La luce fioca entrò dalla finestra e nonostante provassi a coprirmi con le coperte fin sopra la testa non c'era modo di riprendere sonno così, sbuffando e alzandomi alla velocità di un bradipo che deve correre, uscii da quel paradiso confortevole.
Guardai il mio telefono e segnava le 8.47, il motivo per cui il mio cervello dovesse lavorare così presto lo sapeva solo il grande Dio banana.
Andai in bagno con l'intimo, dei jeans corti a vita alta e una maglietta bianca a maniche corte stretta.Mi spogliai ed entrai nel box doccia, l'acqua era calda e il vapore che su formava dentro era molto rilassante.
Mi insaponai, mi risciacquai e lo stesso feci con i lunghi capelli biondi, la pelle bagnata a contatto con l'aria fredda mi fece rabbrividire e mi asciugai subito.
Presi il phone e una spazzola e asciugai i capelli rendondoli dritti, mi vestii e uscii dal bagno."Buongiorno mamma" Le schioccai un bacio sulla guancia appena entrata in cucina.
"Giorno Kim, oggi devo andare a fare delle commissioni penso che ritornerò nel pomeriggio riesci a cavartela da sola?" Chiese mentre si alzava dalla sedia.
"Si mamma" La rassicurai. Nonostante avessi 16 anni a volte mi trattava come una bambina.
Mi salutó e uscì di casa.
Erano le 9.20 e mi preparai la colazione, decisi di andare in sala a mangiare e guardare un po' di televisione.L'accesi ed era su un canale dove tramettevano il telegiornale.
Ho sempre odiato il telegiornale, si parla solo di brutte cose ma restai ad ascoltare perché stavano parlare proprio di Detroit.' E come sempre ritorniamo sul problema Detroit, dove il tasso di criminalità sta aumentando notevolmente.
Ieri notte è stato ritrovato il corpo di John Devis, 34 anni, lungo una sponda del fiume. L'assassino si pensa sia lo stesso dei precedenti omicidi, la tecnica è sempre la stessa e come sempre non ci sono tracce o indizi.
Vi terrem- 'Spensi non volendo più sentire nulla.
Detroit non era mai stata sicura e ora non lo era proprio.
Non avevo paura ad uscire, quella è sempre stata casa mia ma il pensiero che possa succedere qualcosa mi tormentava.Finii con calma la mia colazione e poi salii per truccarmi.
Misi solo un po' di mascara sulle mie lunghe ciglia così si notavano i miei occhi celesti e un po' di fard.
Misi le mie Adidas bianche, presi le chiavi e il telefono, il pacchetto di Malboro e uscii di casa.Mentre camminavo mi guardavo attorno e notavo come poche cose erano cambiate ma molte persone non erano le stesse.
Mi ricordo di alcuni miei amici ma passando davanti alle loro case vidi che la maggior parte avevano un cognome diverso e perciò intuii che si erano trasferiti anche loro.
Non c'erano molte famiglie che venivano ad abitare qui o ci restiva o andavi via.
Io invece ero speciale, dovevo ritornare.Dopo una ventina di minuti mi ritrovai di fronte ad un cancello chiuso.
La scuola era molto grande, mi ricordai che a volte le classi delle medie venivano qui per vedere i film perché l'aula magna era molto più grande.
Non c'era molta gente in giro, per lo più anziani con le borse della spesa.
Mi chiesi dove fossero tutti i ragazzi.
Erano quasi le dodici e non volevo tornare a casa.
Continuai a camminare uscendo dalla cittadina e arrivai nella piccola zona di campagna.
Camminai fino ad arrivare nel posto dove incontrai lui per la prima volta.In quel tempo era tutto più tranquillo e i genitori lasciavano i bambini giocare tranquillamente ma io mi spinsi un po' troppe oltre e arrivai in questo campo lontano.
Era primavera e mi misi a giocare con le margherite appena sbocciate.Ero seduta fino a che non sentii dei passi una voce che mi chiese come mi chiamassi.
Ero molto timida da piccola e per prima cosa alzai lo sguardo e vidi un bambino dai capelli corvini e gli occhi verdi brillanti che mi guardava curioso.
Era piccolo ma aveva qualche anno più di me.
Gli risposi e si sedette affianco a me.
Si presentó lui per primo poi lo feci anche io.
Gli dissi che mi ero persa e mi accompagnó da sua mamma, Anne, che mi aiutó a tornare a casa.
I miei genitori si spaventarono molto quel giorno ma ringraziarono Matt e sua mamma offrendo loro la cena e dopo quel giorno Matt veniva sempre da me e non ci fu una volta che non fossimo insieme
Dove c'era lui c'ero anche io.Mi guardai attorno.
Era tutto secco forse non pioveva da molto, ma quel posto rimaneva sempre speciale.Continuai a camminare fino ad arrivare ad un piccolo ruscello.
Mi tolsi le scarpe e lentamente ci immersi i piedi.
Era fredda ma con il caldo della temperatura si stava bene.
Avevo voglia di fumare e così tirai fuori il pacchetto di Marlboro e ne presi una, la accesi e inziai a consumarla.Era rilassante, mi rilassava i nervi, la cenere spariva in mezzo all'acqua che scorreva veloce.
Da lontano alle mie spalle sentii delle voci, erano dei ragazzi.Inconfondibile era la voce di una ragazza suppungo, era la tipica gallina strozzata.
Non mi girai, non volevo attirare la loro attenzione.
Magari c'era qualche vecchio mio amico o amica.
Oppure c'era lui.A quel pensiero iniziò a battermi forte il cuore, strinsi con una mano un ciuffetto d'erba e con l'altra portai per l'ultima volta alle labbra la sigaretta e poi la lancia in mezzo all'erba.
Chiusi gli occhi e buttai fuori l'ultima manciata di fumo che mi rimaneva nei polmoni.Speravo di rincontrarlo e nello stesso momento non volevo.
Magari si era trasferito e io non lo sapevo.
Era molto probabile non avendo sue notizie da molto tempo ormai.Quando sentii le voci allontanarsi sempre di più mi rialzai e mi rimisi le scarpe nonostante avessi ancora i piedi bagnati.
Davo ancora le spalle alla città quando una voce mi fece bloccare."Ciao"
Revisionata
Spazio a me
.....Non ho idea di chi sia.....
Baci♥♥
Scusate per gli errori.
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Forever You
ChickLit"Come ti chiami bambina?" Chiese il piccolo alla piccola bambina che giocava da sola. Lei alzò per poco lo sguardo sulla figura poco più grande di lei e lo riabbassó subito dopo. "K-kim" Rispose lei timida mentre continuava a giocare con le piccole...