*La sicurezza del crollo.*

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Michela's pov
-Okay. Come ti è sembrato?- dissi pattinando verso di lui. Lui mi applaude e ad un tratto arrossii. Mi sembra più che logico. No che non lo è!
-Bravissima!- esclama prendendomi un braccio, un gesto che mi fece venire la pelle d'oca.
-E poi non eri brava, eh?-
-Non è difficile.- dissi nascondendomi dietro hai ricci. Lui per tutta risposta me li mise dietro l'orecchio.
-Non dimenticarti che stai parlando con uno che non riesce nemmeno a starci in piedi- scherza. Risi coprendomi la bocca con una mano, ma lui me la tolse e la mise al suo collo e poi fece lo stesso anche con l'altra.
-Non dovresti mai coprirti quel magnifico sorriso.- sussurra sul mio collo. Il suo respiro mi pervade il corpo e subito sentii caldo. È magico! Sono io che lo amo. Fai come ti pare, io penso che abbia dei superpoteri. Insomma sei in un posto ghiaccio, in inverno e riesce sol..bla bla bla.
-Michela? Sei con me?-
-Eh? Cosa? Dove?- farfugliai.
-Stai bene?- mi chiese con un sorriso divertito.
Si, stavo solo litigando con me stessa, se gli dicessi così penso che si spaventerebbe. Lo so, ma è vero!
-Emm... No, ho bisogno di sedermi.- balbettai. Bella scusa! Ma ci vuoi stare zitta!
-Okay! Andiamo allora.- disse mettendo il braccio intorno al mio collo. Il suo sorriso mi scalda il cuore e la sua pelle sulla mia mi fa venire quella scossa calda sulla schiena che mi piace tanto. Chissà non me ne sono accorta prima? Tutto questo? Così piacevole, così strano. Francesco. Solo pensare il suo nome mi fa venire in mente certi film vietati ai minori di diciotto anni. Perché? Prima non mi erano venuti mai in mente questi pensieri. Questo è amore?
-Non vedevo l'ora!- esclama Francesco sedendosi sulla panchina dello spogliatoio. Poi mi invitò, facendo un gesto, a sedermi accanto a lui. Io mi sedetti a debita distanza per schiarirmi i pensieri, ma lui mi prese per un fianco e mi tirò per coprire i 5 centimetri di distanza tra me e lui. Sussultai per quel gesto e questo lo fece ridere.
-C'è qualcosa che non va?- mi domanda tra una risata e l'altra.
Gli feci un sorrisetto sarcastico e poi provai a levarmi i pattini.
-Aspetta.- Francesco mi prende per una spalla e mi tira indietro.
-Ti aiuto io. Non muoverti!- mi ordina. Io incrociai le braccia e lo lasciai fare. Mi sfilò un pattino e poi mi accarezzò piano la coscia.
-Lo sai che hai delle gambe fantastiche.- mi sussurrò.
-Lo sai che non è così facile.- dissi io con un sorrisetto malizioso sulle labbra. Sapevo già dove va a parare. Fece tra un mezzo sospiro e mezza risata.
-Non ho mai pensato niente di male.- disse sfilandomi l'altro pattino. -Ah no?- domandai.
-Beh.. Non lo farei mai, se tu non volessi... Forse..-. Mi venne da ridere e lui rise con me anche se stupefatto da quel gesto così spontaneo e pazzo.
Menomale che non è scappato.
Non lo farebbe mai! Lui è così... Beh troverò l'aggettivo giusto, per ora mettiamoci una pietra sopra.
-Michela!-
-Eh?-
-Sei ritornata sul pianeta terra?!- disse ridendo con gusto. Amo le sue risate, amo i suoi denti perfetti, amo il suo ciuffo biondo. Lo amo.
-Eh già!- dissi infilando le scarpe. Lui mi tirò in piedi tirandomi per un braccio e mi scappò un sussulto.
-Cosa fai? Sei impazzito forse?- urlai cercando di trovare l'equilibrio.
Lui si mise a ridere per un po' poi prese il posto quello sguardo seducente.
Wow... Quello sguardo!
Si è mio!
Lo so e se lo perdi un'altra volta giuro che ti tartasserò tutte le volte che sarai felice.
Mh. Gentile.
-Cosa ti passa per la testa in questo momento.- disse vedendo il mio sguardo perso nelle linee perfette delle sue labbra. Io non risposi per non dirgli che stavo pensando a... Beh... Cose.
Mi mordi il labbro per trattenere le parole.
-Alcune volte il silenzio dice più delle parole.- disse prendendomi il mento e avvicinandosi il più possibile a me. Con l'altra mano mi prese un fianco per avvicinarmi ancora di più. Le mie labbra erano a tre millimetri dalle sue e mi assestò un bacio sulla fronte. -Però quando arriviamo a casa.-
-Vaffanculo.- gli risposi alzando il dito medio. Il suo sorriso si allargava ogni volta che dicevo qualcosa, i suoi denti risplendevano e illuminavano il buio parcheggio. La notte era già calata ed erano soltanto le sei di sera. Le ore in auto sembravano passare velocemente, tra una battuta troppo spinta e un vaffanculo col cuore.
-Sei davvero bellissima quando ridi.- sussurrò lui. Forse non si voleva far sentire, forse dire "Grazie" non era necessario. Di lampo le risate cessarono e la macchina si riempì di ansia, agonia. Perché quando ti sembra che qualcosa stia andando davvero troppo bene il destino di una parola ti porta con i piedi infondo al lago lasciandomi affogare nel buio degli abissi? Ogni volta che credi di salvarti e riesci a vedere la luce qualcosa o qualcuno si mette davanti per ostacolare quella meraviglia? La vita è così ingiusta e di solito le minime cose ti fanno uscire fuori dalla rotta giusta, il lieto fine nelle fiabe.
-Quanto manca?- dissi cercando di scacciare il silenzio.
-Siamo quasi arrivati!- accennò un sorriso, ma non era strabiliante come i soliti.
-Quasi arrivati? Tu non abitavi qui l'alta volta che sono venuta.- esclamai facendo un segno dell'ambiente intorno a noi.
Ricorda Alzahimer!
-No ho cambiato casa qualche giorno fa.-
Vaffanculo te e al tuo amico Alzahimer.
-Perché?- chiesi guardandolo mentre le sue dita stringevano il volante. Sembrava teso, non era quello di prima. Esitò a dare una risposta. Forse doveva cercare le parole giuste o forse è una bugia.
-Beh... Non volevo stare troppo lontano da te, anche se... Beh.. Mi avevi lasciato... Non volevo darmi per vinto. Ti amavo, ti amo e ti amerò. Perché sei tutto ciò di cui ho bisogno.- disse balbettando. Con quelle parole così belle non potevo neppure pensare ad una bugia. Lo so sono ingenua, non esiste ragazza con questa caratteristica. Le parole più belle entrano nel cuore e ricordano bei tempi, anche se ci facciamo vedere forti;
non vuol dire che un bacio, un'abbraccio, una singola carezza ci faccia cadere, la verità è che siamo troppo forti e troppo incerte per notare un'espressione d'affetto da un difetto umano. Alcune volte il cuore ci manda in confusione, ci porta alla pazzia, ma è questo vivere no? Io la mia decisione l'ho presa. Gli crederò, anche se so che cadrò.

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora