Dopo aver detto quelle parole senza pensarci due volte capii che forse avevo sbagliato e che era troppo presto, lui mi guardò con occhi pieni di paura e poi la campanella suonò: dovevamo tornare in classe.
Con calma tutti gli altri alunni cominciarono e rimettere apposto i vassoi mentre Ethan indietreggiava. «Aspetta» dissi allungando una mano per afferrarlo, ma lui andò via nascondendosi tra la folla, mi diedi della stupida, l'avevo fatto scappare, ma non dovevo, lo amavo sul serio, cominciai a correre verso l'uscita per raggiungerlo mentre ancora qualche ragazzo mi guardava sbalordito per il bacio con Ethan, appena uscii dalla mensa mi guardai attorno, ma non c'era nessuna traccia di lui, mi misi le mani tra i capelli e li strinsi, l'avevo perso per sempre? Io non volevo.Passai le altre ore distrutta e appena l'ultima campanella suonò mi precipitai fuori, dovevo cercarlo, ma appena misi un piedi fuori la porta lo vidi lì ad aspettarmi, tirai un sospiro di sollievo. «Ethan... » sussurrai e lui mi prese un polso. «Non qui» rispose duramente cominciando a camminare stringendomi il polso, allora lo seguii in silenzio.
Raggiungemmo il parcheggio, mi passò un casco e titubante salii sulla sua moto.Mi portò in spiaggia, come quella notte e mi chiesi perché.
C'erano poche persone fortunatamente.
Si avvicinò alla riva e poi si voltò verso di me come se mi volesse parlare, così, lo raggiunsi e aspettai in silenzio.
«Megan...» sussurrò a un tratto. «Non puoi» disse e io sgranai gli occhi non capendo. «Non puoi amarmi» io mi avvicinai di più a lui. «Si che posso, e lo sto facendo, anche a me sembrava impossibile e invece...» scosse la testa allontanandosi. «Non sono un principe azzurro, tu non puoi amarmi, posso solo piacerti» lo guardai davvero sconvolta, come poteva dire così? «E invece ti amo Ethan» replicai ma lui mi guardò distrutto. «Non possiamo... non possiamo andare avanti o ti ferirai anche tu» d'istinto mi avvicinai per stringerlo ma lui si scostò. «Secondo te perché non mi ha mai amato nessuna? Tutte le ragazze sono solo venute a letto con me» mi allontanai anche io. «Sai benissimo che la nostra relazione è diversa... » bisbigliai un po' ferita dalle sue parole. «Credi di amarmi ma non è così» disse e quella volta mi arrabbiai. «E allora tutto quello che abbiamo costruito in questi mesi? Tutte quelle volte che ti ho aiutato, che mi hai aiutata, vuoi buttare tutto via solo perché hai paura di essere amato?» Sbottai. «Ho paura per te» rispose e io gli afferrai le mani. «Non devi» dissi decisa. «Non vedi come stiamo bene insieme?» Chiesi e lui cambiò espressione. «Se tutto questo finirà?» scossi la testa. «Ci rialzeremo insieme» Risposi avvicinandomi di più a lui, guardai il suo viso e poi mi abbracciò facendomi sentire di nuovo bene. «Ti amo anche io» mi sussurrò all'orecchio e io lo strinsi più forte. «Non avere paura» Risposi ma lui, su questo, sembrò indeciso e potevo capirlo, era cresciuto tra le liti le botte di suo padre, prima della morte di sua madre si sentiva amato ma poi tutto cambiò, per questo aveva paura di amare e di essere amato.
Lasciai un leggero bacio sul suo collo volevo farlo sentire al sicuro, volevo farlo stare bene, volevo che dimenticasse tutto quello che suo padre gli aveva fatto, ma, anche se sapevo che era impossibile, volevo provarci.
Restammo parecchi minuti lì, in spiaggia, abbracciati.
Poi tornammo a casa ancora senza parlare.
Mi accompagnò sotto casa, era la prima volta. «Ti aspetto questa sera? Lascio la finestra aperta?» Chiesi guardandolo negli occhi. «Ci sarò» rispose lasciandomi un bacio sulle labbra,sorrisi leggermente e poi lo abbracciai.
Quella sera gli avrei parlato, per farlo stare meglio magari, "andrà tutto bene" pensai mentre lo vedevo attraversare la strada raggiungendo casa sua.
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Una ragione per amarti
RomantizmMegan è nata in una famiglia perfetta, ha un fratello maggiore che cerca di proteggerla da tutto e dei genitori che l'appoggiano in ogni sua scelta. Ha ottimi voti a scuola e un' amica fantastica, ama stare da sola e leggere molto per ore. La sua vi...