Sorprese

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Oggi non ho proprio alcuna voglia di uscire e Logan è andato ad una riunione con il suo capo di lavoro. Tutto quello che voglio fare oggi è restare coricata sul mio letto caldo, infatti sono proprio qui.
Il tessuto della coperta è ancora un po' freddo, ma spero si riscaldi in fretta a contatto con il mio corpo.
Mi sembra tutto così bello, la mia vita intendo. Mi piace il fatto di abitare con le mie migliori amiche, anche se mi manca la famiglia. Di sicuro papà a quest'ora è a lavorare, proprio come la mamma, mentre Mia deve essere andata a scuola. Sono solo le undici del mattino e sono già stufa. Mi annoio, ma non so che cosa fare. Potrei andare a fare un giro in centro, oppure finire di pulire la casa. Mi sa che pulirò.
Scendo dal letto e vado a prendere l'aspirapolvere nello sgabuzzino. Inizierò da questo piano. Attacco la spina alla presa e inizio a pulire il pavimento in mattonelle di granito, quando sento un suono stridulo sovrapporsi a quello dell'aspirapolvere e la spengo per capire di cosa si tratta. Suona di nuovo...il campanello. Appoggio l'oggetto a terra e scendo veloce le scale. Quando apro la porta, due signori in tuta blu sono posizionati davanti ad un grande pacco.

V: Salve.

A: Buongiorno, lei è la signorina...Bellirto Valentina?

V: Sì, sono io.

A: C'è un pacco per lei, dovrebbe lasciarmi un autografo proprio qui.

Mi porge il foglio sul quale faccio la firma e portano dentro quel pacco enorme. Hanno detto che è già stato pagato tutto e sinceramente non so a cosa pensare. Quando vanno via, torno al pacco, sistemato proprio dietro il divano, e lo apro con l'aiuto di una forbice. Stupido scotch. Tolgo anche l'imballaggio di plastica e appena vedo la superficie legnosa, sorrido emozionata. Mi affretto a togliere tutto l'imballaggio dai lati per poterlo vedere bene. È ancora stupendo. Il mio pianoforte Knauss-Coblenz è in perfette condizioni. Cerco di togliere tutto quel rivestimento in cartone, che butto sul divano. Tiro fuori lo sgabello e la mia mano passa lenta sulla superficie dello strumento. Quando lo apro, il solito tessuto verde che copre i tasti è ancora posizionato su di essi con il marchio in bella vista. Lo sfilo via, poggiandolo sulla superficie superiore del pianoforte e le mie mani tornano a sfiorare i tasti bianchi. Quale brano potrei suonare per primo? "Nuvole bianche" di Ludovico Einaudi mi pare perfetto.
Le dita iniziano a scorrere lente sui tasti e mi vien da sorridere se penso che sto davvero suonando il mio perfetto pianoforte in legno marrone. Le note riempiono il silenzio della casa e il brano diventa sempre più ricco di complessità. Quando suono l'ultima, sento delle mani applaudire. Mi giro veloce per vedere i miei spettatori e a quello che vedo mi si illuminano gli occhi. Mia madre, accompagnata da Simona e Kendall, stanno propri dietro di me e lei sorride facendo crescere dentro di me ogni secondo che passa il desiderio di abbracciarla.

M: Ciao tesoro.

Il mio sorriso aumenta nel sentire la sua voce. Mi alzo veloce e vado verso di lei per stringerla in un abbraccio. Poggio il mento sulla sua spalla e sento la sua mano accarezzare la mia schiena.

V: Ciao.

Mi accorgo di aver chiuso gli occhi solo quando li riapro per fermare il nostro abbraccio. Mi allontano di poco da loro per poterli vedere nitidamente e sposto gli occhi su Simona, intenta a sorridermi. Sembra quasi più felice di me. Riporto gli occhi su mia madre e la mia voce esce più entusiasta di quanto avessi pensato.

V: Il pianoforte...è stupendo poterlo suonare di nuovo. Grazie mamma.

Le sorrido contenta e noto il suo aumentare quel poco che basta per farle stringere un po' gli occhi. È particolare perché quando sorride tanto e anche quando ride, gli occhi le si fanno piccoli.

M: Pensavo ti stessi annoiando senza le tue quattro ore mal contate di musica.

V: E hai pensato molto bene! Andiamo a sederci, volete qualcosa? Ah e di sicuro dormirai qui.

Stupida notte||Logan HendersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora