28. Compassione

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Un urlo da stadio riempì la grande sala del teatro quando balzai fuori dallo sgabuzzino armata di lancia e gridando PER ASLAN. Jonny diede il meglio di sè iniziando a fare lo stupido e acclamandomi come se avessi appena vinto la Champions, Mick e Richard lo seguirono a ruota e rimasi esterrefatta quando alle loro urla si unirono quelle di Maya.

Mi sentii avvolgere da una nuova forza. Ero al cospetto della terribile Strega Bianca, impugnando una pericolosissima arma che avrebbe potuto uccidere Aslan e che non sapevo come usare per sbarazzarmi di Jadis: sarei dovuta scoppiare a piangere dalla paura. Eppure sentivo di non essere sola. Non importava che i miei compagni di avventura fossero dietro a delle sbarre. Per me era come se quelle sbarre non esistessero affatto. Sentivo ognuno di loro accanto a me.

Jadis si accorse però del mio tentennamento e scoppiò in una gelida risata -Cosa pensi di fare con la Falce?- 

-Mmm. Sconfiggerti?- risposi io, era per miracolo che la mia presa restava salda sulla Falce.

Avevo le mani indolenzite e tremavo, ma non avevo intenzione di arrendermi.

La mia risposta suscitò ancora di più l'ilarità della Strega Bianca.

-Posa quella Falce.- mi ammonì.

-Non ne ho intenzione.- ribadii, scuotendo il capo e facendo un passo in avanti.

Lei indietreggiò spontaneamente, il suo viso tradì un certo disagio. Non voleva certamente farmi notare il suo timore per l'arma che avevo in pugno, ma evidentemente ero entrata in possesso di un oggetto talmente potente che Jadis non riusciva a celare la sua agitazione.

Ma cosa dovevo fare? 

Jadis alzò il palmo di una mano verso di me e temetti mi avrebbe trasformata in una statua di ghiaccio, ma di riflesso sollevai la Falce ponendola davanti a me come uno scudo e il getto di magia della Strega vi rimbalzò contro e tornò verso la donna.

Jadis scansò la sua stessa magia per un soffio. Un'espressione frustrata di fece largo sul volto della Strega Bianca.

Jonny e Mick esultarono come se avessi fatto un goal.

Per tutta risposta, la Strega Bianca rivolse le mani verso di loro e scagliò un'ondata di magia che si infranse sulla gabbia e la fece tremare violentemente. Caddero tutti a terra. Jonny sembrava messo peggio degli altri, probabilmente era stato torturato in precedenza da Jadis e Miraz.

Dovevo agire in fretta.

Feci un altro passo verso Jadis. Lei mi guardò indiavolata, attinse ancora alla sua magia di ghiaccio e cercò di colpirmi. Misi nuovamente la Falce davanti a me e riuscii a difendermi, ma la Strega Bianca tornò immediatamente all'attacco e nel giro di un secondo mi ritrovai di nuovo nello sgabuzzino, per terra.

Cercai di rialzarmi immediatamente, Jadis era pronta ad un'altra mossa.

Ma la Falce non sembrò aver intenzione di proteggermi. Finii contro il muro della stanzetta. Un dolore lancinante mi si diffuse nella schiena. Strinsi i denti e provai a tirarmi su, ma con scarsi risultati.

La risata malvagia di Jadis riecheggiò nell'aria. 

-Alis, forza!- urlò Mick, probabilmente con tutto il fiato che aveva in gola.

Strinsi la Falce nelle mie mani e l'appoggiai a terra per darmi lo slancio che mi avrebbe permesso di rimettermi in piedi. Mi risollevai e uscii di nuovo dalla stanzetta.

Jadis rise -Che scena commuovente, appena i tuoi amici ti incitano tu ritrovi la forza.-

-Molto commovente, sì.- affermai, facendo un passo verso di lei -Peccato che tu non potrai mai provare una simile sensazione. Tu non hai la benchè minima idea di cosa significhi avere degli amici. Non sai provare affetto, non sai amare e non sai cosa vuol dire essere amati. Chi ti ama, Jadis? Chi ama una Strega malvagia come te? Tu hai sudditi, hai schiavi, non hai nemmeno compagni di pari livello: lo hai dimostrato con Miraz. Lo hai mandato via alla prima insoddisfazione nei suoi confronti. Non è così che ci si rapporta con le persone. Tutti sbagliano, tutti sono deboli in alcune circostanze...spesso ci siamo scontrati io e i miei compagni di avventura, spesso abbiamo avuto idee divergenti, spesso volevamo approcciarci alle diverse situazioni in modi completamente opposti tra di loro...ma abbiamo imparato a collaborare ugualmente, a capirci tra di noi. Quindi sì, quando sento il loro appoggio ritrovo la forza.-

-Siete sempre abili coi discorsi voi...- commentò Jadis, con una smorfia -Parlate, parlate...ma alla fine siete voi a rimetterci.-

Per sottolineare le sue parole fece un'altra magia in direzione della gabbia. Tutte le sbarre si congelarono e la prigione diventò un grande cubetto di ghiaccio.

Mi si strinse lo stomaco.

Vedevo a malapena i miei amici attraverso le lastre di ghiaccio. 

-Ed eccoti qui, da sola.- disse la Strega Bianca, una luce trionfante negli occhi.

Scossi il capo -Non sono sola. Saranno anche dietro una lastra di ghiaccio, ma i miei amici sono qui. Certo, tu non puoi capire cosa vuol dire sentire l'appoggio di qualcuno anche se non lo si vede fisicamente. Senza contare che dimentichi un fattore importantissimo: Aslan.-

-Un leone che giace inerme in una gabbia.- mi derise Jadis.

-Lui ci ha guidati fino a qui.- replicai, mentre parlavo cercavo di prendere tempo e riflettere su come avrei potuto sconfiggere la Strega Bianca.

L'unica possibilità sarebbe stata cercare di trafiggerla con la Falce.

-Ci risiamo...- commentò Jadis scocciata -Pronti a seguire un leone che si vuole far salvare dagli altri quando avrebbe il potere di salvare se stesso. Non vi sentite usati? Beh, comunque mi sono davvero stancata di parlare.-

Si avventò verso di me, io protesi la Falce nella sua direzione e provai a trafiggerla, ma con scarsi risultati. Mi sentii avvolgere da un gelo improvviso e caddi nuovamente per terra, a pochi passi dalla gabbia in cui era rinchiuso Aslan. Mi si appannò perfino la vista.

-Non sei capace di ricorrere alla violenza.- mi sbeffeggiò Jadis.

-Non è alla violenza che voglio ricorrere.- dissi, con un sussurro -Io vorrei salvarti, ma a quanto pare non c'è modo.-

-Salvarmi?-

-Dalla tua stessa malvagità. Potrai non crederlo, potrai non capirlo, ma ho compassione per te.-

-Se non avessi voglia di farla finita, ti lascerei parlare ancora per qualche minuto.- disse Jadis, mentre io inutilmente cercavo di alzarmi -Ma la mia pazienza ha veramente raggiunto il limite. Aslan sarebbe dovuto morire già parecchi minuti fa.-

Si avvicinò a me nel tentativo di strapparmi la Falce di mano. Io opposi resistenza con tutte le mie forze.

Non potevo fallire. Non in quel momento. Non trovandomi così vicina ad Aslan.

Eppure sentii la Falce scivolarmi via dalle mani...

Mi sentii improvvisamente debole.

Cacciai un urlo di disperazione. Poi mi issai sui gomiti cercando di alzarmi.

E Jadis era lì. Davanti alla gabbia di Aslan. La Falce stretta in mano.

Era pronta. Prontissima.

Prontissima per l'omicidio.


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