24. Presentimento

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DAL PUNTO DI VISTA DI MICK

Alis non lo sapeva. Non si ricordava. Non ci aveva mai fatto caso.

Non se ne rendeva conto nemmeno mentre sgusciavamo silenziosi nei corridoio di ghiaccio del castello. Alsan ci guidava attraverso le Mappe, seguivamo le sue orme. Il silenzio era il nostro unico compagno. La consapevolezza non c'era.

Non potevo biasimarla. Era ovvio che non si fosse mai accorta di me. 

L'avevo vista per la prima volta una mattina di settembre. Ero salito sul treno per andare in università e l'unico posto libero che avevo trovato era stato quello di fronte a lei. Alis stava parlando con una sua amica. Chiacchieravano ridendo e facendo battute. Quando presi posto, lei alzò velocemente lo sguardo, poi tornò a rivolgere l'attenzione alla sua amica.

Io...beh, in realtà non sapevo bene cosa mi avesse colpito in lei. Era una ragazza apparentemente normale. Non una bellezza folgorante. Ma in fondo non mi ero mai interessato a modelle. Probabilmente fu il suo modo di parlare ad impigliarmi come una rete. Avvertito tanta passione nelle sue parole, e sincerità, modestia, ma anche combattività. Passai il viaggio in treno ad ascoltare i suoi commenti su film, libri e serie tv cercando di non farmi beccare.

Forse fu quello l'errore. Se le avessi rivolto la parola quel giorno...

Non lo feci. Arrivammo al capolinea e la persi tra la folla.

Mentre mi dirigevo in università, la mia mente faceva garbugli coi miei pensieri. Tuttavia, nel momento in cui varcai il cancello dell'edificio, tutto mi fu chiaro: era lei la persona che da anni stavo cercando.

Ma come farglielo capire?

Il giorno dopo non la rividi. E nemmeno quello dopo ancora. Passò un'altra settimana prima che il mio sguardo di posasse ancora su di lei, allora capii che soltanto per un giorno il nostro orario coincideva.

Un giorno solo. Una chance alla settimana.

Non riuscii a sedermi di fronte a lei. Fui costretto a sistemarmi nello scomparto dall'altra parte del corridoio del treno. Però tesi le orecchie...e quello che sentii non mi piacque. Alis sembrava innamorata persa di un altro ragazzo. Captai il nome: Theo. L'amica di Alis non pareva molto entusiasta della cosa, non si fidava di quel fantomatico Theo. 

Iniziai a farmi degli strani film mentali. Mi immaginavo quel ragazzo come un tipo arrogante, ma affascinante che aveva attirato Alis nella sua trappola, ma che non voleva darle l'affetto che meritava. Poi immaginavo me stesso intervenire, fare la conoscenza di Alis e salvarla dai guai. 

Sapevo che io l'avrei potuta trattare meglio. Decisamente meglio.

Passarono le settimane. A volte riuscivo a sedermi davanti o di fianco a lei. Altre volte no. Ma l'ascoltavo sempre. Capivo quando era entusiasta, capivo quando era affranta, capivo quando era arrabbiata. La sua voce riempiva la mia anima, oltre che le mie orecchie. 

Ma lei non notava nulla. Accanto a lei c'era la persona che probabilmente le avrebbe potuto donare il cuore, ma lei non si accorgeva.

A volte mi arrabbiavo. Altre volte incolpavo me stesso: non avevo mai nemmeno provato a rivolgerle la parola. A volte mi chiedevo se nella stessa carrozza del treno ci fosse qualcuno che osservava me con la stessa frequenza con cui io guardavo Alis. Magari nemmeno io me ne accorgevo.

Eppure...

Eppure avevo questo presentimento. Lo sentivo dentro di me. Era lei la ragazza che cercavo da sempre.

Poi, per qualche ragione, cambiò orario e non la vidi più.

Stavo pensando a lei mentre rileggevo Le Cronache di Narnia quando finii veramente a Narnia.

E a quel punto ne fui sicuro, l'avrei trovata. Davvero.

Aslan mi ha aiutato. Mi ha fatto trovare una Mappa che mi indicava la via verso Alis. 

E la trovai. 

Sì, ma mentre camminavamo alla ricerca di Aslan, mi domandai se lei avesse trovato me. 

***

Vi invito caldamente a leggere i primi due capitoli del romando DA QUALCHE PARTE che ho iniziato da breve a postare qui su wattpad. 

Andiamo a NarniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora