Un'altra settimana arrivò facendomi desiderare ancora di più di dormire.
Quel martedì ero appena tornata a casa da scuola, i miei erano ancora a lavoro e mio fratello con America, passavano davvero molto tempo insieme.
Scrissi un messaggio a Ethan scoprendo che anche lui era appena tornato, così aprii la porta e lo vidi posteggiare la sua moto, sorridendo corsi dall'altro lato della strada e lo abbracciai da dietro cogliendolo di sorpresa. «Mi merito tutta questa accoglienza?» Mi chiese scherzando e io annuii, mi lasciò un leggero bacio sulle labbra e poi si sfilò il casco. «Sono solo anche io» disse a un certo punto. «Dove è tuo padre?» Chiesi cauta. «Dovrebbe essere a lavoro ma credo proprio che sia in un bar a bere...» ammise senza lasciar trasparire emozioni, mi avvicinai di più a lui e lo abbracciai. «Ti va di entrare?» Domandò cambiando argomento, guardai casa sua.
Ci ero entrata davvero raramente, non la ricordo nemmeno, ero molto piccola, mia madre portava a loro cibi cucinati da lei dopo la morte della madre di Ethan. «Certo» risposi subito dopo.
Non appena aprì la porta notai quanto la moquette fosse consumata e da quanto quella casa non veniva pulita. «Vuoi mangiare qualcosa?» Rifiutai guardandomi attorno. «Non è il massimo, lo so, non porto mai nessuno qui infatti» ammise prendendomi la mano. «Ma tu sei Megan, quindi volevo togliermi questo peso, prima o poi sarebbe successo» disse sorridendo tristemente, mi misi in punta di piedi e gli lasciai un bacio sulle labbra cercando di consolarlo, ricambiò il mio bacio e poi mi sfiorò la guancia. «Saliamo in camera mia» disse cercando di restare tranquillo, si vedeva quanto era agitato, quella casa era il demone che lo tormentava. «Ethan... non devi se non te la senti» lo fermai e lui mi guardò negli occhi con uno sguardo che non avevo mai visto. «Posso riuscirci» annunciò prendendomi la mano, cominciò a salire le scale e io lo seguii. «Niente segreti tra noi» disse scaldandomi il cuore.
Quando aprì anche la sua camera sospirò, mi fece entrare io mi guardai attorno, il piccolo letto malconcio, l'aveva da molto tempo, mi chiesi se ci entrava ancora, una scrivania piena di scritte, un piccolo armadio e nient'altro, quella stanza era ferma a molti anni fa, probabilmente a prima della morte di sua madre, lo guardai e vidi che aveva uno sguardo addolorato, così, gli presi la mano e gli sorrisi, mi avvicinai alla scrivania incuriosita da quelle scritte e lì trovai una foto di sua madre che da lontano non avevo notato, ne avevamo anche noi una a casa, per questo riuscivo a riconoscerla, era una donna davvero bella, Ethan aveva preso tutto da lei, occhi chiari, capelli scuri, in quella foto sua madre sorrideva e teneva in braccio un piccolo bambino, doveva essere Ethan. «Era davvero bella» dissi mentre mi abbracciava da dietro, lui annuì e io mi voltai baciandolo, volevo spazzare via quel dolore,volevo farlo stare bene, gli accarezzai le spalle e approfondii il bacio e di colpo la camera si riempì dei nostri sospiri, lentamente cercando di non tremare spostai la mia mano fino al cavallo dei suoi pantaloni, subito smise di baciarmi. «Cosa fai?» Mi chiese sorpreso. «La scorsa volta tu hai fatto qualcosa p-per me e oggi...» balbettai imbarazzata facendolo sorridere. «Vuoi ricambiare il favore?» Chiese scherzando, era tornato il mio Ethan. «Sei sicura?» Domandò subito dopo e io annuii, lui sorrise e mi aiutò a sbottonarsi i jeans.Il pomeriggio tornai a casa senza smettere di pensarlo, si era aperto con me, mi aveva fatta entrare in camera sua facendomi sentire unica e speciale e,forse, lo ero.
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Una ragione per amarti
RomansaMegan è nata in una famiglia perfetta, ha un fratello maggiore che cerca di proteggerla da tutto e dei genitori che l'appoggiano in ogni sua scelta. Ha ottimi voti a scuola e un' amica fantastica, ama stare da sola e leggere molto per ore. La sua vi...