Like to die

125 12 0
                                    

Michela's pov

Sentivo i suoi occhi addosso. I suoi occhi profondi mi scrutavano ogni movimento che facevo, ogni sorriso, ogni gesto. Facevo finta di non sentirmi soppressa. Lui da una parte e Francesco dall'altra. Speravo che non fosse lui, ma se piace ad Ares non posso farci nulla. Francesco mi cinge la vita e mi sento più sicura, mentre dall'altra parte Ares cercava di tirare l'attenzione del suo ragazzo, ma lui ci guardava in modo minaccioso, ogni volta che il ragazzo con gli occhi scuri mi toccava, mi baciava sulla guancia, mi accarezzava la schiena.
-Che freddo!- esclama Ares strofinandosi le braccia. Stava benissimo in quel vestitino nero, ma lei se lo può permettere con il suo corpo.
-Te hai freddo, principessa?- disse Francesco massaggiandomi le spalle.
-No piccolo, sto bene per ora!-
Piccolo? Francesco fa un piccolo sorriso, si vede che si sta contenendo.
Daniele prende dalla tasca della giacca le chiavi di una macchina rossa.
-Venite!- disse Ares. Francesco alzò la mano per dissentire.
-Noi andiamo con la mia macchina.- disse con noncuranza. Ares guarda me poi torna a guardare Francesco.
-Sicuri?- domandò poi, più a me che a Francesco. Io annuii. Non volevo stare in macchina con due persone che fanno a gara per il testosterone. Francesco sorrise soddisfatto e mi aprì la portiera dell'auto.
Appena anche lui salì in macchina lasciai un gran sospiro di sollievo. Non respiravo e non me ne ero accorta.
-Lo so. Sarà una lunga serata.- disse Francesco accendendo la macchina. Io annuii.
-Se ti tocca non si ritroverà più le palle domani.- mi informa lasciandomi scappare un piccolo sorrisetto. Mi sentivo davvero nervosa. Non so che svolta prendi la serata, ma spero che con la presenza di Ares non sveli la sua vera identità.
-Piccolo, eh?- disse lui spezzando l'aria tesissima nel l'auto.
-Eh?-
-Mi hai chiamato piccolo.- ripete.
-Emm... Si mi è scappato. Scusa.- dissi abbassando lo sguardo. Mi posò una mano sulla gamba facendomi venire la pelle d'oca.
-Mi piace.-. Sorrisi e lui con me.
-Quindi se io sono il tuo piccolo, te sei la mia piccola.- disse lanciandomi uno sguardo assolutamente sensuale. Il mio piccolo. La sua piccola. Questa sua marcatura a chiamarmi "sua" mi fa stare meglio, anche se lo so... Non dovrei essere d'accordo con questo suo desiderio di possederci.
-Mi piaceva principessa.-. Lui fa una smorfia.
-Non te l'avevo dato io quel soprannome ricordi?-. Si ricordo purtroppo. Il primo a chiamarmi così è stato Matteo. È da tanto che non vedo gli amici di Francesco e per un attimo penso che non sia una brutta cosa, anche se... Lui li sta frequentando? Spero che non riveda più Matteo ed... Enzo.
-Poi per mio parere piccola è più eccitante.- il suo sguardo si posa sul mio seno e poi mi squadra fino a ritornare ai miei occhi. Il suo sguardo mi fa scendere un brivido per tutta la schiena.
-Eccitante?- risi io.
-Si pensa mentre...-
-Okay basta! Ho capito.- lo interrompo io. Sul suo viso spuntò un ghigno, era così sensuale ed eccitante.
-Non riuscirò a controllarlo stasera, visto che ti sei messa questo vestito. Non vedo l'ora di levartelo.- disse squadrandomi un'altra volta.
-Francesco!- squittii dandogli una pacca sulla spalla. Il suo ghigno aumenta ogni secondo che passa, so anche perché. Anch'io ho i suoi stessi pensieri. Si, anch'io sono diventata una maniaca! Lo sono diventata da quando ho incontrato lui. Ha fatto scattare i miei ormoni e ora non sono sazia ancora di lui. Lo voglio. Voglio le sue mani sulla mia pelle, voglio che mi accarezzi i fianchi, che mi baci in tutto il corpo per farmi scappare quel brivido piacevole che percorre tutta la schiena. Dio, se lo voglio. I miei pensieri mi hanno già distratto abbastanza. Quelle scene sono così malate.., ma così eccitanti.
-Piccola?- mi richiama.
-Cosa?- dico io scuotendomi dai miei pensieri.
-A cosa pensi?- il suo sguardo interrogativo mi mette in soggezione. Dovrei dirgli quello che stavo pensando? Non sarei riuscita lo stesso a dirgli una bugia.
-Stavo pensando... Alla nostra relazione.- dissi farfugliando.
Lui sorride. Oggi si vede che sono più spiritosa del solito.
- Stai pensando a noi due che scopiamo?- disse trattenendosi dal ridere.
-Eh? No!- diventai rossa e sentivo più caldo del solito.
Lui annuisce.
-Vuoi qualcosa in particolare?- disse guardando la strada con lo stesso fottutissimo sorrisetto a trentadue denti.
-Cosa? Cosa intendi?- Quanto sei stupida da uno a dieci?
-Vuoi che ti faccia qualcosa di particolare? Qualcosa che hai visto fare in qualche filmato hot?- disse ora guardandomi.
-Non vedo quei tipo di filmati!- esclamo. Lui si mette a ridere. Oggi è di buon umore eh?
-Va bene. Questo vuol dire che avrò tutta la notte per decidere su il da farsi stanotte.- il suo ghigno accende un fuoco dentro di me.
-Ho caldo.- dissi abbassando il finestrino.
-Sei già eccitata, piccola?-. Ogni volta che mi chiama piccola manco di un battito.
-Zitto! Ritorno a casa a piedi se non la smetti.- dissi io mettendo il broncio più finto della storia.
-Meglio di andare a questa cena.-. Il suo sorriso scompare dal suo volto.
-Non ho avuto scelta.- dissi guardando le mie gambe.
-Devo pur rimediare. Lei è stata sempre al mio fianco.-
Annuisce senza distogliere lo sguardo dalla strada e di colpo l'atmosfera si ammutolì.


-Eccoci qui!- esclamò Ares indicando il grande locale.
Già, benvenuti all'inferno!
Il posto era gigantesco fuori e ancora di più dentro. L'atmosfera era piacevole e invitante, ma era un locale piuttosto affollato.
-Nome?- ci chiede un signore sulla cinquantina vestito in tiro.
-Franchi.- rispose Daniele.
È evidente che l'ha scelto lui questo posto, se fosse stata Ares ci saremo trovati in discoteca.
Il cameriere ci condusse in un posto all'aperto nel secondo piano dell'edificio. La vista era spettacolare! Si vedeva il Colosseo e la luce delle semplici case al suo fianco. Troppo bello. Francesco mi tenne stretta a se per tutto il viaggio dalla reception al nostro tavolo, ma alla fine si vede che anche lui è sbalordito dalla bellissima vista. Ci accomodiamo ai quattro posti. Io mi sedetti accanto a Francesco da una parte del tavolo e Daniele davanti a me con accanto Ares. Mi sento già soppressa. Se avevo un muro dietro la schiena forse sarebbe gia successo. Non devo perdere la mia lucidità. Devo far finta di niente. Francesco appoggia una mano sulla mia coscia e mi bacia sulla guancia. Lui è la mia speranza di non morire anche se ho un fucile puntato in testa.

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora