13. Un "piccolo" aiutante

361 35 9
                                    

DAL PUNTO DI VISTA DI JONNY

Io, Theo e Tumnus camminammo per molto tempo. Eravamo più che altro io e Theo a parlare, mentre il fauno ci indicava la via. Non ci aveva dato altre indicazioni riguardanti l'amico che stavamo andando a trovare. Ogni tanto mi chiedevo chi fosse, se si trattasse di qualche personaggio presente nei libri oppure qualcuno di nuovo. Non potevo fare ipotesi insieme a Theo perché lui di Narnia sapeva soltanto quello che gli aveva raccontato Alis. 

Ogni tanto cercavo di spostare il discorso su di lei. Ma iniziavo a capire cosa intendesse quando diceva che secondo lei Theo non si era accorto di nulla. Lui non cambiava espressione del viso quando la citavo, non faceva troppe domande. Ne parlava come se fosse una persona come tante, e mi dispiaceva. 

Pensavo che dato che era arrivato a Narnia, ci doveva essere un motivo e io quel motivo lo vedevo soltanto in Alis. Forse il tempo mi avrebbe dato ragione, forse no.

La realtà era che non ne sapevo molto di relazioni. Io non mi ero mai interessato alle ragazze. Ero uscito con una mia compagna di classe, una volta, ma solo perchè lei aveva insistito. Non mi ero mai innamorato veramente. Credo che le ragazze, da questo punto di vista, siano più avanti di noi ragazzi, ed è per questo che soffrono molto più di noi.

Magari nemmeno Theo aveva mai avuto una ragazza oppure ne aveva avute cento, non avrei saputo dirlo.

-Le ragazze dovrebbero raggiungerci al punto di ritrovo se sono state ritrovate da alcuni alleati.- commentò Tumnus, sembrava molto sereno, evidentemente aveva fiducia nel fatto che Alis e Maya fossero stare aiutate da qualcuno -Il piano era quello, portarvi lì e darvi le ultime indicazioni prima della missione di salvataggio.-

-Perciò saremo noi quattro ad andare a salvare Aslan?- domandai, camminando accanto al fauno.

Theo era accanto a lui, dall'altro lato.

Tumnus annuì e ci fece segno di svoltare a destra -Noi ovviamente vi daremo una mano fino ad un certo punto, poi dovrete proseguire da soli. Il viaggio fino a qui è stato una sorta di addestramento per prepararvi ai pericoli più grandi. Spero siate pronti.-

-Sì, dai. Lo siamo.- rispose Theo, sicuro.

O forse voleva solo mostrarla, quella sicurezza? Non riuscivo a comprenderlo totalmente, anche se avevamo parlato molto.

-Siamo quasi arrivati, un ultimo sforzo!- esclamò il fauno, guidandoci in un boschetto rigoglioso.

Ogni traccia di neve era sparita. 

Ci addentrammo in un sentiero serpeggiante. Annusavo l'aria a pieni polmoni: era pulita e sapeva di erbetta appena tagliata. Era proprio così che mi ero immaginato Narnia nel corso della mia infanzia e anche negli ultimi anni. Un posto accogliente, sereno, immerso nella natura. 

Anche Theo si guardava intorno. Per lui doveva essere ancora più strano e difficile trovarsi lì, non aveva passato gli anni da bambino a fantasticare di trovarsi in quel posto. A volte mi chiedevo a cosa pensasse quando lo vedevo con lo sguardo un po' perso. Forse non era felice di trovarsi lì. O magari era solo una mia impressione.

Quanto è difficile comprendere le altre persone!

-Eccoci!- affermò il fauno, con un largo sorriso, mostrandoci una piccola casetta di legno con il tetto ricoperto di muschio verde e le finestre quadrate adornate da fiori colorati -Abbiamo scelto un posto piccolo e un po' sperduto per non farci trovare facilmente da Jadis. Ogni tanto ci spostiamo per sicurezza, ma torniamo sempre qui. Quartier generale. Nei prossimi tempi ci raggiungeranno tutti gli alleati appena riusciremo a dare il segnale che siete qui. E se qualcuno ha trovato le ragazze, magari si è già messo in contatto col quartier generale per avvisare. Vediamo subito se abbiamo notizie.- 

Ci avvicinammo alla casetta e Tumnus andò a bussare. Dopo pochissimo la porta si aprì, forse da sola, perchè non vidi nulla.

Theo fece per aprire la bocca e commentare, aveva uno sguardo perplesso. 

Il secondo dopo si ritrovò disteso a terra con un essere grigio sul petto che gli puntava una spada in miniatura alla gola.

Non potevo crederci!

-Allora, ti aspettavi uno più grosso?- domandò Ripicì, col suo tono simpaticamente minaccioso.

Theo aveva gli occhi sgranati, mi chiesi se Alis gli avesse raccontato di Ripicì oppure no. Mi sembrava strano che non lo avesse fatto, ma l'espressione di Theo me lo fece sospettare...

Scoppiai a ridere senza riuscire a trattenermi quando Ripicì esclamò -Sì, sono un topo! E probabilmente sono anche più coraggioso di te, messer. Ho combattuto molte battaglie. Tu quante battaglie hai combattuto?-

Theo cercò di tirarsi un po' su -Io ho combattuto quelle per il 18 negli esami dell'università.-

Ripicì parve sorpreso dalla risposta. Evidentemente nemmeno sapeva cosa fosse un'università e si stava chiedendo quando si sarebbe potuto mettere alla prova con la nuova sfida.

Il topo coraggioso balzò giù da Theo e gli permise di rialzarsi, poi si voltò verso di me -Vedo che tu invece non sottovaluti la forza dei piccoli, dico bene?-

Annuii - Ti stimo molto. Ripicì!-

-Ecco, vedi di imparare.- Ripicì rimbeccò Theo.

Lui non sembrava offeso, ma divertito.

-Dai, Rip, fai entrare i ragazzi. Parleremo di coraggio e battaglie davanti ad un bel piatto di sardine.- intervenne Tumnus, richiudendosi la porta alle spalle.

Ripicì ci condusse in una sala abbastanza ampia considerato quanto piccola apparisse la casa da fuori. Le sardine c'erano veramente, ma per fortuna altre pietanze occupavano piatti e ciotole su un tavolo rotondo.

-Notizie?- domandò Tumnus prendendo posto insieme noi attorno al tavolo.

-Le donzelle sono a casa dei Signori Castori!- esclamò Ripicì, entusiasta -Appena finiranno di riprendersi si metteranno in marcia per raggiungerci. Così anche gli altri.-

Non specificò chi fossero gli altri, ma al momento non riuscivo a fare domande, riuscivo soltanto a provare sollievo per Alis e Maya e a riempirmi la pancia di cibo. 

Mangiammo e parlammo per un po', poi la stanchezza iniziò a farsi sentire. Ripicì ci mostrò una stanza dove potevamo riposarci. Ci cambiammo i vestiti e ne indossammo alcuni che ci diede Tumnus, poi lui e il topo ci lasciarono soli per non disturbarci.

Mi buttai sul letto come un sacco di patate. Sentivo dolori ovunque.

Theo, invece, si limitò a sedersi.

-Non hai voglia di dormire?- gli domandai.

-Tutto questo mi confonde un po'.- mi rispose lui, sembrava quasi malinconico -Non ho ancora ben capito cosa ci faccio qui.- 

E dietro quella frase, c'era il mondo. Perché ero sicuro che Theo intendesse tante cose con quel semplice "qui". 

Qui nella stanza con me. Qui a Narnia. Qui in un posto strano. Qui in un'avventura condivisa con Alis, una compagna di università di cui ancora non sapeva molto o non capiva nulla. Qui nella situazione in cui si trovava.

Per una volta non seppi cosa rispondere. Non mi uscì nessuna battuta, nè un incoraggiamento. 

Riuscii soltanto a sospirare.

Poco dopo si sdraiò anche lui. Restammo in silenzio. Volevo dire qualcosa, ma non sapevo cosa. Forse Alis avrebbe saputo cosa fare. Pensai a lei e a Maya, erano salve, sì, ma come se la stavano passando? Litigavano o chiacchieravano?

E soprattutto, si capivano?

***
Se ne avete voglia, vi invito a leggere il mio fantasy Logan Flame e il Soffio del Drago!

Andiamo a NarniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora