fermerò piccola, ti voglio troppo.-
-Continua...- sussurrai.
I suoi occhi marroni incontrano i miei, quasi increduli delle mie parole.  Poi sorride e mi posa un altro bacio sotto il mento.
-Continueremo a casa. Vai a dire agli ospiti che mi sento male e ce ne andiamo. Ti aspetto in macchina.-  annuii e gli diedi un bacio a stampo sulla bocca. Mi girai e andai dalla mia migliore amica e dal "suo ragazzo".
-Mike, sta bene?- disse Ares venendomi incontro. Diedi una rapida occhiata alle sue spalle e vidi Daniele con un sorriso malefico sulle sue labbra. "Sento la sua voce, a ogni pensiero, lui mi risponde." Non è possibile. Comunque i suoi occhi dicono il contrario e io sto combattendo con me stessa e sto trattenendo troppe domande a cui vorrei delle spiegazioni. Meglio che me ne vada di qui.
-No, Francesco si sente male. Infatti, chiedevo se potevamo ritornare a casa.- dico velocemente.
-Certo tesoro, continueremo noi la serata.- disse dolcemente Ares. Lo sento alzarsi dal tavolo e la sedia cascare per terra.
-Andiamo a casa loro. Si può ordinare una pizza o guardare un film?- propone il ragazzo dietro di noi. Rimango a gola serrata. Spero di aver sognato quello che ha detto, uno stupido malinteso.
-Possiamo?- mi chiede Ares con una luce speranzosa negli occhi. Ci tengo troppo alla nostra amicizia, ma... Lui.
Non so cosa fare... Da una parte voglio restare da sola con Fra e dall'altra voglio che la mia migliore amica sia contenta. Odio fare decisioni.
-Emm... Non lo so. Francesco sta male e non so se...- spero di non sembrare a disagio. Daniele cammina verso di me.
-Ci parlo io con Francesco.- dice.
Perché? Non capisce che così è peggio? Forse è vero. Ciò che dice Francesco, forse è... No, non può essere. Scuoto la testa lentamente, rapita da quegli occhi azzurri che mi fanno pensare.
-No... No. Mi riscatterò un'altra volta. Io dovrei... Dovremo andare.- dico balbettando. Vedo nei suoi occhi una scintilla di sconfitta. Si gira e ritorna al suo posto. Io e Ares seguiamo tutto con la coda dell'occhio.
-Non fa niente. Lascialo stare, se non ci volete ce ne faremo una ragione.- il tono di Ares è cupo ed è proprio di questo che avevo paura.
-Mi dispiace...- dico in tono supplicante prendendole le mani.
-Dici sempre così...- si libera dalla mia stretta e raggiunge Daniele al tavolo. Mi stavano scendendo le lacrime dagli occhi. Come può? Le ha dato alla testa. Corro verso la macchina trattenendo le lacrime, ma i singhiozzi non riuscivo a trattenerli. Apro la portiera e mi libero dalla tristezza.
-Mike, cosa è successo?- mi chiede Francesco vedendomi in lacrime. Non riuscivo a parlare. I miei pensieri erano immersi nei ricordi. Io e lei eravamo una cosa sola. Come può una persona portarti via un pezzo di cuore? Un pezzo della tua vita? La vita non ha senso. Niente ha senso!
Sento un brivido nella pelle, un brivido caldo che raggiunge ben presto il cuore.
Apro gli occhi e vedo due braccia cingermi le spalle.
Mi appoggio alla sua spalla e smetto di versare lacrime, ma comunque singhiozzavo.
-Come? Lui? E lei? Come?- dico tra un singhiozzo e l'altro. Francesco mi accarezza delicatamente i capelli. Mi sento al sicuro quando c'è lui, la mia vita si ferma e io ho tempo. Tempo per capire cosa succede.
-Non lo so, piccola. Ha preso pieno possesso della sua testa.- dice sussurrandomi all'orecchio.
Non capisco. Perché parla di lui come se non fosse una persona. Non me ne importa nulla... No, anzi, mi importa. Mi è sempre importato di lei. Le voglio bene e so che non conosce Daniele. O forse lo conosce meglio di me. Francesco mi culla dolcemente nelle sue braccia. Lui c'è sempre stato per me come c'è stata Ares. Forse sono le uniche persone a cui posso lasciare scorrere le lacrime, ma ora una se n'è andata. O almeno credo che sia così. Non posso lasciarmi scappare anche lui.
-Possiamo andare?- mi chiede quando finisco di singhiozzare. Io annuisco e mi siedo con la schiena appoggiata al sedile. Francesco mette in moto la macchina e accende la musica. Non ho voglia di parlare. Non ho voglia di vivere ancora. Di soffrire, di piangere, di perdere le persone che hanno costruito metà dei miei ricordi... Vorrei essere senza emozioni. Poter fregarmene, ma non sono fatta così, mi importa di tutto e di tutti. Francesco mi appoggia una mano sulla coscia e mi sorride. Faccio uno sforzo anch'io e provo a sorridergli.
-Non ti preoccupare, si aggiusterà tutto.- mi rassicura.
-Ha detto che non sono una buona amica...- dico io.
-Non è vero questo e te lo sai. Anche Ares nel profondo lo sa, ma sai com'è: l'amore acceca anche chi ci vede benissimo-. Non poteva scegliere parole più giuste...
-E quindi? Cosa devo fare?- dico con voce spezzata.
-Piccola te hai fatto abbastanza. Ora è il tempo che deve risanare le ferite.-
Aspettare? Cosa dovrei aspettare? Di perderla per sempre? Non ha senso rimandare, ma, come ho detto prima, nulla ha un senso nella mia vita. Cosa decido di fare? Perché devo prendere così tante decisioni? Io voglio solo avere una vita... Normale. Non voglio soffrire tutta la vita e avere complicazioni, voglio solo avere un fidanzato e un'amica che mi apprezzino e mi aiutino.
Mi guardo le mani e mi stuzzico le unghie blu che mi sono fatta questo pomeriggio.
-Michela, calmati. Non è colpa tua. Anzi, te sei abbastanza forte, perché sopporti le persone che ti fanno del male, me compreso. Sei più forte di quanto immagini.-
Chiudo gli occhi e faccio un grosso respiro. Poi prendo la mano di Francesco e la stringo alla mia più forte che posso. Guardo fuori dal finestrino e vedo solo qualche luce in lontananza, ma il resto tutto buio, come nella mia testa.

Scusate per il ritardo, ma ho avuto un sacco di impegni in più non mi andava il wi-fi... Ma è uscito e uscirà ancora, non proccupatevi ;)

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora