10. Oh wait, Lewis!

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La mia vita strava trascorrendo più che bene, stavo felicemente stravaccato sul mio divano, fingendo di essere morto o qualcosa del genere. Avevo deciso di non pensare al mio stato di confusione nei confronti del mio vicino di casa reagendo in modo.. in modo alternativo.

Pacchetti di popcorn e cibo, che nemmeno mi ero ricordato di possedere in casa, era sparso per il mio salotto. La tv accesa, e il telefono spento. Avevo ignorato le citofonate da parte di Stan e il campanello che qualcuno aveva fatto suonare per gli ultimi 3 giorni, alternando gli orari. Iniziava alle 9, poi ritornava alle 12, spariva fino alle 6 e poi ritornava alle 11. In tutto questo, io mi fingevo morto.

In tutto questo avevo chiesto dei giorni di permesso a Dems, che mi aveva pienamente capito.

Stavo reagendo bene, facevo finta di non pensarci e stavo bene. Io stavo bene. Era il 17 Dicembre e tra meno di due settimane ci sarebbe stato il mio compleanno e tra meno di un mese il matrimonio di mia madre. Con Harry. Merda.

D'un tratto reagii e mi misi a sistemare il salotto. Raccolsi tutti i sacchetti, pulii il pavimento e buttai il cibo. Raccolsi il tutto e mi infilai una felpa per scendere a buttare la pattumiera. Non osai guardarmi allo specchio.

Scesi, cercando di evitare incontri imbarazzanti ma- ovviamente no!
Stavo semplicemente buttando i sacchetti negli appositi contentitori puzzolenti quando qualcuno mi spaventò facendo cadere qualcosa dietro di me. E quel qualcuno era - no, non era Harry - la signora del piano di sotto.

"Uhm salve." Sorrisi, finendo e uscendo dalla porticina.
"Oh aspetta, Lewis!" Urlò con la sua limpida voce da anziana. È Louis. Non è difficile, Dio.
"Louis, signora. Mi chiamo Louis" sussurrai imbronciato. "Come vuoi, è uguale" borbottò e io alzai gli occhi al cielo.

"Di fronte a te abita Henry?" Oh, Dio. Ma i nomi questa li imparerá mai? "Harry, signora." Alzò gli occhi al cielo e mi porse una lettera. "È per lui, potresti portargliela? Sto andando da mia figlia che ha-" la stoppai afferrando la busta.

Ma perchè doveva parlare così tanto?

"Certo, gliela porto io. Arrivederci." A mai più. Corsi via.

Preso dalla curiositá - davvero? - lessi il nome del destinatario.

Des Styles.

Suo padre. Per quale motivo suo padre - scomparso anni prima - gli stava mandando una lettera?

Arrivai di fronte alla sua porta e suonai il campanello esitante. Beh, di certo non mi aspettavo che mi aprisse lui. E non Harry. Lui.

Alexjka: capitolo senza Larry, mi spiace ma dovevo :( approfitto per farvi gli auguri di buon anno, spero passiate una bella giornata e serata

vi voglio bene, un bacione x

Bestfriend - Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora