Idromiele e Sobetto al Limone

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Tra tutte le cose successe quell'anno a Hogwart sarebe terminato quel giorno, James, Albus e Lily, stavano uscendo per entrare sul treno, il primo vide Amir fumare tranquillo, non aveva più la divisa, gli sorrise.

-Non parti?- chiese James
-In altro modo- rispose sorridendo Amir- Severus deve assicurare ancora delle cose. Ho saputo che verrai al covo.
James annuì -tutti tre noi
-Sarete i benvenuti...ti darei un passaggio ma...- provo a dire Amir indicando i due dietro di loro
-Tranquillo arriveremo verso sera
-A stasera allora Potter- disse Amir

Tuttavia anche per Amir c'era una sopresa: suo padre. Amir piangendo lo strinse forte 

-Vedendo il buon comportamento di mio figlio hanno deciso di alleviare la punizione- disse dolcemente Tom abbracciando il figlio- ...ho dei giorni limitati. Ma se mi permettono di vederti mi va bene tutto.

Quella sera, erano tutti allegri al covo, Lupin leggeva un libro, Piton e Tom, che aveva di nuovo l'incantesimo per non essere riconosciuto stavano parlando tra loro e Amir era in salotto fumando, a un certo punto si sentì aprire la porta, era Sirius travestito da Felpato, Albus e Lily e infine James.

Amir strinse Albus, che insieme a Lilly, andò in salotto, poi ben attenti che nessuno li vedesse James e Amir si abbracciarono forte sorridendo entrambi.
-È andato bene il viaggio?- chiese Amir all'amico
James annuì
-James Potter- disse chiaro una voce
Tom era apoggiato alla porta, le braccia al petto
-Salve signor...ehh...- si interruppe James cercando l'aiuto di Amir
-Tom - concluse Amir con un sorriso per lui
Tom rise - chiamami Tom - disse a James
Arrivarono anche Albus e Lily che avevano sistemato i bagagli, i due strinsero la mano a Tom poi abbracciarono tutti gli altri

-che cos'è questo posto?- chiese Albus
-Una specie di Ordine della Fenice- rispose Sirius mentre abbracciava i suoi due nipoti
Lily era in disparte e Amir faceva lo stesso lontano da lei

-Sei identica a tua nonna- disse Tom a Lily guardandola
-La conoscevate?- chiese lei stupita
Tom con un lieve sorriso triste si passò la mano sui capelli poggiando una mano sulla spalla di Piton e tornando nell'altra stanza

Intanto in cucina, grazie a una magia il pranzo era magicamente pronto

-Forza venite o si raffredda- disse a tutti Sirius

Dopo cena, tutti si sedettero in salotto, chi fumava, chi parlava, ci rideva, Amir porse a James un po' di Idromiele mischiato a del buonissimo sorbetto al limone

-È buonissimo te l'assicuro- disse in un sorriso

James lo provò e annuì ridendo - e anche forte

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Piton si alzò e usci piano andando sulla soglia della cucina, Lily beveva del succo di arancia in piedi guardando la finestra

-Che cos'hai? - chiese piano
-Professor Piton...io...sono confusa- ammise piano - Amir...
-Amir è un ottimo ragazzo- disse calmo Severus
-Ma temo che non mi perdonerà mai...- disse piano Lily accarezzandosi il braccio
-Se intendi per il bacio che ti ha dato vostro cugino ti perdonerà - chiari piano Piton
-No...io...l'ho chiamato mangiamorte...- ammise piano Lily
Piton si alzò entrando in cucina, prense il drink dalle mani di Lily, lo appoggiò e le sposto i capelli indietro
-tua nonna mi ha perdonato di averla chiamata mezzosangue solo prima della sua morte- disse piano Piton guardando Lily negli occhi- ma...Amir non è quel tipo di persona- chiarì Piton
-Allora perché fa cosi- chiese Lily mentre una lacrime le scendeva dalla guancia
-Ci sono altri motivi- disse Piton asciugandogliela - motivi per cui lui non vuole farvi soffrire- e cosi dicendo fece per uscire
-Anche se mi farà male vorrei sentirlo da lui- disse Lily decisa
Piton alzò un sopracciglio voltandosi a guardarla - siete sicura che alla fine non lo odierete come vostra nonna ha fatto con me?
E con quelle parole lasciò Lily tornando nella sala con gli altri.

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Era pomeriggio inoltrato quando Amir si sedette in un bar completamente deserto, non c'era la benché minima traccia di polvere, ogni cosa in quel posto pareva essere lasciata esattamente ferma a un preciso istante, come se qualcuno gli avesse fatto una foto poi avesse tolto via le persone: il locale pareva arredato come molti dei vecchi bar inglese, fatto di legno pregiato, tutti gli accessori di vetro bianco, le sedie e i tavoli erano tutti ben apparecchiati, le posate ferme al loro posto, così come bicchieri e tazzine da caffè, nessun mobile ai lati, solo un grande orologio a pendolo che nonostante tutti i suoi anni scandiva ancora perfattamente ogni singolo esatto secondo con un lungo e terrificante rintocco da fare invidia alla casa del terrore in persona; forse era per questo che nessuno osava mai entrare in quel posto o forse era per la lunga scia di sangue, che da un tavolo si estendeva oltre, gli schizzi un po' sopra le pareti.
Dei passi avanzarono verso Amir poi si sedettero avanti a lui.
-Bel posto per prendere un caffè Ashrid- disse con disimprovero Amir
-Solo perché non ne sai cogliere la sua essenza non devi permetterti di obbiettare
-Essenza di cosa?
-Sono certo che anche tu senti l'aura di questo posto. Questo non è un posto qualunque
-Che cosa vai dicendo Ashrid- disse Amir ormai arrabbiato da tutta quella misteriosità
Ashrid sorrise e prese fuori il girauniversi, lo passò anche attorno al collo di Amir, e inziò a girarlo...
Il locale era pieno, e le voci basse della gente, uomini e donne lo riempivano di mormorii ininterrotti
-Siamo tornanti indietro nel tempo?- chiese Amir piano vedendo del te caldo davanti a se
Ashrid annui piano, mettendo via il ciondolo.
Sembrava un locale accogliente come altri, doveva essere molto frequentato ai suoi tempi; poi una sedia che cadeva, un urlò di donna, poi l'uomo avanti a lei che si alzava, guardava un punto avanti a se pieno di terrore
-No...tu...tu non esisti...- disse l'uomo piano
Poi qualcuno sparò un colpi diritto al suo cuore facendo schizzare il sangue sulle pareti vicine e a terra, poi l'uomo cerco di trascinarsi fino alla porta ma cadde a terra dopo pochi passi: morto.
Poi una risata, colui che aveva sparato...era l'uomo che era morto! La ferita lo passava da parte a parte esattamente nel cuore, la faccia però molto più bianca, il corpo trasparente e la pistola in mano...poi sparì.
Un tumulto scosse la sala
-State fermi! Nessuno si muova! Ispettore Lestrange!- urlò un uomo alzandosi dal banco
Tutti ubbidirono
-Era il suo fantasma?- chiese Amir piano ad Ashrid
-Si se credi ai fantasmi- disse Ashrid con un sorriso
Da lì iniziò l'indagine, tutti i clienti furono pregati di lasciare le loro postazioni esattamente com'era e mettersi in piedi contro il muro per essere riconosciuti dalla polizia e prese le testimoniante e gli indagati. Niente. Nessuno lo conosceva, la moglie affermava che non erano inglesi ed erano li solo per una vacanza, tutti i loro parenti erano in germania.
Nella mente dell'ispettore Lestrange, così come in quella di Amir si andava via via realizzando l'ipotesi secondo la quale, il pover uomo era staro ucciso da un vero e proprio fantasma che in qualche modo voleva vendicarsi.
Poi un uomo si separò dalla folla, portava un cappotto di pelle lungo e marrone, un berretto e una pipa che fumava con grande calma.
-Su Lestrange non fatevi prendere da tale idee, ve lo dico chiaramente i fantasmi non esistono
-Holmes da quanto siete qui?
Aveva detto Holmes? Amir era sbalordito. Quell'uomo era Sherlock Holmes! Ashrid invece sorrideva calmo.
-Sorseggiavo un te al tavolo infondo e ho potuto assistere a tutta la scena- disse calmo questo
-Allora voi come me, arriverete alla conclusione che senza alcun dubbio quella era un fantasma
-Mi oppongo fermamente Lestrange. E ora vi spiego com'è andata. Su una cosa hai ragione Lestrange, nessuno ha fatto fuori quell'uomo. Egli si è ucciso.
-Ma avete affermato voi stesso che i fantasmi non esistono!
-Infatti non è stato il suo fantasma a ucciderlo, ma lui stesso in carne ed ossa. Ho parlato con il responsabile di questo bar e mi ha confermato come io gia presumevo, che la coppia veniva smesso in vacanza qui e quando lo faceva si sedevano sempre allo stesso tavolo nella stessa esatta posizione; così facendo l'uomo ha potuto pianificare nei minimi dettagli la sua morte: da una stanza segreta ha registrato nel proiettore la propria immagine riflessa in modo da poter essere un fantasma poi grazie a un filo trasparente collegato alla pistola ha fatto in modo che la pistola sparasse proprio a quell ora.
-Ma perché avrebbe creato tutto questo?- protestò Lestrange
-Perché la famiglia di quest'uomo aveva pesanti debiti in Germania. Forse pensava che così facendo nessuno si sarebbe mai più presentato per paura del suo fantasma. Gli unici fantasmi che esistono Lestrange- concluse Holmes aspirando dalla sua pipa- sono quelli che portiamo dentro di noi

Spazio all'autrice:
Eccomi qui!
Perdonatemi se non aggiorno molto spesso ma sono in stage tutto il giorno ;(.
Adesso però ho una domanda per voi: mi piacerebbero le Gif all'interno della storia?
Rispondetemi ;)
Buona letturaaa

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