24. Shut up!

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Alexjka: ecco quá il capitolo! non pensavo di scriverlo così velocemente. godetevelo e fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo davvero..

un bacione x


"Cosa significa che non è quello che penso mamma?" urlai furioso, rispondendo a mia mamma.

"Tesoro, è impossibile che sia tuo padre. Lo sai che lui è, ehm-" la bloccai "morto. Si, lo so che è morto, ma questo non giustifica il biglietto."

"Louis non lo so, davvero." Disse con voce tremante, "si saranno sbagliati gli zii." Parlò con voce tremante. Sbuffai e annuii, "okay, ora vado mamma. Ci sentiamo prima del matrimonio." Ci salutammo e attaccai. Mi passai una mano sul viso e cercai di non pensare a nulla. Cercai di non pensare al biglietto che mi aveva spaventato, cercai di non pensare ad Harry e all'effetto che stava iniziando ad avere su di me. Perché, per quanto cercassi di non pensarci, lui era sempre il primo nella lista dei miei pensieri. Com'ero passato da odiarlo a sobbalzare ogni volta che mi sfiorava? A sentirmi male ogni volta che mi guardava o parlava? Era come se, tutto d'un tratto, tutti suoi pregi (che non avevo mai notato) si erano messi in risalto, togliendo il posto ai suoi odiosi difetti che, ripensandoci in quel momento, non ricordavo nemmeno.

**

"Louis! Looooouuis! Looouuuui-" urlava dal salotto Harry, "Basta Harry, stai zitto un attimo?" urlai dal bagno. Stavo cercando di rendermi presentabile, quella sera mi sarei divertito e non avrei pensato a nulla. E a nessuno.

"Ma sei entrato in bagno tipo tre ore fa! Ti vuoi muovere? Hai per caso qualche problema?" urlò. No Harry.

"No, ora esco. Un attimo." Mi lavai i denti e spruzzai un po' di profumo. Indossavo degli skinny neri - davvero? -, una maglietta con sopra la giacca di jeans. Sistemai i capelli con il solito ciuffo ed uscii.

"Oh, finalmen- oh." Balbettò Harry, osservandomi. Bene, iniziamo con le cose imbarazzanti. "Vuoi per caso uccidere qualcuno stasera?" 'Magari te.' Pensai mentre scannerizzava ogni parte del mio corpo e, sapete che mette in soggezione il suo sguardo, vero?

"Smettila dai, andiamo riccio." Camminai verso la porta e uscimmo.

**

"Okay, spiegami perchè siamo in un locale gay." Gli chiesi. "Perchè siamo gay?" Disse ovvio. Saremmo potuti andare anche in un locale normale e non dove qualsiasi cameriere cerca di stuprarmi.

"Uf, non capisci nulla." Lui alzò le spalle e si rivolse ad un cameriere "due vodka alla pesca, grazie", per poi sedersi su uno sgabello di fianco a me. Fece scontrare le nostre gambe ed io sobbalzai, prendendo quasi una scossa. Che mi succede?

Io sembravo star per morire, mentre lui era li tranquillo, nella sua camicia a quadri semi-aperta e nei suoi skinny molto - ma molto - stretti. Molto.

Ed io non lo stavo per niente fissando come un maniaco.

Quando arrivarono i nostri drinks, Harry pagò il cameriere e poi si rivolse a me "allora auguri!" facendo scontrare i nostri bicchieri. Sorrisi e bevvi.

**

"Un altro, per favore." Chiesi a sempre lo stesso cameriere. Harry era andato a ballare con un ragazzo ed era letteralmente sparito tra la folla. La musica era alta ed io iniziavo a non capire più nulla in mezzo a quel chiasso. Non ricordo tantissimo di quella sera, ma ricordo perfettamente quando, d'un tratto, lo vidi con quel ragazzo.

Mentre ballava e si strusciava contro di lui. E fu li che provai quella sensazione di fastidio, mischiato all'attrazione, allo stomaco. E non era fame. Era qualcosa chiamata gelosia, suppongo.

In quel momento mi resi conto che volevo essere al posto di quel ragazzo, volevo stare io attaccato a lui. Volevo-

"Caro, vai a prenderti il ragazzo al posto di soffrire sulla vodka qui." Strizzò l'occhio il cameriere. Scossi la testa e mi diressi verso il bagno. Dovevo riprendermi.

Passai tra la folla e, cercando di non farmi vedere, entrai nel bagno stranamente vuoto. Mi sciaquai la faccia con dell'acqua fredda e poi l'asciugai. "Merda." Poggiai le mani contro il lavandino.

I miei pensieri confusi bruciavano ancora su Harry e quel coglione che si strusciava addosso a lui. Maledizione.

"Louis? Stai bene?" Parlò la voce di Harry ed io pensai di aver avuto un'allucinazione. Poi mi girai e lo vidi, annuii. "Certo."

Aveva gli occhi rossi e divertiti, il viso rilassato ed era- era bellissimo. Era davvero bellissimo E non ci potevo fare nulla. Come avevo fatto a non notarlo prima? Come avevo fatto a resistere?

"Sicuro? Se vuoi possiamo tornare a cas-" scossi la testa, "stai zitto." Mi passai una mano tra i capelli. Se ne stava li, poggiato contro il muro, con lo sguardo innocente ed io- aiuto.

"Perchè?" Poi scoppiò a ridere, "cosa ridi?" Sorrisi, cercando di non apparire un ebete. Perchè doveva farmi questo effetto?

"Nulla, è che sono qui e tu sei qui, noi siamo qui. E noi ci odiavamo, e ora non ci odiamo ma ci odiamo e io non so cosa sto per far-" iniziò a straparlare tra le risate ed io lo guardai confuso. "Har-" lui mi bloccò ridendo. "No, shh. Rimbomba Loueh." Ridacchiò, tappandosi le orecchie. Cosa..

"Che casino Louis, che casino. Nick mi ha tradito e Stan ti ha tradito. E la cosa buffa è che ora non mi importa nemmeno più, perchè io e tu e noi e-" mi avvicinai pian piano a lui. "Harry." Gli sorrisi. "Noi, io e te, stavo pure per scopare quel-" straparlò. "Stai zitto, per favore." Mi fermai di fronte a lui e lui si spostò, mettendosi di fronte a me e incastrandomi tra lui e il muro.

Deja-vu?

"No, zitto tu. Tu devi smetterla." Disse serio, ed io deglutii. "Di far cosa?" Sorrisi.

"Di-di sorridere così, perchè non ce la faccio. Tu- tu sei così imprevedibile e così acido e arrossisci per nulla e, oh fanculo."

Non feci in tempo a pensare alle sue parole confuse che mi ritrovai le sue labbra premute sulle mie.

Poggiò le mani sui miei fianchi, salde e ferme. Risposi al bacio, ovviamente, lasciandomi trasportare dal momento. Portai le mani al suo collo, spingendolo verso di me. La testa mi girava e non capivo più nulla, ero come ipnotizzato. Chiese l'accesso, picchiettando leggermente la lingua contro le mie labbra ed io glielo diedi. Ci muovevamo in sincrono, come nel mezzo di un incantesimo.

Però tutti sanno che, ad un certo punto l'incantesimo si spezza, e tutto ritorna come prima.

Si staccò rapidamente dalle mie labbra, e morse le sue nervosamente. "Io- scusami. Merda, è stato un errore."

Bestfriend - Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora