8. Theo

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Camminammo.

E camminammo. Camminammo. Camminammo.

Il cielo era ormai dipinto di nero quando finalmente la nostra fatica venne ripagata. Non l'avrei creduto possibile, ma ad un certo punto quell'esile sentiero che si snodava tra i due burroni terminò. Ci ritrovammo in uno spiazzo coperto di neve, nessun albero e nessun cespuglio. Ma almeno non rischiavamo più di precipitare e morire. 

Ci fermammo a riprendere fiato, senza dire una parola. Avevamo tutti espressioni di sollievo sul viso. Non avevamo parlato molto durante la traversata. Jonny ogni tanto si era messo a canticchiare, ma era stato zittito prontamente da Maya. Io avevo cercato di fare un paio di incoraggiamenti, forse più per me stessa che per gli altri, mentre Maya ovviamente non aveva detto nulla. 

Fu in quel momento che mi accorsi di quanta fame avessi. E quanto freddo. Quando si è impegnati ad attraversare un percorso in bilico tra due abissi, fame e temperatura non sono le priorità. Ma quando ci si ritrova al sicuro...

Lanciai un'occhiata a Jonny nella speranza che fosse lui ad avere un'idea brillante, ma il ragazzo sembrava avesse solo voglia di riposare un po'. Non aveva tutti i torti. Lui in fondo era quello che ci stava tenendo a galla. Aveva fame e freddo come me e Maya, ma era appesantito anche dal compito di non farci andare in depressione, tenere l'umore alto e darci una mano nei momenti più difficili del nostro viaggio. 

Mi sarei seduta volentieri, ma non avevo alcuna intenzione di inzupparmi di neve. Maya arricciò il naso, anche lei probabilmente stava pensando la stessa cosa perché guardava con disgusto il manto bianco sul terreno. 

Poi le vidi.

-Ragazzi! Ci sono delle impronte!- esclamai, sbalordita.

Non eravamo soli, quindi.

-Aslan?- domandò Jonny, con un sorriso speranzoso.

Scossi il capo - Sembrano orme umane.-

-Il quarto membro del gruppo!- affermò Jonny, entusiasta.

Maya sbuffò -O magari qualcuno che vuole ucciderci.-

-Ma l'intrepida Maya ci difenderà con la sua spada.- ribatté teatralmente Jonny.

Andarono avanti a scambiarsi qualche parola, ma le loro voci ormai mi giungevano alle orecchie come suoni indistinti. La mia concentrazione era tutta rivolta a quelle impronte e quasi senza accorgermene iniziai a seguirle. Camminai senza pensare a null'altro, alzando lo sguardo di tanto in tanto. Dopo qualche minuto iniziarono ad intravedersi degli alberi e dopo circa una ventina di minuti mi addentrai in un nuovo bosco. Sentivo i passi di Jonny e Maya dietro di me, perciò non mi preoccupai di perderli. Maya stava borbottando qualcosa, probabilmente si chiedeva se fossi impazzita. Jonny cercava di rabbonirla e diceva qualcosa che somigliava a "lasciala seguire l'istinto". Ma non ne ero troppo sicura, perchè come ho detto, la mia attenzione era tutta per quelle orme.

Non sapevo perchè fosse così importante per me raggiungerne il proprietario.

-Una casa!- esclamò Jonny, d'un tratto, puntando un dito davanti a sè.

Le orme portavano esattamente verso una casetta in legno coperta da una spolverata di neve.

Iniziai a correre e mi fermai soltanto davanti alla porta. Allungai una mano per bussare, ma Maya mi strinse il polso per bloccarmi -Ecco come miss Alis cade dritta dritta in una trappola!- esclamò, scuotendo il capo contrariata.

-Non è una trappola.- protestai, ne ero sicura.

Cercai l'aiuto di Jonny con lo sguardo, lui rispose prontamente -Nemmeno secondo me.-

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