Il lunedì mattina era come sempre traumatico, soprattutto con Ethan tra i miei pensieri, eppure tutto il resto andava bene.
Io e i miei genitori non litigavamo più da tanto, io e mio fratello nemmeno, andando a scuola, le volte che passavamo a prendere Andrew, non ci provava più con me e io Emma ci divertivamo di più.
Era tutto perfetto se non fosse stato per la cosa che mi martellava in testa: Ethan.
Quando entrai a scuola con Emma lui mi passò accanto sfiorandomi la mano, era un "ciao" o un "buongiorno", magari, mi voltai di scatto e lui mi sorrise facendomi arrossire, e pensare che settimane prima gli avrei lanciato un'occhiata disgustata.La prima ora avevo la testa da tutt'altra parte, la professoressa mi aveva richiamata già troppe volte, non era da me, ma quella mattina non riuscivo a stare attenta. «Megan Walker, fuori.» Sentii dire a un certo punto, mi voltai di scatto verso la professoressa e vidi che aveva uno sguardo davvero arrabbiato. «Non capisco cosa ti prenda oggi.» Mi rimproverò. «M-mi dispiace io...» Balbettai e lei indicò la porta ancora più arrabbiata, abbassai lo sguardo e uscii mentre l'intera classe mi fissava, ero troppo mortificata, nessuno mi aveva mai sbattuta fuori dalla classe, sospirai, mi veniva quasi da piangere, non potevo farmi distrarre così tanto da Ethan, mi appoggiai al muro sperando che i miei genitori non venissero convocati.
«Meg?» Sentii a un tratto, non poteva essere proprio lui, non ora, mi voltai dall'altro lato e lo vidi con aria confusa. «Che fai qui fuori?» Chiese controllando se ci fosse qualcuno nei corridoi, ma erano deserti. «Ero distratta... e tu?» Domandai cercando di tirarmi su, sorrise. «Anche io, ma io lo sono sempre, mi faccio certe passeggiate.» Scherzò e io sorrisi. «Avanti Meg, è la prima volta in tutta la tua vita scommetto, sta tranquilla.» Io annuii ancora non molto decisa. «Come va la ferita?» Abbassai la voce cambiando argomento. «Guarisce.» Mi informò e mi fece sentire sollevata, ci guardammo di nuovo e poi la campanella suonò facendo svanire la magia. «Se ti fai buttare di nuovo fuori in quest'ora ci vediamo, ho chimica e non ho intenzione di stare in classe.» Risi mentre lui camminava per raggiungere la sua classe. «Studia!» Gli consigliai e lui scosse la testa divertito prima che i corridoi si riempissero di nuovo di alunni, era arrivato il momento di raggiungere l'altra classe.
Alla fine della giornata la professoressa mi disse che non avrebbe chiamato i miei genitori e la ringraziai infinitamente.
Passai il resto della giornata a studiare e poi al telefono con Emma.
Quando arrivò la sera cominciai a leggere e appena furono le dieci decisi di mettermi a letto.
Alzai il cuscino e sotto trovai il mio pigiama con le nuvolette, era comodo ma era davvero imbarazzante, avevo diciasette anni dopo tutto, così, presi la decisione di sbarazzarmene, lo buttai via, indossai una vecchia maglietta e spensi la luce, mi avvicinai al letto quando notai che dalla finestra arrivava la luce troppo forte di un lampione, mi avvicinai e spostai la tenda per coprirla ma subito ripensai ad Ethan, chissà cosa stava facendo ora, magari se era furbo era a casa rispettando il coprifuoco, ma, non credevo proprio, lui era Ethan e Ethan non rispettava quasi mai le regole, mi preoccupai per lui, se gli fosse successo qualcosa e fosse venuto da me ma mi avesse trovata davvero addormentata? Se non riuscisse a bussare? Così decisi di lasciare socchiusa la finestra, e chiudere la porta a chiave in caso fosse successo qualcosa.
Sospirai e poi mi misi a letto addormentandomi pensierosa.Aprii lentamente gli occhi sentendo un rumore provenire in fondo alla mia stanza, era ancora notte. «Mamma?» Chiamai, forse era lei che stava cercava qualcosa, la sentii avvicinarsi, vidi la sua sagoma ma non era quella di mia madre. «Shh...» Sussurrò posandomi un dito sulle labbra. «Ethan...» Bisbigliai davvero troppo piano. «Cosa è successo? Stai bene?» Mi preoccupai mettendomi a sedere, lui annuì ma non riuscii a vederlo davvero bene, la stanza era troppa buia e troppo silenziosa, sentivo solo il mio cuore battere forte nel petto, scostò le lenzuola dall'altro lato e si coricò accanto a me, mi fece segno di distendermi e io lo feci senza dire nulla, poi mi attirò a se e mi strinse, trattenni il respiro, perchè faceva così? Il mio cuore accelerò ancora mentre sentivo il suo battere normalmente. «Ethan...» Sussurrai ma lui non rispose, mi accarezzò i capelli e poco dopo si addormentò lasciandomi spiazzata.
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Una ragione per amarti
RomanceMegan è nata in una famiglia perfetta, ha un fratello maggiore che cerca di proteggerla da tutto e dei genitori che l'appoggiano in ogni sua scelta. Ha ottimi voti a scuola e un' amica fantastica, ama stare da sola e leggere molto per ore. La sua vi...