16. Dividersi per moltiplicare

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I guai cominciarono quando ci lasciarono soli. Nascosti dietro un cespuglio innevato. A meno di dieci metri dal castello di Jadis. 

Semplicemente Tumnus ci disse che dovevamo proseguire da soli, gli altri ci salutarono e si allontanarono. Grazie tante.

Il castello era davvero imponente e magnifico. Si innalzava di diversi metri e luccicava in ogni sua parte. In alto era composto da guglie ghiacciate che si susseguivano formando disegni e ghirigori. Era un tripudio di ghiaccio, neve e gelo. 

-Ok. E come entriamo?- domandò Jonny, facendo una smorfia perplessa.

-Sei tu quello delle idee geniali.- gli fece notare Maya, guardando con diffidenza il maestoso edificio.

-Credo ci siano due minotauri proprio là al portone di ingresso.- commentò Richard, sporgendosi dal cespuglio quel poco che bastava per osservare la distesa di neve che poi conduceva al castello -Ma tanto non volevamo passare da lì, immagino.-

-Certo che volevamo passare da lì.- ribatté Jonny, ridendo -Pizza a domicilio per la Strega Bianca e Miraz!-

Maya lo fulminò con lo sguardo. Normalmente apprezzavo le battute di Jonny, ma in quel caso aveva ragione la nostra compagna di viaggio. Non c'era tempo da perdere.

-Dovremmo trovare una sorta di ingresso laterale, un passaggio segreto.- osservai, rimuginando -Sempre ammesso che anche ai lati non ci siano altri minotauri.-

-Possiamo sempre combattere.- propose Jonny, mettendo mano alla spada che aveva appesa al fodero.

Eravamo stati riforniti tutti di armi. Io, Jonny e Maya eravamo corredati di spada, mentre Richard aveva confessato di essere un arciere, perciò Ripicì aveva provveduto a munirlo di arco e frecce.

-Non sappiamo combattere.- mugugnò Maya.

-Disse quella che ammazzò un branco di lupi.- continuò Jonny, gli avrei tirato una sberla: non era un argomento che andava troppo a genio a Maya.

Lei fece per rispondere, ma mi intromisi:

-Mettendo anche il caso che combattessimo, attireremmo troppo l'attenzione su di noi. Dobbiamo introdurci nel castello senza farci notare.-

Richard annuì energicamente:

-Quoto. Però non abbiamo indicazioni di alcun genere...su niente. Zero mappa, zero indicazione, zero cartello stradale. Ve li immaginate i cartelli stradali a Narnia? "Qui Castello Puzzone della Strega"-

-Risparmiaci.- commentò Maya, incrociando le braccia -Allora, come ce la siamo cavata tutte le altre volte che non sapevamo dove andare?-

-Aslan.- rispose Jonny, fiducioso -Esatto, dobbiamo solo aspettare che ci mostri la...ecco!-

Apparvero delle orme sulla neve. Orme di leone proprio come quelle che avevamo seguito sulla spiaggia e anche in altre occasioni. Un sorriso mi si dipinse sulle labbra: era rassicurante sapere che Aslan non ci abbandonava mai, nemmeno in un momento come quello.

Le orme però parevano tornare indietro di diversi passi rispetto al cespuglio in cui ci trovavamo. 

-Se fosse una trappola?- domandò Maya, con diffidenza -Magari è un trucco della Strega.-

-Lei pensa di averci sconfitti, ricordi?- intervenne Jonny, raggiante, si era subito tirato su di morale vedendo le orme di Aslan -E comunque non abbiamo altra scelta. Io dico di seguire le orme. Aslan ci guiderà come ha sempre fatto. Siamo così vicini a lui in questo momento. Non sentite l'emozione attraversarvi come una scossa elettrica? L'avreste mai detto? Non sentite la paura estinguersi e far largo alla fiducia? Siamo in territorio nemico, è vero. Ma in quelle mura si cela anche il nostro più grande amico. Dobbiamo essere pronto ad aiutarlo, perchè lui nel frattempo aiuterà noi.-

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