*Chance*

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Francesco's pov
No, cazzo, no. Come può dirmi di lasciarla stare per tutta una settimana, dopo tutti i pericoli e le persone di merda che ha incontrato in questo fottutissimo anno. Non la lascerò andare in giro per la città da sola, in più quel sogno è stato un avvertimento più che necessario.
-Non me ne frega. Te non ci stai da sola. Tutto, ma questo no.- il mio volto è impassibile, certo meno del suo in questo momento. Come cazzo gli è saltato in mente che lei sia una di quelle molte ragazze da una scopata e via. Come fa a non rendersene conto.
-Non mi importa, Francesco. O mi stai a debita distanza per una settimana o ci starai per tutta la vita.- dice in tono aspro incrociando le braccia. Nei miei occhi vivono le fiamme. Cazzo se sono incazzato. Ci mancava anche un ultimatum da parte sua. Perché? Perché deve essere così... Testarda! Mi strattono i capelli con forza per placare la rabbia, ma non funziona.
Alla fine mi arrendo.
-Va bene. Facciamo come vuoi te.- dico con voce estremamente calma che un po' sorprende anche me. Lei scioglie le braccia e le posa sulle sue cosce.
-Davvero?- sembra stupita della mia reazione, mai come lo sono io.
-Davvero- replico convincendo più me stesso.
-Ma non so quanto sia conveniente per te.- aggiunsi. Lei mi guarda storto e poi disse -Cosa vuoi dire?- nel suo volto si legge il disgusto e le paure che gli si formano nei pensieri. Cosa volevo dirle? Che forse me ne farò un'altra?! Dovrei usare questa scusa contro di lei?
-Lo sai cosa intendo.- riaccendo il motore della macchina e lei si gira disgustata dalla parte del finestrino.
-E io che pensavo che fossi cambiato.- il suo tono di voce è basso, ma capisco che voleva farla sentire anche a me quella frase.
-Beh.. Forse sono cambiato, ma non tutte le cose cambiano in meglio.- metto la marcia e mi pento di aver detto quelle parole, ma forse è meglio non dirglielo.
Il tragitto verso casa sua è stato più lungo di quanto ricordassi. Il silenzio si è manifestato per tutto il viaggio. Cazzo, che idiota. Lei apre la portiera della macchina e la richiude con forza. Mi prendo la testa tra le mani. Cazzo. Non doveva finire così. Questa mia boccaccia, no è la sua cazzo. Ha iniziato lei. Con quella cazzo di storia. Mi alzò dal sedile della macchina e seguo il percorso verso casa sua. Il cielo è nuvoloso, tira vento, ma non piove. Busso alla porta e mi apre Leo.
-Ciao.- gli dissi poi cercai di entrare, ma mi sbarrò la strada.
-Leo, levati dal cazzo!-
-Cosa le hai fatto?- disse venendo verso di me.
-Nulla che ti riguardi.- ringhiai.
-Francesco cazzo. L'ho fatta stare con te perché potesse distrarsi, non perché tu le dicessi che scopi altre quando non la vedi.- il suo sguardo è disperato e nel frattempo rabbioso.
-Non ho detto questo..-
Si che hai detto questo
-Mi ha detto tutto. E se sono queste le tue intenzioni è meglio che ti levi dalle palle, prima che io rompi le tue.-. No cazzo ora anche lui. Sono tutti contro di me. Tutti contro il sottoscritto. Vaffanculo a Leo e chi tenta di ostacolarmi.
-Voglio spiegarle quello che ho detto, ma se tu non mi fai passare lei penserà che non me ne freghi un cazzo di lei.- sento dei passi dietro il suo enorme corpo e poi Leo si sposta e finalmente la vedo. Ha gli occhi rossi e le guance rigate. Mi avvicino a lei, ma quando vedo che lei indietreggia mi metto al mio posto. Lo sguardo di Leo saetta da me a lei per poi posarsi nuovamente su di me. Lei trattiene il respiro e poi lo lascia andare portandosi via le lacrime e le insicurezze.
-Spiega allora.- dice in tono monocorde. Il suo aspetto mi fa rimanere di sasso, non che non sia bellissima lo stesso, ma non mi piace vederla così, soprattutto sapendo che sono io a ridurla così ogni fottutissima volta che la vedo.
Apro e richiudo la bocca, ma le parole non escono.
-Possiamo parlare da soli?- chiedo a Michela cercando di levare lo sguardo accusatorio di Leo.
-Perché? Vorresti ferirmi un'altra volta dicendo che quando non sei con me esci con altre?!- sta per mettersi a piangere un'altra volta, devo evitarlo. Prendo un respiro.
-Lo sai che non volevo dirlo.- dissi stuzzicandomi le pellicine nelle mani.
-Non volevi dirlo, ma l'hai detto.- il suo sguardo cerca il mio, ma non riesco a guardarla negli occhi. Sono un fifone del cazzo.
-Te l'ho detto perché non mi andava bene che tu te ne andassi in giro con tutti quei pericoli che ci sono.-  lei sorride per un attimo, ma poi torna nel suo solito broncio.
-Quindi ora mi vuoi far credere che tu hai detto che vuoi scoparti altre come scusa?! Perché io non ti lasciassi?!- scuote la testa lentamente. Nella mia testa il piano sembrava molto più logico che in queste parole buttate al vento come spiegazione.
-Scusami, ma non voglio che tu stia lontano da me.- feci un passo verso di lei e con mia grande sorpresa le non arretrò.
-Io voglio solo capire come faccio a fidarmi di te.- le sue parole non sono aspre, ma arrivano dritte al cuore. Non si fida di me? Non si è mai fidata di me? Come posso non biasimarla! Sono uno difficile, con un passato orrendo e azioni che ormai hanno preso pieno possesso del mio corpo, ma ci sta il fatto che non posso vivere senza di lei, non so come farglielo capire.
-Va bene. Ti lascerò stare per questa settimana. Se è quello di cui hai bisogno.- mi si stringe il cuore mentre dico queste parole. Lontano... Una settimana... Credo che cesserò di respirare molto tempo prima. Lei mi guarda come se dovessi dire altro, ma poi risponde con un secco "Okay".
-Posso venire però domani... Con te vero?- come fa a ridurmi così, dieci minuti fa le dicevo che se l'avrei lasciata mi sarei fatto un'altra e ora chiedo come un cane bastonato se posso venire ancora con lei domani. Lei si chiude nelle spalle. Spero che non sia un brutto segno. Non voglio lasciarla con "Daniele" anche se ora è il fidanzato di Ares. Poi ho un l'intera serata per dimostrarle quanto la amo e spero che capisca che non serve la distanza. La mia anima riprende a vivere quando lei annuisce con la testa. Forse l'ha notato nei miei occhi, ma forse ha capito che io sono felice di questa notizia, perché mi guarda e accenna un sorriso. Non è bello come quello che fa di solito, ma me lo faccio bastare per ora.
-Va bene, ti vengo a prendere domani alle 6:30 e restiamo qui finché non saranno arrivati, okay?- dissi senza prendere fiato. Lei annuisce un'altra volta e io le porsi un bacio sulla fronte e me ne tornai in macchina aspettando che arrivi domani.

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora