Capitolo 2

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«Allora buonanotte» mi salutò mia madre mentre salivo le scale per raggiungere la mia camera. «Buonanotte» risposi e poi ricominciai a salire, raggiunsi il piano di sopra ed entrai nello studio di mio padre. «Buonanotte papà, vado a dormire» dissi facendolo voltare. «Buonanotte Megan, a domani» Mi salutò avvicinandosi e dandomi un bacio sulla fronte, sorrisi e poi uscii dal suo studio, attraversai il corridoio e per ultimo bussai alla porta della stanza di mio fratello. «Buonanotte Will» Dissi sentendo i suoi passi. «Si, buonanotte» rispose senza venirmi ad aprire, restai in ascolto ancora per un po' e poi mi accorsi che stava parlando al telefono con qualcuno a voce bassa. Poteva essere America.
Lo lasciai stare e raggiunsi la mia camera chiudendomi la porta alle spalle.
Adoravo la sera, la sera avevo finito tutti i miei compiti ed ero pronta per distendermi sul letto e leggere, non mi avrebbe disturbato nessuno, la sera era tranquilla, la sera era perfetta.
Aprii il mio zaino e tirai fuori il mio libro preferito, poi lo poggiai sul letto e indossai il mio pigiama, era pieno di nuvolette stilizzate, in fondo era un po' imbarazzante e infantile ma era il mio preferito.
Mi distesi sul letto e cominciai a leggere per ore, quel libro mi appassionava tanto, fino a quando mi addormentai.

Aprii leggermente gli occhi e capii che il rumore che sentivo c'era veramente e non era un sogno, mi misi subito a sedere sul letto accorgendomi di essermi addormentata con il libro in mano, ma sentii di nuovo quel rumore: proveniva dalla finestra, mi stropicciai gli occhi e poi guardai l'ora, erano le due del mattino, mi lamentai e poi andai alla finestra, doveva essere il ramo dell'albero nel nostro giardino, scostai la tenda e quello che vidi mi spaventò a morte. «Ethan!» Quasi gridai ma lui mi fece segno di fare piano, cosa ci faceva arrampicato sul mio albero in piena notte? «Cosa vuoi?» Chiesi cercando di farmi capire, mi fece ancora segno di aprire la finestra e allora lo feci. «Va via Ethan» dissi immediatamente. «Non posso Megan, fammi entrare e ti spiego» spalancai gli occhi. «Non se ne parla!» Cercai di parlare a bassa voce ma era un'impresa. «Megan ti prego, non so dove altro andare!» Rispose lui, Ethan che mi pregava, non l'avevo mai visto così, nei suoi occhi si leggeva anche paura, ma evidentemente mi sbagliavo, Ethan non era un tipo del genere e non lo sarebbe mai stato.
Abbassai lo sguardo e poi mi spostai dandogli lo spazio per entrare, lui si fiondò in camera mia e io chiusi la finestra, era così imbarazzante, se Will lo avesse trovato qui avrebbe ucciso entrambi, così, corsi alla mia porta e la chiusi a chiave. «Ora dimmi cosa vuoi» prima chiudevamo questa storia prima sarebbe andato via. «Megan, oggi è stato il mio compleanno, ho fatto molto tardi con i miei amici e il mio coprifuoco è alle undici, e quando non lo rispetto diciamo che... non va bene, fammi dormire da te e domani mattina andrò via, direttamente a scuola» rimasi sconvolta dalle sue parole. «Ethan...» Cominciai ma lui si avvicinò mettendomi un dito sulle labbra. «No, non so dove altro andare e si, ho provato a entrare nella mia stanza come faccio sempre quando rientro tardi ma si è chiusa» Rispose quasi tutto ad un fiato levando il dito dalle mie labbra e facendomi arrossire, mi voltai di scatto, non volevo farglielo vedere. «Megan non ti ho mai chiesto niente e so che tu credi che io sia la persona più orribile del mondo ma per questa sera aiutami» sospirai alle sue parole dandogli ancora le spalle. «Dovrai andare via all'alba» quasi sussurrai, non potevo crederci, lo stavo per fare. «Va bene, sta tranquilla, grazie Meg» lo sentii sorridere e io sospirai. «Non chiamarmi Meg» dissi con tono scontroso ma lui mi ignorò lanciandosi sul mio letto. «Ethan!» Lo rimproverai e prendendolo per un braccio cercai di tirarlo su dal mio letto, ma lui era troppo più forte di me così mi tirò con lui, rise mentre io cercavo di liberarmi dalla sua presa. «Cosa fai? Lasciami andare sveglieremo tutti!» Alle mie parole si bloccò fissandomi il corpo. «Carino il tuo pigiama» disse poi, accarezzando le nuvole sulla mia pancia, lo spinsi via imbarazzata e così si alzò dal letto. «Non dormirai sul mio letto, dormirai sul tappeto» lo avvisai aprendo il mio armadio, presi una coperta e poi mi avvicinai di nuovo a lui. «Copriti con questa» lui sbuffò. «Non ti mangio mica se dormo con te, non farmi dormire per terra» disse ammiccando e io lo fulminai con lo sguardo. «Dormirai su quel tappeto» risposi in modo deciso. «Certo, come vuoi» ridacchiò alle sue parole e io non ne capii il motivo, poi raggiunse il tappeto si grattò la testa, spostò il suo ciuffo nero e infine si distese a terra, tirai un sospiro di sollievo, finalmente potevo tornare a "dormire" anche se non sarei stata tranquilla con lui in camera. Mi voltai verso il mio letto e mi infilai sotto le coperte, gli lanciai un'occhiata e lo vidi levarsi i jeans. «Ethan, quelli tienili» lo rimproverai e lui mugolò. «Dormo sempre in boxer» si giustificò, poi si voltò dandomi le spalle e tirandosi su la coperta, scossi la testa, dovevo dormire, questa situazione era assurda ma dovevo dormire, allora chiusi gli occhi. «Buonanotte» mi salutò con voce allegra. «Buonanotte» bisbigliai infastidita, quella situazione era assurda.

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