Capitolo 7

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Non potevo ancora credere a quello che era successo, di tutti i ragazzi che esistevano al mondo io dovevo proprio condividere il mio letto con Ethan, avevamo dormito insieme già tre volte, in fondo mi piaceva e mi davo della stupida.
Domenica mi svegliai con un suo  braccio sul fianco e una sua gamba attorcigliata alle mie, non riuscivo proprio a muovermi ma  non volevo svegliarlo, volevo  che si riprendesse del tutto, così rimasi lì a guardarlo ma sembrava proprio non volersi svegliare, mi mossi un po' e lui mi  strinse a se lamentandosi, subito arrossii, non ero mai stata così con un ragazzo. «E-Ethan?» Balbettai chiamandolo e  scuotendolo un po', ma lui non rispose. «Ethan.» Lo chiamai più forte. «Lasciami dormire Meg.» Borbottò nascondendo la faccia sul cuscino. «È quasi mezzogiorno.» Gli feci notare e lui disse qualcosa di incomprensibile. Lo scossi ancora e lui finalmente mi lasciò andare, però sentii stranamente freddo senza  lui che mi stringeva.
Mi alzai mentre lui restava a dormire ancora, mi avvicinai alla porta e l'aprii leggermente, sentendo le voci dei miei e  di William al piano di sotto, quella domenica evidentemente sarebbero rimasti tutto il giorno a casa. La chiusi di nuovo e mi voltai verso Ethan che stranamente si stava alzando. «Come ti senti?» Gli chiesi e lui si alzò in piedi. «Molto meglio.» Sorrisi mentre prendeva i suoi jeans dalla mia sedia e li indossava, si vedeva, adesso poteva muoversi bene. «Prendi la maglietta di William, la tua era sporca di sangue.» Lo informai aprendo l'armadio  e prendendo la sua maglietta che avevo messo dentro un sacchetto. «Va bene, grazie Meg. Adesso è  meglio che tolga il disturbo.» Sbadiglió tenendo il sacchetto con una mano mentre con l'altra cercava di sistemarsi i capelli, era adorabile la mattina, dovevo ammetterlo. «Prima non vuoi che medichi di nuovo la ferita?» Chiesi mentre lui andava verso la finestra. «Non serve, hai già fatto tanto, ci penserò da  solo.» Rispose sorridendomi, io ricambiai il sorriso, poi aprì la finestra e mi guardò di nuovo avvicinandosi a me. «Ci si vede domani.» Quasi sussurrò facendomi accelerare il battito cardiaco, si chinò leggermente e poi mi lasciò un bacio sulla guancia per poi andare via facendomi respirare di nuovo.
A pranzo non parlai praticamente mai, non facevo che pensare a Ethan e allo straordinario tempo passato insieme.
Di pomeriggio iniziai i compiti con grande fatica, il  mio pensiero era solo su di lui e la mia famiglia si era accorta che c'era qualcosa di strano in me, soprattutto mia madre, a lei non sfuggiva nulla.
Per fortuna avevo poche cose da studiare, così, appena finii decisi di distrarmi con un libro, ma non appena lo aprii qualcuno bussò in camera mia. «Avanti.» Dissi distrattamente. «Megan Walker, noi due abbiamo un discorso da  affrontare.» Spalancai gli occhi sentendo la voce di Emma, mi voltai di scatto verso di lei, me ne ero completamente dimenticata. «Ciao anche a te.» La salutai alzandomi dal letto, lei alzò le sopracciglia sospettosa. «Dimmi cosa avevi ieri.» Alzò un dito contro di me e io roteai gli occhi. «Io...ero solo stanca.» Mentii, non avevo preparato una scusa, camminai verso la mia libreria dandole le spalle feci finta di posare il mio libro. «Sei sicura?» Mi chiese e io annuii senza voltarmi verso di lei, non volevo che mi  si leggesse in faccia "ho dormito con Ethan Webber" «Non ne sono tanto sicura...» Mi voltai lentamente verso di lei pensando a cosa dire quando la vidi con un pacchetto di sigarette in mano. «Tu non fumi!» Esclamò. «Dove le hai prese?» Chiesi. «Dal pavimento di camera tua.»  A quel punto il cuore mi saltò in gola, dovevano essere di Ethan e ora come potevo spiegarlo? Le aprì e vidi che aveva corrugato la fronte. «"Se ne prendete una vi do la caccia, proprietà esclusiva  di Etha...» Spalancai gli  occhi e corsi verso di lei. Dovevano essere cadute dai jeans di Ethan. «Dammele!» Urlai strappandogliele dalle mani. «Ethan chi?! Megan cosa mi stai nascondendo!» Gridò anche lei saltandomi addosso cercando di recuperare il pacchetto, cademmo insieme e io  le lanciai sotto il  letto allontanandomi, non sarebbe riuscita a  recuperarle.
Lei si alzò arrabbiata aggiustandosi i capelli. «Parla.» Mi minacciò e io  sospirai. «Ethan è venuto un attimo in camera mia per farmi uno  scherzo e deve averle lasciate qui.» Facevo schifo a mentire. «Non ci credo.» Confessò incrociando le braccia sul petto. «Dimmi la veritá. » Sospirai abbassando lo sguardo, lei era Emma, mi fidavo di lei ma questa cosa era davvero troppo grande. «Sai da quanto tempo siamo amiche.» Mi ricordò e  io annuii, aveva ragione, potevo confidarmi con lei.
Le raccontai tutto e alla fine si convinse. «Magari non è più così stronzo.» Rispose alzando le spalle, le sorrisi e poi l'abbracciai. «Ti prego, non dirlo  a nessuno, se mio fratello lo scopre...» Lei annuì. «Sono Emma, devi stare tranquilla con me.»

Quando andò via era già sera e il mio unico pensiero era di rivederlo domani.

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