17. Immagini del passato

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DAL PUNTO DI VISTA DI RICHARD

Mi sentii esplodere di entusiasmo quando misi piede nella galleria. Probabilmente avrei dovuto tremare dalla paura, almeno un pochino, ma la frenesia ebbe la meglio. Era fantastico, non potevo desiderare altro: mi trovavo a Narnia, proprio a Narnia! Avevo sognato di raggiungere quel magico luogo tantissime volte. Ero cresciuto leggendo i libri di C.S. Lewis e guardando i film, sapevo a memoria battute e citazioni, avevo scaricato la colonna sonora dei film nell'Ipod...ma non avevo mai immaginato che Narnia potesse essere reale.

Certo, sarebbe stato meglio giungere a Narnia in un altro momento e non quando Aslan era stato preso prigioniero da Jadis e Miraz, ma non potevo lo stesso lamentarmi, mi trovavo in un posto in cui si sarebbero voluti trovare tantissimi ragazzi e bambini. 

Forse non i miei amici. Forse andare a Narnia non rientrava nei loro più vividi desideri. In effetti troppa gente considerava Le Cronache di Narnia una Saga per bambini. Gente che non capiva nulla: avevo letto i libri svariate volte ed ero certo che ci fossero ancora mille significati tra le pagine, in attesa di essere scoperti e assaporati. Narnia non è solo per bambini, Narnia è per chi ha voglia di mettersi in gioco, di misurarsi con il proprio coraggio, di riscoprire il sapore della speranza, di trovare il proprio posto nel mondo anche con l'aiuto della fantasia.

Per questo non fui colto da alcun timore quando io e i miei compagni di viaggio sparimmo in quattro gallerie differenti, ero certo che avrei rivisto tutti.

Non era molto illuminato il cammino. Dovevo stare attento a non inciampare nel terreno sconnesso e a non farmi trafiggere dagli spuntoni delle pareti. Procedevo cauto, strizzando gli occhi per vedere nella penombra. In realtà mi sarei aspettato un buio pesto, non capivo nemmeno da dove provenisse quella flebile luce che guidava i miei passi. Probabilmente si trattava di Aslan, in qualche modo mi stava dando una mano.

Mi chiesi chi di noi avrebbe potuto trovarlo. Magari ci saremmo ricongiunti alla fine e saremmo andati da lui insieme. Oppure sarebbe arrivato a destinazione soltanto uno di noi. Cercai di immaginarmi compiere la grande impresa, ma in realtà non mi interessava essere il primo a trovare il grande leone. Non cercavo gloria, non cercavo di essere il migliore. Sapevo che presto o tardi avrei avverato il mio sogno di incontrare Aslan e non mi importava se lo avessi fatto per primo o per ultimo, per un giorno o per un secondo. 

L'umiltà e la modestia erano sempre state caratteristiche che mi contraddistinguevano, ma non sempre ciò era un vantaggio. Ero una persona entusiasta, intraprendente, ma non troppo orgogliosa. Le persone vedevano questa cosa come una mia debolezza. Ero Richard lo strambo, allegro e vivace, ma nulla di più. 

Per poco non inciampai quando mi ritrovai davanti ad una scalinata. Non mi ero accorto dei gradini e ci stavo andando addosso. Deglutii e iniziai a salire, stavo tornando in superficie?

Decisi di togliere una freccia dalla faretra per precauzione, di modo che se ne avessi avuto bisogno avrei potuto tirarla con l'arco più velocemente. 

La luce era sempre tenue, ma presente, costante. Era come la mia speranza, a volte fioca, ma che non vacillava mai.

All'improvviso mi sembrò di vedere un'immagine passarmi accanto. Sì, proprio un'immagine, come se fosse una scena di un film in uno schermo invisibile. Pensai fosse uno scherzo di luci e continuai a salire, ma ad un certo punto trovai la strada sbarrata da un cancello. Aggrottai la fronte e iniziai a pensare ad un modo per oltrepassarlo. Forse avrei potuto forzare la serratura con la punta di una freccia.

Tastai la superficie gelida del cancelletto di ferro con le mani perchè non riuscivo a vederlo bene, ma non individuai nessuna serratura. Come avrei fatto a passare?

All'improvviso mi bruciarono gli occhi per la luce che si materializzò davanti al mio naso. Sul cancelletto iniziarono ad essere proiettate delle immagini. Ci misi un secondo per riconoscere la scena.

Ero io, a scuola, qualche anno prima. Stavo chiedendo se qualcuno avesse mai letto le Cronache di Narnia. I miei compagni ridevano e mi domandavano perchè mai leggessi ancora storielle per bambini. Io ci rimasi male, ma mascherai il mio disagio mettendomi a ridere e fare battute.

Sorridere era spesso un modo per nascondere delusione o tristezza.

Deglutii sentendo l'amaro in bocca. Perchè stavo vedendo proprio quella scena? Perchè rivivere un ricordo del genere? Era un singolo fatto, nemmeno troppo importante. Oppure un'importanza c'era?

Capii che non sarei riuscito ad oltrepassare il cancelletto finchè non avessi capito quale fosse il punto importante di quel video.

Era Aslan che mi stava facendo vedere quello stralcio del mio passato? Oppure era un tentativo di Jadis per indebolirmi?

La scena terminò, poi cominciò daccapo. Osservai ancora il mio volto entusiasta mentre il me di qualche anno prima faceva la fatidica domanda. Mi vidi trattenere una smorfia quando i miei compagni commentavano con fare quasi sprezzante. Poi mi vidi ridere. 

Rivedermi ridere fu come ricevere un pugno nello stomaco. Stavo ridendo, stavo ridendo di Narnia. E per cosa? Per non fare la figura dello scemo. Ma per evitare di fare la figura dello scemo, stavo facendo lo scemo veramente. Perchè rinnegare qualcosa che amavo soltanto per non apparire diverso dagli altri? Qual era il problema se ogni tanto amavo rifugiarmi nella fantasia e lasciarmi trasportare in quel mondo di speranza e ardore? 

Strinsi i pugni. Non avrei mai più rifatto una cosa del genere. D'ora innanzi avrei seguito i miei interessi e le mie passioni senza lasciarmi condizionare dal giudizio altrui. Non mi importava come mi vedevano gli altri, sapevo di essere una persona corretta, umile e determinata. Avrei trovato qualcuno che mi avrebbe apprezzato per quello che ero. Anzi, già avevo trovato qualcuno: Jonny, Alis e perfino Maya, nonostante il suo sguardo ostile, mi avevano accolto subito come uno di loro. 

Non sapevo quasi nulla del ragazzo che avevo sostituito, ma se ero arrivato a Narnia in cambio di qualcuno che non aveva avuto il coraggio o la voglia di proseguire, voleva dire che non ero così debole come tutti credevano.

Con un sorriso sulle labbra, notai che il cancello si era finalmente aperto. 

Ma il sorriso si spense immediatamente.

Perchè c'erano i lupi di Jadis davanti a me. E mi sbarravano il cammino spalancando le loro fauci taglienti.

Andiamo a NarniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora