Per un momento ciò che vedo è solo buio. Nessun rumore, nessun colore.
Poi una debole fiamma fa la sua comparsa tra le tenebre. Cerco di avvicinarmi ma questa tremola e si spegne. Sento come un fruscio alle mie spalle. Mi giro di colpo. Ancora buio.
Un alito di vento attraversa l'aria. Rabbrividisco e inizio a strofinarmi le braccia nude per creare un po' di calore. Non so cosa fare se non chiudere gli occhi e far finta di essere da qualche altra parte. Dopo qualche secondo di assoluto silenzio sento un altro rumore. Apro gli occhi di scatto. Un'altra candela si è accesa. Chiudo gli occhi ancora una volta. Li riapro ed un'altra fiamma inizia a danzare nell'oscurità. Trattengo il fiato e ci riprovo. Ancora un'altra candela si è accesa. Provo ad avvicinarmi ad una di esse con cautela. Quest'ultima inizia a tremolare. Mi fermo perché so cosa sta per succedere. Anche le altre si stanno per spegnere ed io non voglio tornare nel buio. Alla fine ne rimane solo una accesa. Ed è proprio quando la fiamma inizia a tremolare di nuovo che capisco di non essere sola. C'è qualcuno qui con me. Due occhi rossi mi fissano a qualche centimetro di distanza dalla candela. Lo sguardo non abbandona neanche un attimo la mia figura. Inizio a indietreggiare provando a mettere più distanza possibile tra me e quegli occhi. Mi fermo quando sento qualcosa di appuntito scivolare sul mio braccio tracciando una linea continua. Non riesco a muovermi, sono pietrificata. Provo a gridare ma la voce non viene fuori. Quella che ho capito essere un'unghia affilata ha iniziato a salire verso il collo ed è proprio qui che si ferma. Proprio in quel punto artigli lacerano la carne e lacrime di sangue tracciano il mio petto. A quel punto riesco a urlare. Un urlo di disperazione e impotenza. Di una cosa mi accorgo prima di svenire: quegli occhi color rubino non se ne sono mai andati.Quando mi sveglio ho il fiatone. Gocce di sudore mi imperlano la fronte e mi affretto ad asciugarle con la manica del pigiama. Quando provo ad alzarmi la testa mi gira leggermente ma non ci faccio caso e mi tiro su dal letto. Anche se il pavimento è freddissimo a contatto con i miei piedi, non mi dà fastidio. Mi avvicino allo specchio che ormai da tempo è appoggiato sul ripiano della cassettiera. Guardo il mio riflesso e cerco di capire cosa sia cambiato in me. È già da qualche giorno che mi sento diversa, come se qualcosa in me si fosse sbloccato. Ma non capisco cosa. I capelli che ricordano il colore del grano in estate sono gli stessi e scivolano morbidi lungo le mie spalle. Gli occhi castani mi fissano di rimando con intensità. Occhiaie appena accennate evidenziano la mancanza di sonno e una sfumatura rosea colora le guance risaltando sulla pelle perlacea. Non vedo niente di diverso se non per un piccolo segno nero al lato del collo di qualche centimetro sotto l'orecchio. Sposto i capelli che coprono quella porzione di pelle e li porto delicatamente dietro la testa. Ciò che i miei occhi vedono mi rende confusa. Quel segno nero fa parte di una specie di tatuaggio rappresentante quello che sembra un quattro girato al contrario attraversato da una "S". Provo a cercare nella mia memoria un ricordo che possa fornire una spiegazione ma non trovo niente. Sono sicura di vederlo oggi per la prima volta. Non mi fa male, solo quando lo sfioro provo un leggero fastidio.
Qualcuno bussa alla porta e, senza aspettare una mia risposta, Selene entra nella stanza. Ha in mano quella che sembra una tisana, sicuramente preparata dalla nonna.
«Ho immaginato ti fossi già svegliata. Sono venuta a vedere come stavi» mi dice porgendomi la tazza. Mentre mi volto per prenderla sto attenta a far ricadere i capelli al proprio posto, in modo da coprire il simbolo. «Sto bene, non ti preoccupare.» Quando porto il liquido alla bocca rimango estasiata dal suo dolce sapore.
«Ne sei sicura? Con tutto quello che è successo oggi...» Si avvicina al letto e si siede con un sospiro. «Non ci posso pensare. Se non me ne fossi accorta a questo punto probabilmente staresti all' ospedale. Dio,quanto odio quell'idiota!» continua ad andare avanti con epiteti poco carini per un po' di tempo prima di fermarsi all'improvviso. «Quasi dimenticavo, devo dirti una cosa.» All'improvviso diventa seria e mi fissa negli occhi.
« Domani arrivano dei miei...amici.»
Nervosamente gioca con le dita della sua mano. Quando eravamo più piccole mi ricordo che il pomeriggio non potevamo mai vederci. Diceva che doveva andare a trovare dei suoi amici che abitavano fuori città. All'inizio non mi sono mai chiesta niente a riguardo. Con il passare del tempo però notavo come tornava da quella fantomatica "visita" piena di lividi o piccoli tagli. Li nascondeva bene ed io avevo paura a chiederle come si fosse ferita. Probabilmente ne temevo la risposta. Mi preoccupavo, certo, ma ero solo una bambina e a quell'età era difficile immaginare che alla tua migliore amica, colei che ti proteggeva sempre, venisse fatto del male. Quando siamo cresciute quei lividi hanno iniziato a diminuire, fino a sparire del tutto. Non ho mai smesso di vedere questi 'amici'come coloro che le facevano del male. Mi limito ad annuire. Le mie labbra si contraggono in un sorriso forzato. «Ho voglia di vedere un film quindi vai a fare i pop corn ed io prendo la coperta» Cerco di alleggerire la tensione.
«Sissignore.» Si dirige verso la porta però prima di uscire si ferma. «Ricordati che lo faccio solo perché sei malata e cammini alla velocità di un bradipo con gli occhiali da sole di notte». Quando mi fa la linguaccia, non resisto più e scoppio a ridere.Quando rimango da sola nella stanza mi rendo conto che la mia mano adesso è sul tatuaggio. É proprio mentre ripercorro la superficie di quest'ultimo che ripenso al sogno: gli artigli mi hanno graffiato proprio nel punto in cui si trova adesso il simbolo.
N/A
Sopra ho aggiunto l'immagine del simbolo :)
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Pax
Paranormal[completata] Sono passati anni da quando I genitori di Eirene sono scomparsi. Non è rimasta da sola,però. Ogni giorno ad aspettarla a casa c'è la nonna. A scuola invece c'è Selene, amica di una vita. Ogni volta è stata lei a toglierla dai guai, a...