*Solo te*

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Sento i brividi in tutto il corpo. L'oscurità mi circonda, non vedo niente, non sento nessuno, è impossibile muoversi. Il vento è l'unica cosa che mi sfiora con delicatezza la pelle facendomi venire i brividi per i bracci. Non posso riscaldarmi, penzolano le mani lungo il mio corpo. Il vento si fa sempre più forte e sento la mia pelle quasi bruciare.
-Qualcuno..- riesco a dire con un filo di voce, ma non ricevetti nessuna risposta.
-Vi prego..... Qualcuno....- provai. Ero bruciata dal freddo del vento che man a mano si faceva più forte.
-Ehi!- sentii dietro di me una voce familiare, ma non potevo voltarmi a vedere chi sia.
-Per favore.... Tu...- non riuscivo più a dire una parola. Il freddo mi stava esaurendo tutta l'energia che avevo in corpo. Sentii un caldo tiepido riscaldarmi una spalla. Mi lasciai andare da quel tocco e cascai per terra quasi senza sensi, ma potevo vedere, sentire, capire tutto ciò che succedeva. Delle pietre blu apparvero nel buio prima che io chiusi gli occhi. Pietre blu? No, quelli erano occhi. Capisco.. Quella voce, quegli occhi. Si è lui. Non c'è altra spiegazione.
-Mike...- riaprii gli occhi lentamente. È come se tutto intorno a me girasse vorticosamente. La mia vista è completamente andata. Però posso muovermi. Mi alzo, quasi cascando.
-Chi c'è?- dico. Mi tengo la testa e cerco di focalizzare l'immagine.
-Sono io, tranquilla.- dice Dan.
-Vattene, non..- mi sento cascare non ho più forze. Troppe cose sono sfocate, troppe cose non si sentono. Sento le sue braccia prendermi al volo e delle parole sussurrate:
-Perché fai così? Stammi ad ascoltare.- sento e poi di nuovo nel buio.
-Michela!- sento una voce chiamarmi continuamente farsi sempre più vicino.
-Michela!- qualcuno sta piangendo, piangendo per me.
Socchiusi gli occhi vidi il mio corpo, una flebo, delle lenzuola bianche candide e in contrasto un colore scuro sopra il mio corpo. Singhiozza. Perché? Fra... È lui. Alza la testa dalla mia pancia.
-Michela.- dice smettendo di piangere. I suoi occhi sorridono insieme alle sue labbra, non può essere più bello di così. Le lacrime sugli occhi gonfi e arrossati... Stava piangendo?
-Fra... Perché piangi?- dico con un filo di voce. Mi sento debole. Non riesco a muovere un muscolo, ma quando lui mi strinse forte la mano ricambiai, come se mi avesse risvegliato le cellule del mio corpo.
-Michela, sei qui!- disse prendendomi la mano. Si, sono qui. Dove dovrei essere?
-Credo di si.- risposi. Il sorriso sulle sue labbra si allargava sempre di più quando parlavo. Mi fa sentire così importante... Come non lo sono da mesi.
-Come stai?- mi dice poi.
Come sto? Non lo so. Male e bene allo stesso tempo. Stanca ed energica. Triste e felice. Morta e viva. Non una via di mezzo, dico proprio che le sento tutte e due queste emozioni.
-Sono felice che tu sia qui.-. Lui sorride anche se dal tono fragile della mia voce non è suonata come una sicurezza, ma è così. Sono felice, perché lui è qui, con me. L'unico nella stanza. Niente amici, nessun genitore, neanche mio fratello. Solo lui.
-Sono felice anch'io- disse poi con un filo di voce.
-Felice?- domandai io. Perché è felice? Nessuno è felice quando ci sono io.
-Sono felice di non averti persa. Sono felice, perché posso essere qui.- disse, poi mi abbracciò. La cosa più calda che abbia mai sentito. Emozioni, sensazioni, il fuoco che abbiamo potrebbe incendiare questo posto. Aspetta, dove sono?
-Cosa è successo?- dissi sussurrandogli nell'orecchio. Il suo sorriso si spense. Si tirò indietro sulla sedia di prima.
-Sei svenuta.- dice solamente. Mi nasconde qualcosa?
-E...- continuai io.
-E ti ho portata in ospedale.- inutile insistere non mi dirà tutta la verità.
-Chi lo sa oltre te?- abbassa gli occhi come per rifletterci.
-Nessuno- esita. È una bugia. Lo capisco. Non vuole ferirmi di più. Qualcuno lo sa. Leo... Ares... La sua band...
-Sicuro?- dissi. Lui annuisce debolmente tenendo gli occhi sulle lenzuola candide del letto.
Poi il silenzio. Quel silenzio imbarazzante. Forse ha compreso che ho capito le sue parole. Bugie. Ma sono usate a fine di bene no?
-Devo chiamare tuo fratello.- disse poi e usci dalla stanza. Mi alzai dal letto, avevo bisogno di bagnarmi un po' il viso. Mi sento come paralizzata. È una sensazione straziante. Trovo il bagno e apro la cannella dell'acqua. Mi bagnai il viso e mi guardai allo specchio. Ero in condizioni pessime. Borse sotto gli occhi, bianca come un vampiro e mi tremavano le labbra che in quel momento erano di un rosso acceso, come se qualcuno ci avesse passato il rossetto. Mi toccai una guancia. Ero fredda come un cadavere. I capelli erano un ammasso di ricci biondi deformi. Sembravo un mostro.
-Mike.- sento dall'altra stanza.
-Sono in bagno- dico con la voce che mi resta. Francesco apre la porta, mi guarda preoccupato.
-Sono un mostro, veh?- dico lasciandomi scappare un piccolo sorrisino. Lui scuote la testa e mi viene a cingere le spalle con le sue calde braccia.
-Non sei un mostro. Sei una persona stupenda. Lo sei sempre stata.- mi sussurra nell'orecchio. Poi mi diede un bacio nella guancia. Quel bacio mi riscaldò per poco. Era una sensazione bellissima. Come se potessi rivivere un'altra volta, un'altra vita. Un sorriso debole si stampò sulle mie labbra.
-Chi non ti apprezza non sa quello che si perde.- disse poi. Quelle parole mi scioglievano più di mille baci.
-Grazie, Fra.- dissi poi. Lui mi fece girare verso di lui. I suoi occhi erano rassicuranti e mi tenevano al salvo.
-Di cosa, piccola?- disse guardandomi negli occhi.
-Di ridarmi la vita quando sto per morire.- dico il suo sguardo si perde per pochi minuti e poi si riposa sui miei occhi.
-Ricordati che io ti amo anche quando ti sarò lontano.- dice poi mi bacia delicatamente le labbra, facendomi venire un brivido caldo per tutto il corpo. Mi scaldò subito con un bacio e quello che non mi scorderò mai è che nella mia mente passarono le note dei Green Day, Wake me up when September ends... 

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La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora