Francesco's pov
Sono stato tutta la mattina con i miei amici. No, non pensate male. Voglio essere impeccabile stasera. Mi sono comprato una camicia, perché secondo Yuri "è una cosa romantica", a me sembra una stronzata. Poi siamo andati un po' in giro perché Riccardo mi diceva che ero troppo teso. Ha ragione, ma come può biasimarmi? Lui non prova neanche ad avere una storia seria, non sa quanto sia snervante, pericoloso, fantastico, unico...
-Fatti due birre! Sai cosa ti fanno!- esclama Edoardo.
-Non posso cazzo!- perché non capiscono?!
Me ne sono andato il prima possibile da lì e ora eccomi qua. Con una camicia nera, i jeans neri e giacca nera. Dio, neanche ad un funerale! Fa lo stesso, comunque non sono romantico, quindi non ho parola su... Questo! Prendo le chiavi dell'auto e mi dirigo verso la casetta di Michela. Busso alla porta e mi apre Leo.
-Ciao Fra.- Leo mi porge un cenno con la testa che io ricambio.
-Come stai Leo?- dissi in tono monocorde. Mi squadra da testa a piedi e sulla sua faccia vedo un sorrisetto.
-Bene, ora bene.- disse quasi ridendo.
-Non dire niente, sennò..-
-Si si accomodati.- mi disse lasciandomi la porta aperta.
-Stupida! Il tuo cavaliere è arrivato!- urlò Leo da sotto le scale. Io gli lancio un'occhiataccia e lui sorride sotto i baffi.
Mi conduce verso il salotto e io mi sedetti sul divano.
-Che intendi fare stasera?- mi chiede Leo.
-Stasera dorme a casa mia!- lo so per certezza che dormirà da me, dopo che mi perdonerà. È così.
-Non dire e fare nessuna cazzata, intesi?- il suo sguardo passa da divertito a protettivo. Mi sembra una trama di un film, lo sa come sono fatto, no?
-Intesi- risposi io speranzoso.
Sentii rumori di passi provenire dalle scale. Mi alzai e guardai l'arco che portava all'ingresso, dove si posava la fine delle scale. La vidi. Wow, non mi aspettavo fosse così bella. Aveva il vestito di ieri, celeste e leggero che abbracciava le sue curve e mettendole a risalto. Le scarpe, come brava chitarrista, sempre converse, ma avevano lo stesso colore celeste del vestito, i capelli biondi e ricci le cadevano sulle spalle sempre spettinati, aveva un trucco leggero, quasi impercettibile.
Era un angelo. Limpida e senza macchia, l'opposto di me, peccatore con l'anima scura. Attraversai la stanza e mi ritrovai davanti a lei. Il contrasto dei due abbigliamenti rispecchia la differenza tra me e lei.
-Sei bellissima.- sussurrai
-Grazie.- il rossore delle sue guance la facevano sembrare innocente, ma so per certo che non lo è, so che il suo aspetto non risalta la sua personalità. Leo si mette in mezzo, tra me e lei. Quanto lo odio quando fa il protettivo.
-Michela, dovresti prendere qualcosa da metterti di pesante. Stasera farà freddo.- io lo interrompo alzando la mano.
-Le presterò qualcosa io se è necessario.- dico schioccando un'occhiata a Leo e lui la ricambia. Il campanello suona. E Leo, finalmente, si toglie dalle palle. Mi riavvicino a lei. Ricorda Francesco: "vai piano e dimostrale quanto la ami. Sono le piccole cose che fanno la differenza". Cazzo, spero che Yuri abbia ragione.
-Ehi?- la voce di Michela mi riscuote dai pensieri.
-Qualcosa che non va?- domanda. Cazzo se non fosse che siamo a casa sua e ci sono altre tre persone nell'altra stanza la prenderei qui. Piano Francesco, piano.
-No, niente. Sei bellissima.- L'hai già detto. Merda. Michela ride.
-Sei agitato?- Si
-No, sto.. Sto bene.- farfuglio. Non è vero non sto bene. Starò bene quando saremo a casa mia e sentirò il letto cigolare. Lei annuisce. Spero che non abbia detto l'ultima frase ad alta voce. Le prendo le mani e incrocio le mie dita alle sua.
-Mi sei mancata.- bisbiglio.
-Non ci vediamo da ieri.- dice lei incredula.
-Lo so. E sono stato, più o meno, un'intero giorno senza respirare senza di te.- appoggio la mia fronte sulla sua e lei mi fa uno di quei grandi sorrisi che lasciano senza fiato.
-Anche tu.- disse sotto voce.
-Anche tu cosa?- lo so cosa vuole dire, ma voglio che esca dalle sue labbra carnose. Lei abbassa lo sguardo come se in imbarazzo.
-Mi sei mancato.- aggiunge. Mi lasciai sfuggire un sorriso e poi la baciai delicatamente sulle labbra.
-Awww!- si sente dall'altra stanza. Michela scattò lontano da me, ma poi si riavvicinò.
-Come siete teneri.- disse l'amica di Michela.
Aveva un vestito corto e nero, non troppo scollato, ma neanche accollato, in fondo non sarò l'unico a vestirmi da funerale. Dietro di lei due occhi azzurri ci guardavano minacciosi. Era lui... Dan.. Dan... Va beh, non mi importa come si chiama il mio sogno. È vestito come un pinguino dalla testa ai piedi e i suoi capelli sono arruffati, ma allo stesso modo in ordine.
-Emm.. Ciao Ares!- esclama Michela un po' imbarazzata.
-Scusami per aver rovinato il momento romantico, Mike.- disse l'altra sghignazzando. Michela tira fuori la lingua e chiude tutti e due gli occhi. É fantastica!
-Vabbè, lui è Daniele. Il mio fidanzato.- disse Ares appoggiandosi a quell'essere. Lui sorride alla mia principessa e le bacia la mano.
-Ciao Michela- disse lui. Stronzo.
Lei arrossì e a sua volta le rispose: -Ciao Daniele.-. Michela mi prese la mano e d'improvviso mi sono sentito più calmo.
-Conoscerai già il mio fidanzato Francesco.- disse lei dirandomi a se. Si, cazzo! Non l'avrai così facilmente, anzi non l'avrai affatto.
-Contento di rivederti.- disse lui porgendomi la mano, il suo sguardo è freddo e parla in modo meccanico.
-Onorato.- scherzai stringendogliela il più forte possibile e con la bocca mimai "lei è mia". Il suo sguardo di incupisce e ritorna dalla sua ragazza. Quando vado verso Michela mi schiocca un'occhiataccia, ma mi sorride. Forse ho fatto la cosa giusta.
-Dai andiamo.- disse Ares prendendo a braccetto lo stronzo accanto a lei. Il suo sguardo è concentrato su Michela, ma lei non ha occhi per lui. Questa cosa mi fa sentire un po' meglio... Va bene, mi fa sentire splendidamente. Mi possono chiamare possessivo, egoista, arrogante, ma non l'avranno mai. Lei è mia, e solo mia.
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La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESA
FanfictionSequel di terapia dei sogni. "Alcune volte il cuore ci manda in confusione, ci porta alla pazzia, ma è questo vivere no? Io la mia decisione l'ho presa. Gli crederò, anche se so che cadrò." La storia dei sogni annegati da incubi.