CAPITOLO 42-chemicals moving

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Il mio cellulare iniziò a squillare. Erano circa le 7 e mezza di sera. Lo presi per vedere chi fosse a chiamarmi, e quando lessi il nome di Luke sul display rimasi parecchio sorpresa. Non poco tesa, mi feci coraggio e risposi...

"Pronto...?" dissi.

"Debby..."

Una voce spezzata pronunciò il mio nome. Dall'altra parte della cornetta si sentivano come singhiozzi, un pianto soffocato, un respiro irregolare e affannoso...era sicuro che fosse Luke?

"Luke...? Sei tu?" chiesi, chiudendomi in camera mia.

"Ho bisogno di te..." mi rispose lui, lasciandomi ancora più sorpresa.

"Luke stai piangendo...?"

"Ti prego, non lasciarmi solo anche tu...ho bisogno di te, Deb..."

"Cosa...che succede? Perché stai piangendo...?"

"Sei l'unica che voglio con me adesso...ti prego, vieni qui" mi chiese, quasi supplicandomi.

"Dove...dove sei?"

"A casa... Ti chiedo scusa per tutto quello che ho fatto di male, ma non lasciarmi ora, per favore..."

Mi sentivo così confusa, e preoccupata. Non capivo cosa fosse successo, cosa aveva Luke, e come potevo essergli di aiuto...

"Ti prego, Deb..." ripeté ancora lui.

"Okay...verrò da te, non ti muovere. Arrivo..."

La risposta di Luke fu un altro singhiozzo soffocato. Riattaccai, e in fretta mi preparai per uscire.



Una volta arrivata davanti a casa di Luke, gli scrissi un messaggio per avvisarlo che ero lì. Lui mi rispose che la porta era aperta, e di entrare. Con un po' di esitazione aprii la porta ed entrai in casa sua, richiudendola lentamente alle mie spalle. L'ingresso era vuoto e silenzioso...

"Luke...?" lo chiamai, senza però ottenere risposta.

Avanzai lentamente, finché il mio sguardo si posò ai piedi di una scala che portava al piano superiore. All'inizio rimasi perplessa, ma poi riconobbi una chitarra. Una chitarra in pezzi.

Non mi era mai capitato di vedere una cosa simile...quella chitarra era certamente di Luke, ma perché era distrutta? Cosa era successo? Ero sicura che Luke non avrebbe mai fatto una cosa simile, amava troppo la sua chitarra, tanto quanto amava la musica...

Ad un tratto intravidi un'ombra alla mia sinistra, e quando mi voltai vidi davanti a me Luke. Era irriconoscibile. I suoi occhi erano gonfi e arrossati, come il suo viso, e lucidi per le lacrime. Solo dopo notai che la sua mano destra, stretta a pugno, stava sanguinando...

"Luke..." lo chiamai di nuovo, avvicinandomi a lui "Che cosa hai fatto...?"

Lui abbassò lo sguardo, osservando la sua mano...

"Bisogna disinfettarla, e bendarla..." dissi.

Lui, senza dire nulla, con l'altra mano prese la mia, e si avvicinò guardandomi negli occhi. Era così strano vederlo così, non era lui. Era evidente che non poteva essere stato lui a ridurre così la chitarra...

"Andiamo in bagno..." gli dissi.

Tenendo la sua mano, andammo insieme fino al bagno. Aprii l'acqua del lavandino e misi sotto la sua mano, ripulendo il sangue...

"Ci sono del disinfettante e delle bende...?" gli chiesi.

Lui fece cenno verso un mobiletto del bagno. Presi quello che mi occorreva, disinfettai la sua mano e gliela bendai. Una volta finito, sollevai lo sguardo su di lui, che continuava a osservarmi in silenzio con i suoi occhi azzurri come il cielo...nonostante il pianto, erano trasparenti come sempre.

#JET BLACK HEART  [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora