L'angelo sui pattini

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Ormai eravamo arrivati alla pista di pattinaggio. Mi chiedevo cosa avessi in mente quando ho accettato di venire. Non so neanche pattinare!
C'era davvero poca gente, beh.. Sono gli ultimi giorni d'inverno, ormai le piste o sono tutte piene o tutte vuote. Fortunatamente quella era vuota così nessuno vedrà la mia stupidissima prova di pattinaggio, dove cadrò moltissime volte. Già all'inizio quando dovevo stare in piedi sui pattini non riuscivo a stare in equilibrio, pensate un po' voi a pattinare sul ghiaccio!
Invece lei sembrava abituata a quella situazione di equilibrio assoluto. Quando entrò in pista fece poche pattinate, come se stesse facendo un giro di circospezione.
-Vieni!- mi stimola tirandomi per un braccio. Ero attaccato alla ringhiera come se non mi reggessi in piedi con le mie gambe, infatti era così.
-Non sono capace.- dico facendo un sorriso stupido. Lei era così brava, non volevo fare brutta figura.
-Ti insegno io.- mi dice prendendomi tutte due le mani. Solo quel tocco mi ha fatto venire una scossa calda che mi riscaldò tutto il corpo.
Come ci riesce? Neanche l'alcol mi scalda così facilmente.
Lei è speciale. Ed è mia.
Piano piano riesco ad andare anche da solo per mezzo metro per poi cadere col culo su quel pezzo di ghiaccio del cazzo.
-C'eri quasi!- mi stimola lei.
-Sono molto lontano dal quasi.- dissi rialzandomi e cercando di riprendere l'equilibrio su.. Quei così.
-No dai!- disse cercando di non ridere, mi prende il braccio per farmi stare in piedi.
-Come fai a farlo?- chiesi per cambiare argomento. Lei mi fece cenno di aspettare e intanto mi stava portando alla ringhiera per appoggiarmi. Pattinavo molto meglio con il braccio intorno al suo collo, mentre mi aggrappavo disperatamente alla fottutissima ringhiera si mette a ridere e la sua risata mandano via tutte le imprecazioni che avevo in mente di dire. Per tutta risposta gli sorrisi: -Allora?- richiesi
-Allora cosa?- disse smettendo di ridere.
-Come fai a pattinare così bene? Hai preso qualche sostanza stupefacente o qualcos'altro?-. Lei rise un'altra volta; in questo momento sono fiero di me e mi congratulo da solo per la troppa simpatia.
Si, simpatico come un dito nel culo.
Grazie per la stima.
-No niente di tutto ciò.- disse
-Allora come fai?- il suo sorriso diventa timido, mi piace di più quello di prima, ma va bene anche questo.
-Ho fatto pattinaggio per dieci anni, poi ho smesso.- dice quasi sottovoce.
-Pattinaggio eh? Bello.- dissi a corto di parole.
-Non facevo pattinaggio sul ghiaccio, ma quello a rotelle. Erano molto più comodi quei pattini che pesavano un sacco, che stare su questa lama fine e leggera.- disse indicando la lama del pattini. Mi immagino una piccola ragazzina che andava con dei pattini ai piedi e cascava sempre come ora sto facendo io. Poi una ragazzina che si muoveva come un angelo e volava sulla pista, come facevano quelle pattinatrici che stanno ogni volta in televisione per capodanno. Mi veniva solamente da sorridere a quel pensiero, a quell'immagine così bella e appassionante, come un sogno ad occhi aperti: lei al centro della pista e io a guardarla con la scintilla, che lei emette mentre pattina, negli occhi. I miei pensieri vengono richiamati dalla voce di Michela.
-Francesco? Francesco stai bene?- chiede preoccupata.
Scossi la testa per tornare alla realtà, la presi per i fianchi e la avvicinai a me, lasciandole scappare un urletto innocente.
-Sto bene. Ero solo nei miei pensieri, ma ora sono tornato.- dissi a tre centimetri dalle sue labbra.
-L'ho notato.- disse con mezza risata sorpresa.
-Hai notato cosa? Che stavo chiuso nella mia testa o che sono tornato?- chiesi sulle sue labbra.
-Tutte e due le cose.- disse lasciando spazio a quel l'espressione così tranquilla, così divertita, così sexy.
-Ah si? Sono così scontato?- dissi stringendola ancora di più con le braccia.
-Tu no. Ma i tuoi gesti non lasciano a desiderar..- non fece in tempo a finire la frase che la baciai, lei socchiuse le labbra per lasciare spazio alla mia lingua e io le infilai prepotentemente nella sua bocca fino quasi ad arrivargli nella gola. Le sue labbra avevano lo stesso sapore di vaniglia. Se non conoscessi Michela avrei sicuramente pensato che si era messa del lucida labbra o cazzate del genere, ma ho sempre sentito questo gusto così gradevole delle sue labbra che si confondeva all'odore di caramello nei suoi capelli. Le sue mani si infilarono timidamente nei miei capelli, ma quando li tirava era tutt'altro che timida. Lasciai la sua bocca per un momento.
-Questo ti è sembrato un gesto scontato?- dissi sulle sue labbra, lei scuote la testa e il suo respiro era affannato.
-Lo sapevo.- dissi fiondandomi sul suo collo.
-Non sai quanto ti amo.- dissi fra un bacio all'altro. Lei gemette pianissimo, ma era meglio così. Mi piace l'idea che potessi sentirla solo io.
-Per farti contenta farei qualsiasi cosa. Potrei farti anche qui..- dissi mordendogli il lobo dell'orecchio. Lei mi dette una spinta al petto, ma si è sposata più lei che io. Rise un'altra volta. Oggi c'ho la simpatia in corpo, forse sono state le parole di Leo, solo al pensiero mi viene da ridere.
-Vogliamo ricominciare?- disse porgendomi una mano. Io scossi la testa
-Voglio vedere come pattini te.- dissi con un sorrisetto stupido in faccia. Lei si indica -Io?- disse, poi sfoderò un sorriso che illumina più del sole. -Non sono più capace. È da tanto che non ci vado sui pattini.-. La strinsi per una mano -Non puoi essere più imbranata di me e qui dentro te sei l'unica a restare in piedi su questi cosi- indicai intorno a me persone che cascavano ripetutamente, forse non sono poi così impacciato.
-Quindi perché non mi fai vedere qualcosa che fanno alla televisione?- chiesi accarezzando con il pollice la sua mano. Lei strinse le labbra, come fa ogni volta che deve riflettere su qualcosa. È un gesto semplice, ma è così seducente nelle sue labbra.
-Solo poche dimostrazioni.- chiarì, mi limitai ad annuire e lei prese a fare quelle cose che fanno i professionisti. Non è capace? Qual'è il massimo che una pattinatrice sa fare? Il doppio salto mortale all'indietro? Pagherei oro per fare quello che ha fatto lei. Già oro come i suoi capelli che incontrano il vento e svolazzano ribelli. Che deficente! Si un deficente innamorato.


HAPPY NEW YEAR!
#ROADTO2016
SPECIAL CHAPTER.

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora