*La luce del mio sogno*

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Michela's pov
Mi svegliai accarezzata dal calore del sole e dai suoi raggi accecanti.
Mi stropicciai e mi stirai. Erano solo le 7.00 di mattina e già il sole riscaldava la stanza. Ripensai a quello che mi aveva detto Francesco, forse dovrei dargli un'altra possibilità, infondo non si può cambiare il passato, si può solo creare il nostro futuro, giusto? Presi il telefono in mano e ci giocai un po', indecisa sul da farsi. Poi posai il telefono sul comodino e decisi che prima di chiamarlo dovrei fare una doccia.
Per mia sfortuna il tempo della doccia passa velocemente e ancora non sapevo cosa dire a Francesco.  Per prendere più tempo decisi di andare a fare colazione fuori, magari mi si schiariscono le idee. Mi vestii leggera, ma comunque adatta alla stagione fredda.
Presi dieci euro e lasciai il telefono sotto carica.
-Dove vai?- dice Leo sentendomi aprire il portone.
-A fare colazione.- gli spiegai.
-Dove?- mi chiese
-Non lo so.- e poi chiusi la porta, perché so che mi avrebbe tartassato di domande e non era il momento. Camminai e camminai, finché non mi trovai davanti a un locale familiare solo di vista. Decisi di entrare. Andai davanti al balcone, oggi mi sentivo particolarmente affamata quindi presi tre cup-cake e un caffè e latte. Decisi di aspettare la mia ordinazione al balcone, perché non volevo farmi portare le cose al tavolo.
-Buongiorno piccola.- sentii una voce familiare dietro le mie spalle che mi fece venire un brivido dietro la schiena. Mi convinsi che non era per me e quindi non mi girai. Ma quando sentii una mano prendermi i fianchi e tirarmi indietro mi girai di scatto. Vidi gli occhi celesti e i capelli biondi con il ciuffo ribelle e un ghigno che mostrava i denti bianchi. Daniele.
-Che c'è? Non saluti?- disse cercando di tenermi ferma prendendomi di nuovo dai fianchi. Io cercai di superarlo, ma lui restò lì come se lo avesse sfiorato uno spiffero d'aria.
-Devo andare.- dissi io cercando di sembrare calma. Lo spinsi di nuovo, ma senza successo.
-Mi sembri agitata. Lascia che ti aiuti.- disse mostrando una luce malvagia nei suoi occhi.
Non mi mancava affatto la sua presenza, speravo proprio di togliermelo dalla testa, ma gli incubi mi perseguitano.
-N..no, lasciami.- riuscii a balbettare. I suoi occhi erano come me li ricordavo, tremendamente belli, ma facevano venire i brividi. Mi guardava come se fossi una preda, una preda da gustare e assaporare lentamente, la preda che si è lasciata sfuggire la scorsa volta, perché nascosta dietro una belva ancora più feroce. Solo al pensiero di quel pomeriggio mi vengono i brividi sulla schiena.
-Non fare così. Io non sono cattivo.- illude anche se stesso di questo. -Non voglio farti del male.- aggiunse. L'unica cosa che potessi fare è prendere il telefono e chiamare il primo numero che avevo in rubrica o fare finta che mi stavano chiamando, cazzo un po' di inventiva per togliersi da quella situazione che ripercorre nella mia vita e non ha intenzione di andarsene!
Presi il telefono esitando un po' e... Ehi! Qualcuno mi stava davvero chiamando. Feci per accettare la chiamata anche se non avevo visto il numero o il nome scritto sullo schermo.
-Si pronto!- la mia voce era tremante, ma allo stesso modo per me era ferma, visto che i brividi erano molto più frequenti.
-Michela? Ti senti bene?- disse la voce all'altro capo del telefono. Bene! Dalla padella alla brace. Il karma di questa situazione ha preso il sopravvento, mi dicono!
-Emm.. Si Fra. Sto bene.- dissi meccanicamente esitando un po' sul nome... Fra... Non ti dice niente Daniele?! Si esattamente il ragazzo che mi ha coraggiosamente portato via dalle tue grinfie. Si esattamente lui.
-Perché mi hai chiamato?- gli chiesi per cercare di prolungare la telefonata. Misi una mano sopra alla schermata del telefono come se Francesco potesse vedermi e mimai con la bocca la parola "vattene" a Daniele. Per mia grande fortuna lui se ne va seduto in un tavolo con dei ragazzi lasciandomi finalmente respirare.
-Volevo sapere se stavi bene. Tutto qua...- disse, ma si capisce benissimo che ha saltato mezzo discorso.
-Okay!- dissi alzando le spalle e sorridendo come una cretina, lo facevo solamente per far credere a Daniele che sono fidanzata... Che per la realtà è così, ma non ne ero sicurissima. Però.... Sono fidanzata, ciccio!
-Quindi, ciao.- ero in tal punto di chiudere la chiamata e schizzare via da questo locale, ma...
-No aspetta, non è tutto!- disse appena in tempo. Rimisi il telefono all'orecchio.
-Okay, allora dimmi..- dissi con mezzo tono scocciato.
Lui esitò un po', ma dopo qualche minuto di parole senza senso messe lì alla rinfusa, inizia a parlare con un certo linguaggio di cui potevo comprendere più o meno facilmente il significato.
-... Cioè, mi chiedevo se ci potevamo rivedere. Non voglio farti credere che non me ne importi niente di te, perché non è vero.- concluse, le sue parole mi commuovono al tal punto che il sorrisino falso diventò un sorriso a trentadue denti e si doveva vedere tanto la differenza visto che Daniele sbuffò e mise la testa tra le dita delle mani. Ma che mostro sei?! Usi quel povero ragazzo per risolvere i problemi che ti sei creata da sola! Mi rimprovera la mia seconda voce, che purtroppo è quella che ha sempre ragione. A pensare questo mi viene un senso di colpa che si ristringe forte nel cuore. Il sorriso che avevo prima si trasformò in un sorrisetto malinconico e timido.
-Non ho mai dubitato di questo. Ti va bene oggi pomeriggio?- dissi quasi sussurrando.
Dal frastuono che sento dall'altro capo ho capito che è cascato per terra o ha lasciato cadere qualcosa sul pavimento.
-Stai bene?- domando quasi con tono spaventato.
-Si sì benissimo.- rispose tutto d'un fiato. -È solo che non credevo che accettassi.-. Mi veniva da ridere all'idea del tuffo che ha fatto il suo telefono quando è venuto a sapere che voglio stare con lui.
-Quindi va bene?- ridico anche se conosco già la risposta.
-Si, certo; è stupendo. Quindi vengo a casa tua alle tre. Va bene?-
-Va bene. Alle tre.- ripetei io e agganciai la chiamata. Era stupendo il modo distratto in cui si comportava e come reagiva alle sorprese. Così perfettamente pazzo e senza senso. Fatico un po' a vederlo distruggere cuori di ragazze come voleva fare con il mio, e per un momento ci è riuscito. Mi ricorda tanto quella sera a Los Angeles che... Cosa mi sta prendendo?
Pensi come una pervertita. Ecco cosa succede! Bla, bla, bla...
Stupida. Lo so.
Bene ora litigo con me stessa. Fantastico! Se Francesco vuole pazzia nella sua vita con me non avrà problemi...

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora