Francesco's pov
Daniele?! No non può essere, quello che è un sogno rimane solo un sogno, giusto? Non può essere lui. È assurdo. Sto diventando pazzo. Il mio blocco sugli istinti si sta piano piano dissolvendo. Il mio livello di pensare lucido è di poco sopra il fare qualcosa di stupido, sbagliato.
È solo un sogno, è solo un fottutissimo sogno. Non posso rischiare. Non posso sbagliarmi.
-Non voglio andarci!- dissi staccandomi completamente da lei. Si girò, mi guardò strano, come se stesse guardando un pazzo. Non sono pazzo!
-Francesco, ti senti bene?- il suo sguardo era tra la preoccupazione e il terrore. Mi sentivo angosciato, le cose che mi sono sognato la scorsa notte non sembravano affatto surreali, mi sentivo impotente, come nella realtà, avevo tutto da perdere e nessuna fortuna di vincere.
-Si sto benissimo, sto meravigliosamente.- dissi cercando di placare la preoccupazione.
-Okay, allora dirò ad Ares che te non verrai.- le sue dita scrivevano velocemente nella tastiera. Non posso lasciarla da sola. Non posso perderla di nuovo. Reagisci Francesco, devi reagire!
-No aspetta! Tu ci andrai?- dissi appoggiandomi sul letto. Avevo la sensazione di svenire, ma questo non doveva succedere, no!
-Si, non posso lasciare Ares un'altra volta, è importante per me.- la sua voce si inclina alla fine. Cosa sto facendo?! Non posso permetterle di non avere una vita, solo perché io ho paura di perderla per sempre. Non posso. Sarei un mostro. Anche se diventerò pazzo, se mi porteranno in manicomio, non potrò vedere più nessuno per tanto tempo, non mi importa! Sapere di fare la cosa giusta e farla stare bene è come se stessi in pace con me stesso, la mia anima ancora non si è consumata, ho ancora tanto da darle, da dirle... Non voglio, non posso perderla. Mi credete pazzo? Beh, forse lo sono, ma è una cosa positiva. Non proverei libertà se non fossi pazzo, non proverei alcun tipo di sentimento, sarei sempre adattato alle esigenze degli altri e non alle mie.
-Bene allora vengo anch'io.- la mia voce risuonava nelle mie orecchie. Sto facendo davvero la cosa giusta? Lo sto facendo per lei, quindi si, è decisamente la cosa giusta da fare.
-Sicuro?- i suoi occhi, quei bellissimi occhi color nocciola, mi fissavano come se provavano a sfidarmi. È una pazzia lo so, ma in questo rapporto non c'è nulla di normale. E questo è fantastico!
-Sicurissimo.- le sorrisi, il sorriso più incerto della storia, ma a lei non preoccupava. L'insicurezza è umana e perché non usufruirne. Posò il telefono nel comodino e mi strinse forte in un abbraccio caldo che mi faceva sentire protetto.
-Grazie.- mi sussurrò in un orecchio.
-Perché dici così?- le chiesi. Anche lei aveva bisogno di essere protetta? Da che cosa? Da chi? Non importa. La proteggerò da qualsiasi male nel mondo. Non voglio vederla piangere, non voglio che abbia occhi lucidi, voglio vedere quel sorriso, quel sorriso da bambina.
-Grazie per aver accettato l'invito, lo so sono stupida, ma..- la interruppi con un bacio. Sentivo il suo dolore, i suoi pensieri.
-Non importa. Non importa.- le sussurrai sopra le labbra. Quel bacio così breve eppure così intenso, poi il suo sorriso, i suoi occhi.. Non avevano prezzo, non avevano dolore, era un rimedio, mi facevano sentire bene, come vorrei che tutti provassero questa sensazione, questo stato di trance, questo farmaco con effetti collaterali mortali. Il suo telefono squillò, un'altra volta. Andò a rispondere e poi tornò da me.
-Allora andiamo da qualche parte? Perché io dovrei prendermi un vestito per domani sera.- iniziò a dire con quel sorrisetto malizioso e divertito.
-Perché che c'è domani sera?- dissi ricambiandole il sorriso.
La sera... l'ora dei sogni, ora degli incubi, ora di pazzia.
-Si domani alle 21 bisogna andare a cena in un locale, hanno detto che ci vengono a prendere loro.- io scossi la testa.
-Io prendo la mia macchina e te vieni con me.- commentai. Lei sorrise, ma io ero estremamente serio. Non volevo che accadesse come quel giorno a Los Angeles. Se lei se ne doveva andare, io l'avrei accompagnata.
-Va bene- rispose lei.
-Dai!- iniziai- andiamo a fare shopping!- dissi io alzandomi dal letto, l'effetto è quello che speravo. Mi preparai velocemente e intanto che aspettavo Michela mandai un messaggio a Riccardo per sentire se erano insieme o se era a casa da solo.. Insomma cosa faceva alle 9:30 del mattino. Il telefono mi squillò quasi subito.
R.Si siamo tutti in giro.
I. Tutti chi?
R. Io, Edo, Yuri, Matt, Lore, Enzo.. Su chi vuoi chi siano tutti!
Giusto chi voglio che siano tutti! Allora se sono questo gruppo spero di non incontrarli in giro, soprattutto in centro. Forse si, la porterò lì.
-Principessa sei pronta?- urlai
-Si, un attimo e vengo.- la mia mente perversa è sempre attiva.
-Vieni?- mi misi a ridere.
-Smettila idiota!- attraversò il corridoio. Aveva un paio di vecchi jeans strappati alle ginocchia, che aveva lasciato a Los Angeles e che io ho preso, una canottiera bianca e sopra la mia camicia a quadri rossa che non mi metterò mai e che a lei stava un po' troppo grande.
-Come sono così?- disse facendo un giro su se stessa come fanno le modelle quando sfilano.
-Sei come quando ti ho conosciuta, una ragazzina viziata che non chiede scusa alle persone che fa cascare con lo skate.- lei mi guardò male, ma il suo sorriso diceva tutt'altro.
-Ancora con questa storia?- disse prendendo il telefono, che aveva appoggiato sul balcone. Era alla portata delle mie braccia, così la strattonai a me e lei emise un piccolo sussulto.
-Ehi! Non mi scorderò mai la ragazza di cui mi sono pazzamente innamorato e di cui sono pazzamente innamorato tutt'ora.- il suo sorriso timido e non timido allo stesso tempo mi fa venire i brividi e le sue braccia che si appoggiano alle mie spalle non aiutano affatto. Me la potrei fare anche qui, ora, ma sarebbe da egoisti e pensare che all'inizio era tutto ciò a cui pensavo per prendere quegli sporchi soldi, e ora tutto ciò a cui penso è non perderla mai più. Come è strano l'uomo, la cosa più bella che qualcuno abbia mai visto e quella più complessa.
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La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESA
أدب الهواةSequel di terapia dei sogni. "Alcune volte il cuore ci manda in confusione, ci porta alla pazzia, ma è questo vivere no? Io la mia decisione l'ho presa. Gli crederò, anche se so che cadrò." La storia dei sogni annegati da incubi.