XXIV

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Devo fare qualcosa.
Ma gli unici pensieri che riesco a formulare parlano di folle vendetta   e sono consapevole del fatto che non è una soluzione reagire alla violenza con le stesse armi usate dai nemici.
Oggi sono tornata a scuola, dove tutto è cominciato. Ma non perché avessi desiderio  di seguire le lezioni o altro.
Dovevo soltanto ricordarmi cosa significasse essere normali.
Senza il peso di un'imminente guerra a gravarmi sulle spalle.
E questa stessa mattina mentre cammino per i corridoi e saluto di sfuggita i miei vecchi amici che mi fissano straniti, posso far finta che non sia successo niente.
Quando raggiungo l'ultima classe della giornata, ho un brutto presentimento.
Aggrotto le sopracciglia alla vista del vecchio libro posato sopra al mio banco. Solo una volta che ne ho sfiorata la copertina mi accorgo che si tratta proprio di quel libro.(cap xii)
Pensavo fosse andato perso insieme alla mia borsa tempo fa, dopo quello spiacevole incontro con...
Un nome lampeggia nella mia testa con l'intensità di mille lampadine: Dimitri. (Xiii)
E domande che nella mia mente si erano momentaneamente assopite, fanno la loro comparsa.
Mi maledico per non averne parlato prima con Sel. Non so neanche se quell'uomo faccia ancora parte dei Protettori ma se così fosse, potrebbe esserci lui dietro tutto questo.
Tanti interrogativi a cui non so dare una risposta. Troppi.
L'unica cosa che posso fare in questo momento è mandare un messaggio alla protettrice:
Dimitri. Il nome del protettore che ha tradito mio padre tempo fa. (Non chiedermi come lo conosco. Ti spiego tutto dopo. )Fa ancora parte dell'ordine?
Dopo aver premuto il tasto Invio, cerco di distrarmi mentre aspetto una risposta.
Il mio sguardo si ferma fuori dalla finestra dove qualcosa- o meglio qualcuno attira la mia attenzione.
«Harley.» Mimo con le labbra.
Il demone dagli occhi scuri è proprio lì, a pochi metri da me. Solo una finestra a dividerci.
Mi fissa di rimando, le labbra chiuse in un sorriso triste.
«A dopo.» sento la sua voce nella mia testa e per poco non cado a terra quando le gambe sembrano dare segni di voler cedere.
I minuti passano come se fossero ore e l'un pazienza mi invade quando il suono della campanella indica il termine delle lezioni di oggi.
Mi precipito fuori dal grande portone e una volta nel parcheggio mi guardo intorno. Cerco un paio di occhi scuri ed un sorriso insolente ma nessun volto corrisponde alla mia ricerca.
Non c'è. Eppure mi aveva detto che ci saremmo visti.
Al suo posto trovo invece la vecchia macchina di Sel. La ragazza mi fa segno di raggiungerla e mi decido a seguire le sue direttive.
«Ehi.» la saluto, sorpresa. Non mi aspettavo di vederla qui.
«Sono venuta a prenderti e portarti a casa. Così non devi prendere l'autobus.»
Mi guarda, come a valutare la mia reazione.
«Oh. Va bene, grazie.»
Tante cose sfuggono dalla mia mente nel momento in cui salgo in macchina. Ma non Dimitri.
«Allora? Sai dirmi qualcosa su quell'uomo?»
Selene sembra capire subito di chi sto parlando.
«Si. E a questo proposito ho indetto una specie di incontro a casa tua.»
Non faccio in tempo a chiedere maggiori informazioni che la vedo spegnere il motore, dopo aver parcheggiato la macchina nel vialetto.
Tiro fuori le chiavi dalla borsa ed entriamo in casa.
Il brusio sommesso che arriva dal soggiorno mi avverte della presenza di altre persone.
E quando raggiungo la stanza non so se essere più sorpresa dalla presenza di Harley seduto sul divano o per il fatto che appoggiato al camino spento ci sia Damon.
Sono nella stessa stanza ed i loro sguardi sembrano appuntiti come spine mentre mi sfiorano la pelle.
C'è anche Daniel e quando risponde al mio saluto con un sorriso, mi concedo di rilassarmi.
«Allora, cosa dovevate dirmi?»
Riporto la mia attenzione sulla mia amica mentre mi siedo sulla sedia vicino al grande tavolo da pranzo.
«Parlo io.» Sel non aspetta il cenno d'assenso degli altri. Non ne ha bisogno.
«Innanzitutto, non so come ti sia potuto venire in mente l'idea di non dirci niente del 'sequestro' e di come tu sia finita in un bordello frequentato da demoni. Pensavi che non l'avessimo scoperto? Eh?» L'espressione calma che aveva prima viene adesso sostituita velocemente dalla sua versione arrabbiata.
Le guance sono diventate rosse come i suoi capelli e le mani si chiudono ed aprono ad intermittenza.
Da parte mia, decido di non rispondere perché il "sì" che vorrei pronunciare suonerebbe troppo patetico.
«È inutile che lo guardi così, non è stato lui.» Sel deve aver intercettato l'occhiataccia che stavo inviando ad Harley.
Lui però sembra non accorgersi di niente e continua a fissare un punto indefinito sulla moquette. Evitando per l'ennesima volta negli occhi da quando sono entrata.
Come se si sentisse in colpa per qualcosa. Ma se non è stato lui a raccontare tutto alla protettrice allora cos'è che lo tormenta? Reprimo l'istinto di sfiorargli la guancia con le dita.
«Sono stato io.» La voce di Damon mi distoglie dai miei pensieri e quando si accorge che lo sto guardando male, alza un sopracciglio fissandomi di rimando.
Sbuffo spazientita.
«Ritornando al motivo di questo incontro, e per rispondere alla tua domanda, sì, Dimitri fa ancora parte dell'ordine e non solo. È proprio lui che ha preso il comando dell'attuale rivolta. È riuscito a raccogliere un numero consistente di seguaci in poco tempo. Ha aspettato il momento giusto. Adesso che manca la terza grazia siete più deboli e i protettori, con l'appoggio dei demoni, potrebbero avere tra le mani una preziosa opportunità.
Supponiamo che il tuo rapimento sia stato l'ultima minaccia, quella decisiva, che ha convinto tua nonna a lasciare il posto.»
Aggrotto le sopracciglia, confusa.
«Quindi mia nonna lo sapeva?»
Annuisce.
Lo strano comportamento che aveva notato nell'ultimo periodo adesso sembra avere una spiegazione.
Poi un piccolo particolare ritorna a galla nella mia mente.
«Dimitri aveva anche parlato di una ricompensa. Ha detto che per la mia cattura un 'demone molto potente'» mimo virgolette alzando gli occhi al cielo «lo avrebbe premiato con una somma consistente di denaro. Ne sapete qualcosa?»
Selene sembra rimanere per un attimo interdetta, poi scuote la testa.
«Mi aspettavo legami con demoni del genere ma perché uno di questi dovrebbe volere proprio te?»
Nessuno sembra saper dare una risposta a quanta domanda.
Poi sembriamo tutti ricordarci che seduto accanto a noi, sul divano c'è proprio un membro della schiera demoniaca.
Lo guardiamo tutti, in attesa.
Harley alza le mani in segno di resa.
«Non ne so niente. Di certo non lo verrebbero a dire a me. Sanno del nostro legame.»
Il suo sguardo si posa per un attimo su di me prima di tornare a fissare il punto di prima.
Un'ombra sembra scurirgli i lineamenti.
Il discorso sembra finire così.
Restiamo tutti in silenzio per qualche secondo, ognuno a pensare a ciò che è stato detto e a fare supposizioni.
Poi, proprio mentre sto per offrire a tutti di rimanere per cena, Harley scatta in piedi. Abbandona il divano e a passi veloci si avvicina alla porta.
«Devo andare.» gli sento dire prima che scompaia dalla mia vista sbattendosi dietro la porta.
Non una parola né un cenno nella mia direzione.
E con lui se ne va anche un pezzo del mio cuore.
Mai come in questo momento il nostro legame è sembrato così debole.
Sembra quasi una bugia.

N/A:
La storia ha raggiunto i 1oo voti! Grazie mille!🌷
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