Capitolo 23

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Era mattina da poco, non riuscivo nemmeno a capire perché mi ero svegliata così presto.
La luce filtrava a mala pena dalla finestra, tutti dormivano, compreso Ethan, era rilassato e tranquillo e io continuavo a guardarlo, era uno spettacolo, i capelli scuri scombinati sul cuscino, le labbra curve leggermente all'insù, gli occhi chiusi, il suo respiro regolare, era perfetto, sentivo che non mi sarei mai stancata di guardarlo.
Poi, posai uno sguardo al piccolo livido che stava scomparendo dovuto a quella notte, pensai a quello che aveva e stava passando in casa con un padre violento e la mia espressione diventò improvvisamente addolorata, cercai di scacciare quei pensieri accarezzandogli una guancia, strinse leggermente gli occhi al mio tocco ma poi tornó sereno mentre muovevo il pollice lungo il suo zigomo. «Megan... perché mi fissi... » sussurrò svegliandosi, spalancai leggermente gli occhi mentre lui apriva i suoi. «Non fare quella faccia, me lo sentivo» rispose ridacchiando, si stiracchiò e poi mi strinse a se. «Che ore sono? » Chiese sbadigliando. «Le sei del mattino» risposi e lui si lamentò nascondendosi la faccia nel mio collo. «Dormiamo, è troppo presto» sussurrò e io sorrisi. «Non ho sonno» risposi accarezzandogli i capelli, lui si lamentò di nuovo e io mi voltai verso di lui. «Mi alzo adesso...» dissi e lui mugolò tenendomi stretta a lui. «Avanti Ethan, voglio fare colazione» scosse la testa,non voleva lasciarmi andare, sorrisi di nuovo e lo abbracciai mentre tornava a rilassarsi, gli lasciai un bacio sulla spalla e lui mi abbracciò con entrambe le braccia, adesso eravamo davvero vicini, i nostri corpi si adattavano perfettamente, mi mossi un po' per stare più comoda quando sentii qualcosa di duro toccarmi una gamba, sgranai gli occhi arrossendo immediatamente, mi tirai indietro e lui rise, imbarazzata mi coprii subito il viso con la mano mentre lui rideva di più, avevo capito perfettamente cosa era. «Non fare così per noi uomini è perfettamente normale essere così ogni mattina» mi alzai di scatto dal letto quasi cadendo. «Lo so, non avevo bisogno che qualcuno me lo ricordasse» esclamai ancora imbarazzata, aprii l'armadio e tirai fuori una tuta, indossandola. «Dai, torna qua» scossi la testa e lui rise ancora. «Non è divertente» dissi e lui annuì, certo, per lui lo era eccome. «Non ci torno a letto» lo avvertii incollandomi al muro, lui mi guardò con aria di sfida e poi si alzò dal letto. «Allora ti ci riporto io» disse venendo verso di me, lanciai un gridolino e corsi dall'altra parte della stanza, ma lui, più veloce di me, mi afferrò con un braccio e mi strinse a se buttandomi sul letto. «È stato facile» ammise alzando le sopracciglia guardandomi dall'alto,gli feci una linguaccia e lui mi baciò accarezzandomi i capelli, gli toccai le spalle con le mani e lui accorciò le distanze tra noi lasciandomi senza fiato, a un certo punto la sua mano cominciò a scendere sfiorandomi una spalla e poi un seno facendomi sobbalzare. «Ethan...» mi guardò negli occhi, come per chiedermi il permesso e poi io ricominciai a baciarlo mentre lui infilava una mano sotto la mia maglietta toccandomi i fianchi nudi, sentii una scarica elettrica percorrermi la schiena e gli infilai le dita tra i capelli morbidi, lui continuò a salire per poi toccarmi senza nessuna barriera, gemetti leggermente e lui sorrise, erano emozioni nuove che non avevo mai provato prima d'ora.

Un'ora dopo ero una Megan diversa, mi sentivo bene e credevo di starmi innamorando davvero di Ethan, più lo guardavo più mi sentivo fortunata a stare con lui. «Hai fame?» Mi chiese mente si vestiva, annuii. «Andiamo a fare colazione fuori?» Annuii di nuovo contenta e lui mi sorrise.

Dissi a mia madre che sarei andata a casa di Emma invece andai al bar con Ethan, lui prese un cappuccino e io una cioccolata calda.
Passammo il resto della mattina a scherzare e a baciarci, volendo quegli attimi per sempre.

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