«Grazie per il pranzo. » Dissi a David che si stava fermando davanti casa mia. «È stato un piacere, spero di farlo di nuovo.» Sorrise e io ricambiai aprendo lo sportello. «Ci sentiamo allora.» Lo salutai prendendo il mio zaino, lui annuii e scesi dall'auto, mi avvicinai alla mia porta d'ingresso, poi mi voltai e lo salutai con la mano.
Era stato davvero carino con me, dopo scuola eravamo andati a mangiare e io cercai di dimenticare Ethan che ci fissava mentre uscivamo dal parcheggio.
«Eccoti finalmente.» Mi salutò mia madre, io arrossii leggermente, ora avrebbe cominciato con le domande. «Vado a studiare.» La informai correndo verso le scale. «Come è stato questo David? » Chiese allegra facendomi arrossire di nuovo. «Ho tanto da studiare!» Gridai correndo su per le scale e chiudendomi in camera mia, William doveva averle raccontato tutto.
Cominciai a studiare alle tre del pomeriggio e finii alle sette di sera, ero esausta, non mi andava nemmeno più di mangiare, così andai direttamente a letto, salutai tutti e cominciai a messaggiare con David. "Posso chiamarti? " Mi chiese a un tratto e io un po' titubante risposi di si. «P-pronto?» Balbettai, perché voleva parlarmi al telefono? «Ehi.» Rispose tranquillo. «Come mai mi hai chiamata? » Chiesi in ansia. «Volevo sentire la tua voce.» Ammise e io sorrisi, se Emma avesse sentito a quest'ora avrebbe cominciato a saltellare ovunque.
Parlammo fino a quando non mi venne sonno, alle dieci di sera. «Allora buonanotte.» Lo salutai sentendo un rumore dietro di me, mi voltai di scatto vedendo Ethan che stava cercando di entrare in camera mia, corsi alla finestra sbalordita, doveva finirla. «Vai via. » Dissi bloccando la finestra in modo tale di doverlo lasciare fuori. «Con chi parlavi al telefono?» Mi chiese e io sgranai gli occhi. «Non sono affari tuoi. » Ammisi. «Scommetto quel senza palle di oggi. » Rispose seccato, io aprii leggermente la bocca. «Cosa ne sai tu? E poi cosa ti importa ancora? Dopo quello che è successo con quale coraggio ti presenti qui? Per me hai chiuso Ethan! Basta! Ti voglio fuori dalla mia vita!» Sbottai ammutolendolo, lui rimase a fissarmi e poi parlò. «Ti ho già detto che mi dispiace...» Quasi sussurrò. «E a me non importa, non riesco a continuare se fai così, mi hai ferita quindi basta. » Dissi con voce rotta dalla tristezza, avevo disperatamente bisogno di andare avanti.
Lui mi fisso per interi minuti per poi scendere dall'albero e andare via.
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Una ragione per amarti
Storie d'amoreMegan è nata in una famiglia perfetta, ha un fratello maggiore che cerca di proteggerla da tutto e dei genitori che l'appoggiano in ogni sua scelta. Ha ottimi voti a scuola e un' amica fantastica, ama stare da sola e leggere molto per ore. La sua vi...