Probabilmente sarebbe stato utile dormire ancora un po', dato che non sapevamo quanto tempo avremmo avuto per farlo nel prossimo futuro. Era chiaro, ormai, che il nostro viaggio stava per raggiungere il suo culmine: avevamo vagato a caso, ma quel periodo si era concluso. Avevamo incontrato degli aiutanti di Aslan che avrebbero saputo indirizzarci. Speravo che anche Theo e Jonny fossero in buone mani. Mi rifiutavo anche solo di ipotizzare che gli fosse successo qualcosa di male.
Ovviamente né io né Maya riuscimmo a riprendere sonno. I Signori Castori si ritirarono nella loro stanza per riposare, anche se in realtà potevamo sentirli confabulare, pur non riuscendo a distinguere quello che dicevano.
Noi tornammo nella stanza dove eravamo state curate. Ci sedemmo e ci guardammo in silenzio per qualche minuto. Poi all'improvviso Maya sospirò -Beh, dato che non abbiamo nulla da fare, credo sia arrivato il momento di raccontarti la mia storia.-
Io non risposi. Non volevo rischiare di dire qualcosa che potesse farle cambiare idea. Le sorrisi soltanto. Sapevo quanto doveva essere difficile per lei.
-Te ne parlo perché penso di iniziare a fidarmi di te, Alis.- affermò, con una voce sottile, sembrava che stesse soppesando ogni singola parola -E per me, dare fiducia è qualcosa di estremamente raro. Ora capirai perché. Però ti chiedo di non dire mezza parola agli altri, quando ci ricongiungeremo.-
Annuii - Non preoccuparti. Io so ascoltare le persone senza andare in giro a spifferare i loro segreti.-
Maya annuì a sua volta, poi prese la spada e iniziò a passare il dito sull'elsa, come per darsi coraggio. Abbassò lo sguardo. Non voleva incontrare i miei occhi, forse aveva paura di leggerne dentro dei giudizi. Poi iniziò a raccontare.
-Non sono sempre stata così. Da piccola ero come tutti gli altri. All'asilo giocavo con i primi bambini che mi capitavano a tiro. Ridevo, scherzavo. Le cose sono andate bene fino alle elementari, anche lì avevo i miei amici, cercavo di impegnarmi a scuola e le mie preoccupazioni erano solo i cartoni animati e gli album di figurine. Come tutti a quell'età. Ma crescendo...crescendo non si è più poi tutti così amici. E crescendo ci si inizia ad accorgere di quello che non funziona. Quando ero in prima media, innanzitutto, i miei divorziarono. Ora, so che è una cosa che capita di frequente al giorno d'oggi. Ma io ne rimasi distrutta: ho visto crollare ogni mia certezza. Per me era normale e scontato vedere me, mia madre e mio padre insieme. Non immaginavo che l'immagine sarebbe potuta cambiare. Invece è successo. Quello è stato il primo colpo. Mio padre è praticamente sparito, non ho più avuto molti contatti con lui. Telefonava al mio compleanno e a Natale, ma io non riuscivo più ad avere con lui lo stesso rapporto. Perché lo sapevo...sapevo che era stata colpa sua. Aveva tradito mia madre. L'aveva distrutta. E se non ci si può fidare della persona che teoricamente dovrebbe essere quella che ti ama di più, di chi ci si può fidare? La notizia si diffuse. I pettegolezzi sono rapidi a raggiungere ogni orecchio. A scuola iniziarono a fare battutine su questa storia ogni volta che io mi trovavo nei paraggi. Le prime volte mi ribellavo, rispondevo che non erano affari loro. Poi ho smesso, e mi sono chiusa in me stessa. Non è stato per niente un bel periodo quello delle medie, non avevo nessuna persona su cui contare davvero. Poi sono passata al liceo. Inizialmente la situazione sembrava cambiata, avevo il mio gruppo di amiche, seppur appartenente alla "minoranza". Come dire...non eravamo il top del top, non venivamo invitate alle super mega feste, ma stavamo bene insieme. La fortuna però non fu dalla mia parte...in terza una del gruppo venne bocciata, un'altra cambiò scuola, un'altra ancora partì per un viaggio studio di un anno. Rimasi da sola. Legai con un paio di ragazze, ma quando una di loro si fidanzò, praticamente sparì. E arriviamo al tasto dolente...l'amore. Mi ero presa qualche cotta prima di quel momento, ma nulla di che. Poi, però, nell'estate della quarta, mi...credo che mi innamorai davvero. Inutile dire che andò male. Mi ero illusa che potesse succedere qualcosa di buono, ma in realtà era tutta una menzogna. Il ragazzo di cui ero interessata si rivelò non essere per niente quello che pensavo. Quando capì che provavo dei sentimenti per lui, ci giocò. Mi prese in giro, così fecero anche i suoi amici. Sono spietati i ragazzi, quando vogliono. Non capiscono...non ci arrivano che le ragazze magari si innamorano veramente. Diventai la zimbella del paese. Tutti conoscevano la mia storia. Sono stata malissimo, davvero male. Male come non avrei mai pensato di stare...e ora a ripensarci mi sento una terribile stupida. Perché non si può dare tanta importanza ad un ragazzo, l'amore non può essere l'unica cosa che ci spinge ad andare avanti. Ho solo perso un sacco di tempo. Ci ho messo un po' a riprendermi, e non mi sono più ripresa del tutto. Ho tenuto duro fino alla fine del liceo, poi andare in università è stata una liberazione. Ma mi è andata male anche lì, alla fine...ero convinta di avere trovato delle amiche, ma in realtà non lo erano. Erano false. Pensavano di potermi ingannare, ma io ero furba e attenta. Credevo di potermi fidare di loro, ma la realtà è che non facevano altro che criticarmi parlando tra di loro, commentando ogni mia azione...e quello che mi faceva più imbestialire era che lo facevano sotto il mio naso, quando ero accanto a loro, come se pensassero che io non capissi...non ho più retto. Ho iniziato a diventare quella che sono ora: fredda, distaccata, incurante di tutto. Non ne vado fierissima, ma questo è l'unico modo che ho trovato per sopravvivere. Io vedo Jonny, ad esempio, tutto pieno di fiducia e ottimismo e sto male. Sto male perchè non riesco ad essere così, e mi da fastidio che lui ci riesca. Sì...è un discorso egoistico. Ma c'è anche altro...-
La sua voce si abbassò, così come il suo sguardo che si fece ancora più basso. Poi sospirò:
-Penso...che ho iniziato a trasformarmi in qualcosa di malvagio. Ho iniziato a cercare vendette, a calpestare tutto pur di arrivare ai miei obiettivi. E quando sono arrivata qui...ho pensato si trattasse di una nuova opportunità. Ma poi...ho scoperto che l'unica cosa che è venuta a galla qui era la mia inaspettata e spaventosa capacità innata di uccidere. Come ho fatto fuori quei lupi...mi sto trasformando in un mostro.-
-Non credo tu ti stia trasformando in un mostro.- affermai, avvicinandomi a lei -Tu sbagli soltanto il modo di affrontare le cose. Ma non lo dico tanto per dire, credimi. Io ho vissuto buona parte di quello che hai vissuto tu. Tanto per iniziare, anche io ho avuto una bruttissima delusione sentimentale. Molto simile alla tua, tra l'altro. Sono stata presa in giro dal ragazzo che mi interessava e soprattutto dai suoi amici. Sono stata male per parecchio tempo. Ho pensato che non mi sarei mai più innamorata di nessuno...poi invece è arrivato Theo. E non ho idea di come andrà a finire con lui, ma per adesso so che mi fa star bene. Per quanto riguarda le amicizie, anche io in passato non ho avuto buone esperienze. Ma l'amicizia, come l'amore, arriva quando meno te l'aspetti. Io in università ho conosciuto persone stupende. Una in particolare che mi sta accanto sempre, ogni momento. Che mi aiuta quando sono in difficoltà, che mi ascolta qualsiasi cosa abbia da dire, che ride con me nei miei attimi felici ed è contenta quando le cose con Theo vanno bene. Certo, lei è una, non diecimila. Ma io so che posso fidarmi, che non mi tradirebbe mai e non parlerebbe mai male di me. A me basta, ne basta solo una. Si chiama Chiara. Spero che, al tuo ritorno a casa, troverai anche tu una Chiara.-
Maya alzò leggermente lo sguardo e sulle labbra apparve una cosa vagamente simile a un sorriso. Che però poi si rispense:
-Tu non hai ucciso nessun lupo, qui.-
-Questa storia dei lupi non vuol dire proprio nulla.- commentai -Ok, magari avresti potuto ferirli e basta, ma ti sei solo difesa. Comunque non pensare di essere l'unica a vivere questi tormenti. A volte ci perdiamo. Un attimo prima sappiamo dove siamo, il secondo dopo non lo sappiamo più. Ci perdiamo a guardare il resto del mondo. Ci perdiamo ad osservare le altre persone, ad analizzarne il comportamento nella speranza di trovare le risposte alle nostre domande. Ci perdiamo ad aspettare che accada qualcosa, senza trovare il modo di far si che qualcosa accada veramente. Non sappiamo più chi siamo. E allora cadiamo. Cadiamo nel gelo, nel fuoco, nel fango. Ed abbiamo paura di non riuscire più a rialzarci. Ma invece la forza c'è, è da qualche parte dentro di noi. E la tua forza non deve essere rinchiudersi in un cubo di ghiaccio. Dev'essere andare avanti comunque, sfidare il destino avverso, rialzarsi in piedi. Aslan ti ha portata qui per cogliere una nuova opportunità. C'è sempre una nuova opportunità. Tutto quello che devi fare, è non sprecarla.-
Maya, stavolta, mi guardò davvero negli occhi. Potevo leggere nel suo sguardo un grande sollievo. Chissà da quanto tempo si stava tenendo dentro tutte quelle preoccupazioni. Spesso, anche se non si trova una soluzione ai problemi, parlarne serve comunque a togliersi un grande peso.
Mi sorrise senza dire nulla. Sapevo che dentro di sè mi stava ringraziando, ma non era ancora capace di farlo a parole. Non importava, bastava solo essersi capire.
E non avevo solo aiutato lei, col mio discorso. Avevo anche aiutato me stessa. A volte ci si può auto-infondere coraggio.
Ero quasi felice che i Signori Castori ci avessero proibito di rimetterci subito in viaggio. Era necessario avere questa conversazione. Ora eravamo pronte davvero.
***
Se ne avete voglia, vi invito a leggere il mio fantasy Logan Flame e il Soffio del Drago!
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Andiamo a Narnia
Fanfiction"Trovate gli altri due compagni. Poi trovate me. Mi hanno imprigionato. Pensano di aver vinto...pensano che basti questo a far sparire Narnia...non hanno capito. C'è altra speranza. C'è sempre speranza. Tocca a voi. Narnia deve essere salvata"