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Arriviamo in mensa in pochi minuti che però a me sono sembrati ore. Nella mia testa mille domande hanno affogato gli altri pensieri.
Il ragazzo con un gesto galante mi tiene aperta la porta finché non sono dentro. Quando entro mi accorgo di come gli occhi di tutti i presenti siano puntati su di me, o meglio: sulla mia mano. Le mie dita sono ancora intrecciate alle sue. Le nocche sono diventate bianche dallo sforzo e capisco che probabilmente gli sto facendo male. Arrossisco visibilmente e lo lascio andare mormorando uno «scusa» sottovoce. Lui mi guarda negli occhi per la prima volta dopo lo scontro in corridoio. Sembra che nei suoi occhi si stia scatenando una tempesta.
Cercando di fare finta di niente vedo verso il solito tavolo dove però non ci sono Julia e David ma solo Selene che mi sta guardando con un sorriso malizioso che non mi piace per niente.
«Ciao,Rei. Vedo che hai conosciuto Damon.» Arrossisco ancora di più ma cerco di nasconderlo portandomi i capelli davanti al viso. «Hmm... Già.» Con la coda dell'occhio noto come un angolo delle labbra del ragazzo adesso si sia sollevato in un ghigno divertito.
«Allora? Come mai siete arrivati in ritardo? Raccontate.» Selene ci guarda impaziente, probabilmente curiosa di sapere come ci siamo conosciuti. Propio quando sto per raccontarle quello che è successo in corridoio, il telefono di Damon squilla. «Pronto?» È incredibile come l'espressione di una persona possa
cambiare in così poco tempo. Il suo viso adesso non esprime più spensieratezza come qualche secondo fa ma solo preoccupazione e rabbia. «Arriviamo. Non ti muovere.» Il modo in cui chiude la conversazione è così brusco che non posso evitare di sussultare.
«È arrivato ma l'hanno ferito. Ci sta aspettando fuori.» dice guardando Selene negli occhi. Giuro di non averla mai vista correre più velocemente di come sta facendo in questo momento. «Sel! Sel! Dove vai?». Sto per inseguirla fuori dalla porta, ma prima cerco con lo sguardo Damon. Sembra essere sparito anche lui. O almeno questo è ciò che credo fino a quando non mi sento afferrare la mano e mi ritrovo a correre per il corridoio dietro di lui.
«Dove stiamo andando? Chi è che si è ferito?» gli chiedo già con il fiatone. «Seguimi e basta. Non potevo lasciarti lì da sola.» La sua risposta secca mi ferma dal fare altre domande. Quando usciamo dall'ingresso principale, la luce del sole mi acceca e cerco di coprirmi gli occhi con la mano. Damon si dirige verso il parcheggio ed io mi limito a seguirlo. Qui un ragazzo è appoggiato ad una vecchia macchina dalla vernice sbiadita e dalla sua espressione sembra soffrire molto. La sua mano è stretta intorno al fianco ed è proprio da quel punto che una macchia rossa fa la sua comparsa. Sangue. È la prima cosa che penso. Quando vedo Selene arrivare di colpo e buttargli le braccia al collo quasi con espressione terrorizzata, capisco di avere ragione: il ragazzo è ferito e sembra essere grave. Inizio ad accelerare il passo cercando di raggiungerli in fretta. Ovviamente però Damon arriva prima di me. «Come hanno fatto?» «Mi hanno colto di sorpresa. Erano in tre, come al solito. Hanno usato un coltello con lama nera. Ho avvertito la loro presenza dal confine; devono avermi seguito da lì...» Vedo Damon alzare con cautela la maglietta ed ispezionare la ferita. «Merda. È infetta.» Queste sono le uniche parole che escono dalla sua bocca. Mi sento veramente di troppo e la vista del sangue mi sta facendo girare la testa. Anche se provo a non pensarci, non ci riesco. Il ragazzo ferito sembra notare il mio disagio perché mi allunga una mano e si presenta. «Ciao,sono Daniel.» Il suo sorriso è caloroso e dalla sua espressione rassicurante sembra quasi che non stia per morire dissanguato. «Eirene, ma puoi chiamarmi Rei. Non dovresti andare all'ospedale?» All'inizio sembra confuso poi notando il mio sguardo fisso sulla ferita capisce. «Oh, per questa dici? Non ti preoccupare è solo un taglietto.» Appena quelle parole escono dalla sua bocca riceve un sonoro schiaffo dietro la testa da Selene che lo guarda infuriata. «Un taglietto? Ma stai scherzando? Daniel, qui stiamo parlando di una lama nera, non di un semplice coltello!» Nonostante cerchi di nasconderla, la sua preoccupazione è evidente. Sembra che ci tenga veramente a lui. «Hey, Sel,calmati. Guarirà. Sono venuto qui appena è successo,non è passato tanto tempo.» «Hai sentito cosa ha detto Damon? È infetta, Daniel!». I suoi occhi iniziano a farsi lucidi. È adesso che inizio a preoccuparmi veramente. In tanti anni non l'ho mai vista piangere. Non ha mai voluto mostrarsi fragile o vulnerabile. Quel ragazzo, chiunque egli sia, sembra abbattere le sue difese e capisco da come la sta guardando adesso che il legame che li lega deve essere qualcosa di unico. «Vieni qui. Non mi succederà niente. Farò in modo di romperti le scatole ancora per molto tempo, va bene?» La sua risata è attutita dal petto di Daniel che adesso la tiene fra le braccia. Distolgo lo sguardo e solo in quel momento mi accorgo che Damon è scomparso. «Mi cercavi?» Una voce divertita giunge alle mie spalle. Sobbalzo dallo spavento ma cerco di nasconderlo. «Uhm...n-no» mi schiarisco la gola e mi maledico per aver balbettato. «Allora? Dove lo portiamo? È ferito non può essere lasciato qui.» Non so ancore come abbia fatto a procurarsi quel genere di ferita ma il termine che hanno usato,'lama nera',mi spaventa. Sembra qualcosa di pericoloso anche se assurdo. Insomma,chi è che usa ancora i coltelli? Probabilmente cercavano di rapinarlo o qualcosa di simile. C'è qualcosa che non quadra. Troppi elementi che non portano a niente di buono. Troppe cose successe in poche ore. L'attacco di Hanna, i suoi occhi, così simili a quelli di Finn, di quel colore improbabile e spaventoso allo stesso tempo ma così reale. Mi chiedo se non stia impazzendo. Anche se cerco con tutte le forze di trovare una spiegazione logica o di crearla io stessa, non c'è, non esiste,non viene fuori.
«"Portiamo"? Chi ha detto che verrai anche tu?» Non faccio in tempo a rispondere che si allontana. Si avvicina a Daniel e tira fuori una boccetta contenente un liquido ambrato. «Bevi.» Il ragazzo non replica e lo manda giù facendo una faccia schifata.
«Che cos'è una specie di pozione segreta?» Cerco di sdrammatizzare anche se sono veramente curiosa di sapere cosa ci sia lì dentro.
A quanto pare però la mia battuta non viene apprezzata visto le occhiatacce che ricevo. «Alcol.» La risposta di Damon arriva qualche secondo dopo. «Probabilità che funzioni?» gli chiede Sel. «Abbastanza.».
Non ci credo. Questa è l'unica informazione che sa dare? «Wow, sei veramente d'aiuto.» borbotto sottovoce. Se i suoi occhi potessero lanciare fiamme a questo punto sarei un mucchio di cenere sull'asfalto.
«Davvero? Puoi fare di meglio tu allora?» «Beh almeno io n-» «Basta!»
Un'urlo ci interrompe. «Dovete smetterla o lo sveglierete.» dice Selene. Sembra quasi una mamma apprensiva,non la ho mai vista così. Daniel intanto si è addormentato sul sedile posteriore della macchina e quindi ne deduco che l' "alcol" abbia fatto effetto. «E adesso?Cosa facciamo?». È Damon a rispondermi. «Noi lo portiamo a casa e tu torni a scuola. Semplice.». Rabbrividisco solo al pensiero di tornare dentro quelle mura. Cerco di non darlo a vedere ma ho paura di chi o di cosa potrei incontrare.
«No,Damon. Non possiamo lasciarla da sola,lo sai.». Si guardano negli occhi per alcuni istanti. Vedo le sue mani chiudersi in un pugno e la sua mascella contrarsi. «Va bene vado io con lei. Tu porta Daniel a casa e fammi sapere se ci sono novità.»

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