20. Al primo posto

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DAL PUNTO DI VISTA DI ALIS

Mi sarei aspettata un'oscurità impenetrabile, ma in realtà quando misi piede nella galleria apparentemente buia, dopo qualche passo in avanti i miei occhi si abituarono ad una sorta di penombra. Non capivo da dove potesse provenire il filo di luce che mi permetteva di non andare a sbattere contro le pareti rocciose, ma c'erano tante domande a Narnia che non trovavano una risposta razionale.

Beh, non solo a Narnia, in realtà.

Con la mano appoggiata all'elsa della spada, avanzai per qualche minuto. Tendevo le orecchie per captare qualche rumore, ma l'unico suono era quello prodotto dal mio respiro. 

Chissà se gli altri stavano compiendo un percorso uguale al mio oppure no.

Fu dopo una mezz'ora che fui letteralmente bloccata dal primo ostacolo. Mi sentii tirare il braccio verso una parete. Mi voltai di scatto sicura di trovare qualcuno, ma non c'era anima viva accanto a me.

Eppure sentivo tirare al braccio.

Strizzai meglio gli occhi e scoprii che un laccio era uscito chissà come dalla roccia e si era legato attorno al mio braccio. Aggrottai le sopracciglia. Che trappola strana...presi la spada per tagliar via il nastro, ma quando la lama incontrò il tessuto, esso rimase intatto.

Ah, ecco dove stava la fregatura.

Sospirai cercando di mantenere la calma. Doveva per forza esserci un modo per liberarsi. Osservai il laccio con più attenzione e scoprii che vi era scritto sopra qualcosa. Era un nome. Marlene. Marlene? Come poteva essere? Marlene era anche il nome di una ragazza che avevo conosciuto alle medie ed era diventata molto presto un'ottima amica per me...fino a quando nel periodo del liceo aveva trovato un fidanzato e si era dimenticata della mia esistenza. Possibile che il nome sul nastro fosse proprio il suo? Che senso aveva?

Provai di nuovo a dare uno strattone e per tutta risposta il nastro si strinse ancora di più sul mio braccio, impedendomi di proseguire.

Quando era stata l'ultima volta che avevo parlato con Marlene? Un paio di settimane prima del mio arrivo a Narnia, probabilmente. Ma solo perchè l'avevo cercata io. Altrimenti lei neppure si sarebbe sognata di scrivermi. Fa venire i brividi il modo in cui un fidanzamento può danneggiare un'amicizia che si pensava solida e interminabile. E io cosa avevo fatto? Ero andata avanti lo stesso a scrivere alla mia amica, a chiederle come stava. Inutilmente. 

Il laccio si sciolse davanti al mio sguardo incredulo.

Mi massaggiai il braccio, poi proseguii per la mia strada. Aslan stava cercando di mandarmi un qualche messaggio? Un insegnamento?

Camminai cercando di stare nel centro della galleria, lontana dalle pareti. Ma dopo un po' di tempo un nuovo laccio mi afferrò la caviglia e per poco non caddi. Evitai di cercare di romperlo con la spada e mi chinai sul suolo freddo per leggere il nuovo nome.

Jerry. Stavolta era il nome di un mio compagno dell'università che spesso mi scriveva per chiedermi informazioni sulle lezioni, appunti o indicazioni per gli esami. Il nostro rapporto finiva lì. Un giorno avevo anche proposto di andare a berci un caffè, ma il caffè mi era stato negato con una scusa frettolosa. Ma perchè ora il nome di Jerry appariva sul laccio che mi bloccava? Che legame aveva con Marlene?

Era un'altra persona per cui io facevo tanto, ma da cui non ricevevo niente. Una persona che forse sarebbe stato meglio lasciare dietro di me.

Il laccio si sciolse.

Camminai...camminai...ed iniziai ad avere un presentimento.

Sapevo. Sapevo quale sarebbe stato il prossimo nome a bloccarmi. 

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