Capitolo 26

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«Dici sul serio?» Chiesi senza smettere di ridere, Ethan annuì e io risi più forte, ne aveva passate tante con i suoi amici, e parlarne con me era divertente, soprattutto per le cose che avevano fatto insieme.
Mi accarezzò un braccio e io trasformai la mia risata in un semplice sorriso.
Eravamo in camera mia distesi sul letto, aveva dormito da me, ormai lo faceva quasi sempre, e la mattina restavamo a chiaccherare, io con la testa sul suo petto e lui che mi stringeva a se. «Domani è lunedì» mi ricordò a un certo punto, mi lamentai e lui sospirò. «Devo studiare» ammisi sbuffando, mi aveva riportata alla realtà. «Vuoi che vada via?» Chiese e io scossi la testa decisa. «Siamo soli, nessuno è in casa, puoi restare ancora» gli feci notare e lui mi rivolse un sorriso malizioso, sorrisi anche io arrossendo, si avvicinò e mi lasciò un bacio sul collo facendomi venire i brividi, strinsi piano i suoi capelli e lui mugolò continuando a baciarmi quando a un tratto la porta della mia camera si aprì, mi voltai di scatto e vidi William fissarci sbalordito. «Merda...» sussurrò Ethan staccandosi immediatamente da me. «Brutto stronzo» disse mio fratello avvicinandosi a noi. «Fermo!» Gridai alzandomi di scatto dal letto ricordandomi di avere addosso solo una maglietta e delle mutande sentendomi in imbarazzo. «Che cosa hai fatto a mia sorella?!» Urlò William mentre anche Ethan si alzava dal letto. «Sta calmo... » disse rimettendosi i jeans, era così imbarazzante, mio fratello diventò rosso dalla rabbia e scattò in avanti con i pugni serrati. «No! » Gridai piazzandomi davanti a lui. «Ti prego, William, parliamone» cercai di calmarlo spingendolo verso la porta,afferrai un paio di pantaloni e li infilai in fretta cercando di non cadere. «Ci vediamo domani, scendi dalla finestra» dissi velocemente a Ethan mentre spingevo mio fratello fuori camera mia, lui annuì e un attimo dopo mi chiusi la porta alle spalle. «Da quanto va avanti?» Chiese immediatamente ancora infuriato, sospirai e lo portai in camera sua, ci chiusi dentro e poi feci un altro sospiro. «William... » cercai di dire ma lui mi fermò.  «Non capisci che sta cercando di usarti?! Lo sai bene come è fatto!» Gridò e io scossi la testa. «Non è così, ti giuro che è un'altra persona,si comporta in quel modo perché ha avuto un'infanzia difficile, lo sai bene!» Alzai la voce e lui rimase in silenzio grattandosi la testa. «William, lui è diverso, vuole diventare migliore, ha capito dove ha sbagliato» scosse la testa alle mie parole. «Non capirà mai» rispose puntandomi un dito contro. «Ti dico di si!» Gridai e lui diede un pugno alla scrivania. «Non devi fidarti! Ti ha portata a letto e ora ti lascerà come fa con tutte le altre!» Urlò facendomi paura. «Non siamo andati a letto insieme...non abbiamo mai fatto... » non finii la frase cercando di farglielo intendere, lui mi lanciò un'occhiata e poi si sedette sul suo letto. «No?» Chiese per esserne davvero sicuro, annuii e all'improvviso sembrò essersi leggermente tranquillizzato, così sospirai e mi sedetti accanto a lui prendendogli la mano. «Volevo parlarti di noi già da un paio di giorni» ammisi. «Non mi fido di lui» abbassai lo sguardo,almeno però l'aveva detto senza alzare la voce. «Come ti ho già detto lui non è come sembra, si è costruito una corazza per non ferirsi ancora, sai che ha perso sua madre quando era davvero piccolo... » dissi e anche lui abbassò lo sguardo. «Non voglio che ti ferisca, tutto qui» ammise e io sorrisi debolmente, lui non poteva farlo. «Sta tranquillo, se fosse veramente come sembra non starei con lui» alle mie parole alzò immediatamente lo sguardo. «State già insieme? È una cosa seria?» Chiese non molto d'accordo. «Spero di si... » risposi e lui abbassò di nuovo lo sguardo. «Sei innamorata davvero?» Domandò ancora e io lo guardai negli occhi annuendo, lo ero davvero, davvero tanto. «Devi solo imparare a conoscerlo, scoprirai come è fatto sul serio» dissi e lui annuì debolmente, forse non ne era ancora molto convinto ma un cenno della testa era già qualcosa. «Non dirai niente a mamma e papà? » Scosse la testa tornando a guardarmi, tirai un sospiro di sollievo distendendomi sul suo letto mentre lui rimaneva seduto avvolto tra i suoi pensieri. «Anche America ha perso i genitori, è complicato stare con lei, ma credo anche io di essere innamorato sul serio» mi confessò facendomi sgranare gli occhi, non lo sapevo, non ci parlava mai di lei. «Ma allora perché non la porti qui?  Lo sai che diventerebbe subito una di famiglia» lui sorrise debolmente e poi annuì. «Le parlerò di questo» sorrisi anche io e poi gli accarezzai scherzosamente i capelli. «Vado a studiare» lo informai alzandomi dal letto,lui annuì. «Grazie» dissi camminando verso la porta. «Per cosa? » Mi chiese mentre giravo la chiave e aprivo la porta. «Per aver capito» mi voltai verso di lui e lo vidi sorridere, ricambiai e poi mi incamminai verso la mia stanza, contenta di aver parlato con lui.
All'inizio non era stato semplice ma dopo aveva capito, perché America aveva vissuto quasi come Ethan, adesso dovevo parlare con i miei genitori e dopo non ci sarebbero stati più segreti, a quel pensiero sorrisi prendendo il mio cellulare, scrissi a Ethan che io e William non avevamo smesso di litigare e lui mi rispose contento.
La mia vita stava andando davvero bene e, sperai, che continuasse così.

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