Michela's pov
Corto o lungo? Stretto o largo? Elegante o casual? Troppi vestiti. Troppi. Sono l'unica donna a cui non piace fare compere? Trovo così straziante passare la mano per rovistare i vestiti poi andarli a trovare in camerino. Francesco non credo che si sforzerà molto a comprarsi qualcosa di elegante per domani. Non è il suo genere, neanche il mio, ma a tutto si può dare una chance, no?
Alla fine presi un abito celeste dal corpetto stretto e la gonna ampia e svolazzare. Le maniche erano a tre quarti proprio adatte a questa stagione primaverile. Uscii dal camerino. Si era l'abito giusto.
-Wow!-esclamò Francesco dietro di me.
-Cosa ne pensi?- domandai io.
-Sei... Emm... Carina.- si avvicinò a me e mi spinse dentro il camerino e chiuse la tenda.
-Che c'è?- dissi guardandolo con il broncio.
-Niente- rise lui -È solo che...- mi si avvicinò così tanto che mi ritrovai con le spalle al muro e lui davanti. Wow..è davvero difficile contare quante volte ti ritrovi in questa situazione.
-Non sei carina, cazzo! Sei sexy, anche quando porti questi vestiti così... Innocenti.- il suo respiro sul mio collo mi faceva venire i brividi e poco dopo le sue labbra si posarono sulla mia pelle.
-Fra..- mugolai.
-Shhh... Zitta principessa... Non siamo a casa.- mi alzò dalle cosce e io lo avvolsi subito con le mie gambe. I suoi baci mi stavano distruggendo, mi sentivo debole, indifesa. É così strano... Sento le mie mura forti e robuste crollare e per cosa?! Per lui. Continuava a baciarmi sul collo finché non trovò il mio punto sensibile. Lui lo sapeva. Solo lui. -Francesco.. Per favore.- non mi riuscì tanto come protesta anche, perché non volevo davvero che si fermasse. Lo sentii sghignazzare sopra il mio collo e poi iniziò a succhiare nel punto più sensibile. Faceva male, ma era anche troppo eccitante. Dopo aver completato il suo capolavoro ci passò la lingua sopra per lenire il dolore.
-Non sai come mi riduci principessa. Solo te puoi farmi quest'effetto e io posso volere solo te così tanto da non saper essere paziente.- ridurlo? E io allora sarei già a pezzi, se questo è il suo ridurre!
-Francesco.. Non possiamo..- stuzzica le mie labbra passandoci la lingua sopra, non ce la faccio a controbattere. Lui mi sa comandare come nessuno prima d'ora aveva mai fatto. Ha il pieno controllo sulle sue azioni e sulle mie. Sa che è tutto quello di cui ho bisogno. Tutto quello di cui abbiamo bisogno!
-Non voglio fare niente di illegale in questo camerino, sai principessa?- il suo sorriso e poi il tocco aggressivo delle sue labbra. O cedo o cedo! Non esistono altre vie di fuga, non esistono altre scelte. Forse esistono modi diversi per fare la stessa scelta, ma cambierebbe poco.
Quella sensazione di mancarti l'aria, ma continuare a respirare è la prova che lui è la mia aria, lui mi può salvare o uccidermi. Quanto vorrei poter esercitare lo stesso potere su di lui. Quanto vorrei poterlo sentire mio ed io essere l'unica cosa che gli serve, l'essenziale per sopravvivere. Mi ritornano in mente tutte quelle ragazze dal cuore rotto per colpa di Francesco. E se sono anch'io una di quelle? Lui mi ha detto di no, ma chi non mentirebbe per concludere i propri piani? Non so se donarmi completamente a lui o starci a distanza controllata. Come ho detto lui è in grado di salvarmi o di uccidermi, ma io non leggo i suoi pensieri, non so se tutto questo è una finta, non so se ha detto stesse cose ad altre ragazze. L'adrenalina nel mio corpo svanisce con il tornare degli eventi.
-Miche che succede?-. Ecco vorrei fare questo, sapere cosa pensa, sapere cosa prova.
-No, niente.- dissi sciogliendo le mie gambe da lui. Gli accennai un sorrisino, forse il più falso negli ultimi millenni.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- disse preoccupato.
-No.. Emm... Stavo pensando!- si, stavo pensando a tutte quelle ragazze, alle cose che diresti solamente per completare le tue azioni da cavaliere.
-Okay- rispose e se ne andò dal camerino. Mi vestii con i soliti abiti di prima e comprai quel vestito celeste.
Il viaggio in macchina è stato di sicuro il peggiore della mia vita. La tensione nell'aria si tagliava con un coltello di plastica.
-Dove vuoi..-
-A casa.- risposi secca.
Lui annuì e ritornò a guardare la strada.
-A cosa stavi pensando?- chiese lui.
-Cosa?-
-A cosa stavi pensando? Nel camerino, quando ci baciavamo, avevi detto che stavi pensando. A che cosa?-
-Ah.. No, non è niente.- mentii
-Se continuiamo così non si risolverà nulla, Michela.- disse lui secco. Non so se dirgli la verità o una bugia. Scelgo..
-Non so se crederti o meno.- frenò bruscamente.
-Ma che fai?!- sbottai.
-Perché non dovresti credermi?!- replicò lui con la stessa tonalità di voce.
-Non so a che gioco stai giocando.- lui fissa un attimo il volante, le sue mani lo stringevano con forza, ma poi mollò la presa.
-Ah! Capisco.- disse poi. Non credo che abbia capito cosa mi renda così nervosa dal momento che non legge nel pensiero.
-Tu sei preoccupata di finire come quelle ragazze delle scommesse.-
-No!- si.
Lui sorrise e scuote la testa lentamente. Non riuscirò mai a capire come è fatto il suo carattere, sembra l'opposto mio, ma riesce a trovare sempre il mio stesso pensiero.
-Va bene.- disse lui. -Come faccio a farti capire che non sei una di loro.-. Domanda da un milione di dollari gente. Ovvio che se gli dico qualsiasi cosa lui la farà, come ha fatto finora, devo trovare qualcosa che gli sia importante e rimuoverla per un po' dalla sua vita quotidiana. Mmm... Vediamo se ci tiene davvero a me!
-Dopo la cena di domani devi starmi lontano per una settimana.-
-No cazzo! Questo non lo faccio!- sbotta lui. Non so se essere sollevata che lui non mi voglia lasciare per una settimana o essere sicura dei miei pensieri.
-Va bene.- dissi io incrociando le braccia al petto.
-No, non lo faccio questo. Tutto, ma non chiedermi di starti lontano.-. Si lo so sono testarda, ma se dice di si, poi gli dico che non voglio più che lo faccia. Questa è la mia occasione per esercitare il mio potere verso di lui.
-Ma io voglio questo e in cambio smetterò di pensare a quello che hai fatto a quelle povere ragazze.- mi sento quasi invincibile.
-Ma perché? Sai che non posso stare una settimana senza te. Ti ricordi la scorsa volta, ero in una condizione pietosa, non voglio, no!- Perché deve pensare solo a se stesso?!
-Qui non si parla di come finirai te, ma di come finirò io se ti do un'altra chance.- il mio tono di voce è molto brusco, ma devo fargli capire che non comanda solo lui.
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La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESA
FanfictionSequel di terapia dei sogni. "Alcune volte il cuore ci manda in confusione, ci porta alla pazzia, ma è questo vivere no? Io la mia decisione l'ho presa. Gli crederò, anche se so che cadrò." La storia dei sogni annegati da incubi.