Capitolo 21

17.6K 872 41
                                    

Continuai a guardarmi allo specchio, Emma e Andrew sarebbero stati lì a poco, mi avrebbero dato un passaggio alla festa mentre Ethan sarebbe venuto da solo, non volevo che mio fratello lo scoprisse, così avevamo deciso di fare in questo modo.
Presi la mia borsa e scesi le scale quando mi arrivò un messaggio sul cellulare, era Ethan che mi informava di stare già andando alla festa, risposi "anche io" e un attimo dopo Emma suonò al campanello.
In macchina parlammo della scuola e quando arrivammo Emma mi fece scendere e mi prese in disparte. «Arriviamo subito, tu prendi qualcosa da bere» disse ad Andrew, lui annuì un po' sospettoso ma poi andò dentro la grande casa. «Lui non sa che Ethan è qui per stare con te, è il migliore amico di William e non volevo chiedergli di mentirgli» Emma aveva ragione, mio fratello e Andrew non avevano segreti e se per caso mi avesse vista con Ethan sarebbe andato a dirglielo perciò capii perfettamente «Mi sa che non dovrò farmi vedere con lui» Dissi sospirando, non mi andava molto di nascondermi. «Devi parlarne con tuo fratello se con Ethan fai sul serio» mi scappò un sorriso sarcastico, fare sul serio con Ethan non era una cosa semplice.
Poco dopo entrammo dentro casa, la musica era alta e le stanze piene di gente, mi guardai attorno cercando Ethan che alla fine vidi: stava parlando con un ragazzo ed una ragazza, mi avvicinai un po' titubante, non sapevo se farmi ancora vedere con lui.
Alla fine mi vide lui, li congedò e si avvicinò a me. «Ehi» mi salutò accarezzandomi una guancia, abbassai lo sguardo e sorrisi. «Ciao» ricambiai il saluto. «È da molto che sei arrivata?» Scossi la testa e lui sorrise. «Bene, nemmeno io, hai visto che festa movimentata?» Chiese e io annuii, era vero, la gente non faceva che muoversi da tutte le parti. «Vuoi andare a prendere qualcosa da bere?» Non faceva altro che farmi domande, scossi la testa e lui annuì guardandosi intorno. «Perché sei così tesa?» Se ne era accorto, lo ero perché non eravamo mai stati ad una festa con l'intenzione di stare insieme e perché stavamo per baciarci la scorsa notte, quindi non sapevo come comportarmi. «Se è per la gente sta tranquilla, sono tutti studenti del college tranne alcuni della nostra scuola» saperlo mi fece sentire un po' meglio fortunatamente, sorrisi e lui mi poggiò le mani sui fianchi facendomi sobbalzare. «Balliamo» disse avvicinandosi a me, arrossii leggermente per la nostra vicinanza anche se mi piaceva, mi piaceva molto. «Sei bellissima questa sera» mi sussurrò ad un orecchio, sorrisi arrossendo ancora di più. «Lo dici a tutte le ragazze» dissi scherzando. «Tu non sei "tutte le ragazze", tu sei "la ragazza", sei Megan, l'unica e speciale» rispose stringendomi di più a lui, sentii il mio petto contro il suo e io mio cuore accelerò.
Perché si comportava così con me? Con me diventava un altro Ethan, un Ethan romantico che nessuno conosceva, Ethan non trattava nessuno così. «Perché sei così dolce con me?» Chiesi guardandolo in faccia. «Perché sei così innocente e ingenua e poi hai fatto così tanto per me, perché dovrei comportarmi da stronzo?» Domandò alzando la voce. «Perché è il tuo carattere» scherzai e lui mi solleticò i fianchi facendomi sobbalzare e ridere, lo pregai di smetterla e lui mi attirò di più a se diventando improvvisamente serio. «Megan, non ho mai conosciuto una persona come te, come ho fatto a non sopportarti tutto questo tempo?» la sua voce era tornata bassa e calda mentre io rimanevo incantata dai suoi occhi. «Me lo chiedo anche io» risposi sinceramente.
Come avevo fatto a non accorgermi prima di questo suo lato? Come potevo non credere a mia madre quando diceva che c'era qualcosa di buono e positivo in lui? Io e mio fratello eravamo stati così stupidi. «Mi dispiace» Sussurrai piano. «Per cosa?» Chiese accigliandosi. «Per tutte quelle volte che ti ho dato dello stronzo senza sapere cosa stessi passando» risposi e lui si avvicinò di più al mio viso facendo toccare le nostre fronti. «Sta tranquilla. Adesso siamo altri» disse e in un attimo le nostre labbra si toccarono facendomi infilare le dita nei suoi capelli, mi strinse ancora di più e poi approfondì il bacio facendomi sentire bene, come nessun altro mi aveva mai fatto sentire.
Pochi istanti dopo ci staccammo guardandoci negli occhi,mi sorrise e io arrossii abbassando lo sguardo. «Smettila di vergognarti, è stato davvero bello» ammise facendomi sorridere. «Megan?» Sentii a un tratto dietro di me, mi voltai di scatto e subito riconobbi la figura alta di David, mi si raggelò il sangue, cosa ci faceva a quella festa? «D-David» balbettai guardandolo meglio, aveva una volto pallido, teneva in mano una bottiglia e si reggeva in piedi a mala pena, Ethan si piazzò subito davanti a me coprendomi quasi del tutto. «Cosa vuoi?» Gli chiese e lui sorrise. «Da te niente» rispose a Ethan continuando a guardarmi, tremai, il suo sguardo era terrificante. «Ora stai insieme a lui quindi» disse continuando a sorridermi, non risposi e guardai Ethan che cominciava a serrare la mascella, si stava innervosendo. «Hai qualche problema? Va via» Lo cacciò sporgendosi in avanti verso di lui. «Si ho un problema con la tua nuova ragazza, o dovrei dire puttana» sputò David, a quelle parole mi portai una mano alla bocca mentre Ethan stringeva i pugni. «Come hai detto?» Chiese spingendolo. «Hai sentito bene» Rispose e un attimo dopo Ethan gli scagliò un pugno in pieno volto, indietreggiai spaventata mentre tutti gli altri si voltavano verso di noi, David non cadde ma scoppiò a ridere. «Tutto qua?» Chiese sfidandolo, lui lo colpì di nuovo e David cadde a terra, Ethan gli diede un calcio e il mio viso assunse una smorfia, non potevo sopportarlo Ethan continuava a picchiarlo. «Basta!» Gridai a un tratto fiondandomi su di lui, ma sembrava non ascoltarmi. «Basta Ethan!» Urlai cercando di tirarlo via mentre gli altri restavano a guardare, un singhiozzo mi scappò dalle labbra. «Ti prego, basta...» Dissi scoppiando a piangere, lui si bloccò immediatamente voltandosi e guardandomi affranto, mi alzai di scatto e lui mi allungò una mano, la rifiutai, era stato terribile, come aveva potuto picchiarlo così? Scossi la testa e mi allontanai distrutta da quella folla che ci fissava, volevo tornare a casa.

Una ragione per amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora