25. Porte da Aprire

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DAL PUNTO DI VISTA DI ALIS

Non mi sfuggivano le occhiate che di tanto in tanto mi mandava Mick, ma cercavo di non pensarci troppo perchè erano occhiate che mi confondevano e distraevano. Non potevo permettere ai miei pensieri di vagare in territori inesplorati: la missione era trovare Aslan. Per tutto il resto ci sarebbe stato tempo successivamente.

Il castello di Jadis si rivelò un'intricata serie di corridoi, scale, ghiaccio e gelo. Io e il mio nuovo compagno di avventura seguivamo le Mappe sperando di non perderci e di interpretarle nel modo corretto.

Ma c'era una nota stonata. Era tutto fin troppo tranquillo. Io e Mick procedevamo silenziosamente seguendo il percorso che Aslan ci delineava nelle Mappe. Oltre al riecheggiare dei nostri passi felpati non c'era nessun altro rumore. Era come se nessuno ci stesse cercando. Come se Jadis e Miraz non avessero impiegato forze nel trovarci.

Era tutto molto strano. Era come se qualcosa di terribile fosse in agguato, ma ancora non era giunto il momento.

-Ci...ci eravamo già visti?- domandai ad un certo punto, con un sussurro.

Mick si voltò verso di me con un'espressione entusiasta, come se avesse aspettato quella domanda dall'attimo esatto in cui mi aveva trovata -Sì.-

-Perchè non me lo hai detto subito?-

-Speravo te ne accorgessi tu.-

-Dove ci siamo visti? In università?-

-Sul treno.- rispose Mick, mentre svoltavamo nell'ennesimo corridoio.

Sembravamo destinati a non raggiungere mai la meta.

Cercai di fare mente locale, ma non mi venne in mente nessun viaggio in treno in particolare.

-Ci siamo mai rivolti la parola prima di oggi?-

Mick scosse il capo -Però ti ho sentita spesso parlare.-

-Com'è possibile che non mi sia mai accorta di te?-

-Me lo chiedo anche io.- disse lui, con un sorrisetto spontaneo.

Il suo sguardo era diverso da qualsiasi sguardo avessi mai visto. Mi leggeva l'anima.

Mi chiesi quali discorsi avesse ascoltato. Arrossii. Sul treno parlavo prevalentemente di Theo. 

-Avrai sentito tutte le mie disavventure sentimentali...- buttai lì, non sapevo perchè, ma sentivo il bisogno di fargli capire che Theo non mi interessava più.

-Già.-

-Era qui.- dissi, mentre scivolavamo dentro un corridoio angusto -Il ragazzo di cui parlavo...è arrivato a Narnia, poi però è tornato indietro. Non era....-

-La persona giusta?-

-Esatto. Nè per Narnia, nè per me.-

Mi sentii sollevata nell'essere riuscita a comunicarglielo. Anche Mick parve sollevato.

-Magari Aslan lo ha fatto venire qui proprio per fartelo capire.- affermò, cominciando a scendere degli scalini. 

Annuii -Ogni cosa che ha fatto succedere Aslan da quando sono qui penso abbia una ragione precisa.-

Poi sobbalzai, le orme sulla Mappa si erano fermate. Alzai lo sguardo e mi accorsi che io e Mick eravamo finiti davanti ad una porta.

-Si sono fermate anche le tue?- domandai.

Mick fece un cenno di assenso -Potremmo esserci, magari Aslan è dietro questa porta.-

Mi guardai attorno in modo circospetto. Come poteva essere tutto così facile?

Mick intercettò il mio sguardo -Anche tu alla ricerca della trappola?-

-Esatto.-

-Non possiamo far altro che aprire la porta. Spesso bisogna avere il coraggio di aprire una porta, non trovi?- disse, con fare poetico.

Annuii.

Lui appoggiò la mano sulla maniglia e l'abbassò. Uno scricchiolio accompagnò l'apertura della porta. Trattenendo il fiato, feci un passo in avanti. Mi trovai nella penombra. 

-Ma cosa...- la frase di Mick si perse nell'aria.

Ci guardammo intorno sorpresi. Sembrava fossimo finiti su un palcoscenico. Anzi, dietro le quinte. Da dove stavamo potevamo scorgere il palco e più avanti delle tende a coprirlo da un'eventuale platea. Non sapevamo cosa ci fosse oltre le tende, non potevamo vedere.

-Guarda, là in fondo c'è un'altra porta.- disse Mick, indicando un punto esattamente di fronte a quello in cui ci trovavamo noi.

Lanciai un'occhiata alla Mappa e per poco non urlai. La pergamena si dissolse tra le mie dita come un mucchio di sabbia.

Anche a quella di Mick accadde lo stesso. 

Feci per parlare, poi però sentii delle voci. Sembravano provenire da oltre le tende. Feci segno a Mick di stare in silenzio e camminai a passi felpati verso le tende del palco. Provai a scostare di poco, in modo tale da poter spiare oltre, senza farmi vedere da nessuno.

Dovetti mordermi un labbro per non emettere alcun suono.

Vidi una cella. Dentro la cella c'erano Jonny, Maya e Richard, particolarmente malridotti. Davanti a loro Jadis e Miraz.

Mick mi raggiunse, mi spostai per far vedere anche lui cosa stava accadendo. 

Poi Jadis cominciò a camminare verso il palco. Il mio cuore prese a tamburellare all'impazzata. Non potevamo farci scoprire.

Mick mi prese per mano e mi fece indietreggiare fino a raggiungere la porta da cui eravamo arrivati. Ci rituffammo dietro di essa, tenendola aperta solo di uno spiraglio per poterci guardare attraverso.

Jadis raggiunse le tende, le scostò e salì sul palco.

Trattenni il fiato nella frazione di secondo che precedette il suo movimento. Per fortuna la Strega Bianca si incamminò verso l'altra porta. Sembrava estremamente soddisfatta. Non era di sicuro una buona notizia per noi.

Estrasse una chiave dalla veste e fece scattare la serratura della porta. Quando l'aprì, Mick dovette mettermi una mano davanti alla bocca per impedirmi di urlare.

Oltre la porta c'era una gabbia che sembrava esser costruita con lastre di ghiaccio. 

Nella gabbia c'era Aslan.

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