Capitolo 1

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L'insopportabile rumore della sveglia mi fece spalancare gli occhi, "dannazione" mi lamentai pensandolo, nessuno poteva odiare la mattina più di me.
Sbadigliai e cercai di farla smettere colpendola con la mano, mi lamentai ancora e poi mi stropicciai gli occhi, era sempre traumatico svegliarsi così, soprattutto se sapevi di avere un compito in classe proprio quel giorno, era ancora più difficile alzarsi e iniziare la giornata, molto spesso desideravo avere il potere di viaggiare nel tempo.
Poco dopo mi misi a sedere sul letto, ancora troppo assonnata. «Megan sei in piedi?» Chiese mio fratello dall'altro lato della porta facendomi sobbalzare, era un tutt'uno con la mia sveglia, non appena suonava veniva a bussare alla mia porta.
Lui si svegliava sempre prima di me, non riuscivo a capire come facesse. «Quasi» risposi con voce assonnata, sperando che mi lasciasse dei minuti in più per riprendermi. «Oggi passiamo a prendere Andrew» Mi informò e io roteai gli occhi. «Perciò dobbiamo uscire prima di casa» sbuffai, Andrew era il suo migliore amico e non faceva altro che far finta di provarci con me quando mio fratello non guardava, lo faceva da due anni ormai solo per infastidirmi. «Dobbiamo per forza William?» Chiesi coprendomi la faccia con il cuscino. «Si» Rispose aprendo la mia porta, sentii i suoi passi raggiungere il mio letto e poi le sue mani levarmi il cuscino dal viso. «Megan, alzati, se lo vedo davvero provarci con te ti do il permesso di picchiarlo.» Disse alzando un sopracciglio, lo guardai e sospirai mentre usciva dalla mia stanza. «Ti aspetto giù» Disse in fine, quando era già per le scale, sbuffai di nuovo, lo avevo informato più volte su Andrew ma lui non ci credeva, così dovevo sopportarlo ogni volta.
Mi alzai dal letto controvoglia e strisciai i piedi fino alla mia porta per poi uscire e raggiungere il bagno con gli occhi socchiusi.

Mi guardai allo specchio, avevo i capelli in disordine e la faccia assonnata, così, decisi di fare una doccia veloce, mi spogliai dal mio imbarazzante pigiama, alzai i capelli e aprii l'acqua calda.
Amavo fare la doccia la mattina, mi rilassava e faceva andare via tutto quel sonno.
Appena uscii legai i capelli e poi indossai un paio di jeans, una maglietta e una felpa.
Quando ritornai in camera mia presi il mio zaino e poi scesi le scale lentamente, raggiunsi la cucina e trovai William bere del succo in un bicchiere.
Mi guardò e poi mi fece segno di uscire, così feci come mi disse, raggiunsi la porta d'ingresso e notai un post-it attaccato alla maniglia, lo presi e lo lessi: "Oggi è il compleanno di Ethan, fategli gli auguri. Buona giornata da mamma, xoxo" Lo lessi una seconda volta e poi lo feci leggere a William che nel frattempo mi aveva raggiunta. «Il suo compleanno, eh?» Annuii alla sua domanda mentre lui mi passava di nuovo il post-it.

Ethan era il nostro vicino di casa, io e mio fratello non lo sopportavamo, la cosa era reciproca e i miei genitori ne erano a conoscenza, anche se quando non ero ancora nata ma mio fratello ed Ethan si, sua madre morì molto giovane a causa di una malattia e nostra madre le voleva bene. Quando ne parlava ci sentivamo in colpa ma Ethan era davvero un tipo da evitare, guardai il post-it e poi lo infilai in tasca. «Andiamo?» Mi chiese distraendomi dai pensieri e cambiando argomento, io sbattei le palpebre e poi aprii la porta mentre lui tirava fuori le chiavi della sua auto, salimmo insieme e poi William mise in moto e io accesi la radio.
Il tragitto da casa nostra a casa di Andrew fu breve e quando salì in macchina con noi mi guardò e ammiccò come sempre, e io, come sempre lo fulminai con lo sguardo.

Arrivati a scuola William raggiunse i suoi amici e io il mio armadietto, posai dentro alcuni libri e poi lo chiusi dirigendomi in classe, attraversai il corridoio quando notai Ethan provarci con una delle ragazze più conosciute della scuola: Ruby, non faceva che usarla e lei non lo capiva, più di una volta l'avevo trovata in bagno in un mare di lacrime e anche in quelle occasioni molte volte era venuta da me per chiedermi cosa facesse o con chi altro si frequentasse Ethan ma io le avevo sempre risposto che non mi importava e che per di più ci odiavamo.

Lo vidi avvicinarsi di più a Ruby per poi baciarle il dorso della mano, roteai gli occhi, era patetico.
Voltai a destra ed entrai in classe. Per fortuna era un anno più grande di me, così almeno non avrei rischiato di ritrovarmelo in aula, però, purtroppo a mio fratello toccava.
In classe c'era solo Emma, le sorrisi e poi mi sedetti al banco accanto a lei. «Buongiorno» la salutai, lei lanciò un'occhiata al suo libro e poi mi salutò. «Non so niente di chimica e oggi ho una verifica, cerco di studiare» mi informò sospirando. «Allora ti conviene continuare a farlo» lei annuì abbassando gli occhi sul libro.
Io e Emma eravamo amiche da sempre, avevamo quasi lo stesso carattere, solo che lei aveva quasi tutta la scuola amica mentre io no, nonostante continuasse a trascinarmi alle feste.

Tirai fuori il mio libro preferito dallo zaino, anche questo avevamo in comune: la passione per i libri, anche se lei preferiva leggere storie d'amore. Cominciai a leggerlo ma appena arrivai alla seconda pagina la campanella suonò, sospirammo entrambe guardandoci, per poi scoppiare in una risata.

Dopo la scuola uscii fuori per cercare mio fratello, lo trovai nel parcheggio a parlare con una ragazza,  non mi sembrava di averla già vista, aveva i capelli rossi ed era alta più o meno quanto me, cominciai a camminare verso di loro, appena fui veramente vicina William mi notò spalancando leggermente gli occhi. «Megan» disse grattandosi la testa. «Andiamo a casa?» Gli chiesi facendo voltare la ragazza, era carina. «America, lei è mia sorella Megan» mi sorrise e mi allungò la mano. «Piacere» la strinsi e sorrisi anche io. «Allora ora vado, ci sentiamo» la salutò mio fratello mentre la vedevo annuire e arrossire leggermente, forse non avrei dovuto interromperli.
Quando si allontanò salimmo in macchina. «Chi è?» Chiesi immediatamente. «Frequentiamo gli stessi corsi, siamo amici» rispose evitando tutte le mie domande, io alzai le sopracciglia e sorrisi accendendo la radio, questo mi faceva capire che non voleva parlarne.
Mise in moto e poi uscì dal parcheggio quando a un tratto sentimmo qualcuno suonare il clacson dietro di noi, mi voltai e sbuffai, avrei riconosciuto quella moto ovunque, non poteva che essere Ethan. Ci si fermò accanto suonando ripetutamente il clacson mentre mio fratello gli faceva il dito medio, Ethan si finse offeso e poi andò via ricambiando il gesto di mio fratello.
Davvero un bel modo per dire: "buon compleanno".

Non appena arrivammo a casa vidi che la moto di Ethan era ancora posteggiata per strada, molto probabilmente stava per uscire di nuovo, era il suo compleanno, oggi diventava maggiorenne, ma di sicuro la sua stronzaggine non sarebbe diminuita.
William posteggiò la macchina e poi scese dall'auto seguito da me. «Ho una fame» ammise e io sorrisi, di sicuro nostra madre era già in casa e stava preparando da mangiare mentre nostro padre era ancora al lavoro.
Entrammo in casa e subito mio fratello si fiondò in cucina. «Ehi ragazzi, come è andata oggi?» Chiese nostra madre voltandosi verso di noi. «Come sempre» Rispose William aprendo il frigo. «William! Non cominciare a mangiare altro, il pranzo sarà pronto a momenti» Lo rimproverò mia madre facendomi sorridere, a volte sembrava proprio un bambino. «Ho dimenticato lo zaino in auto» Si lamentò mio fratello notando che non aveva nulla sulle spalle. «Megan ti prego» disse e io sospirai, sapevo già cosa stava per chiedermi. «Non andrò a prendere il tuo zaino» risposi incrociando le braccia «Ti prego, è solo un favore» mi lamentai ma alla fine raggiunsi la porta d'ingresso e uscii, aprii la macchina e presi il suo zaino ma proprio mentre stavo per richiuderla Ethan uscì da casa sua venendo verso la sua moto, ci scambiammo uno sguardo e poi mi sorrise maliziosamente, lo guardai disgustata e mi voltai rientrando in casa, lo
faceva solo per provocarmi e farmi arrabbiare anche se, alla fine, ogni volta arrossivo sempre.

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