Cαpıτσℓσ 18~ricordi

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Finisco di parlare e lo guardo. I suoi grandi occhi profondi ,che fino a poco fa erano pieni di paura, ora mi osservano in un misto di incredulità e gioia.

"Grazie piccola" mi dice piano prima di avvicinarsi e posare le sue labbra sulle mie.
Rimaniamo così, sfiorandoci appena, per pochi secondi, prima che decida di staccarsi.

Mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi; in un attimo ci ritroviamo in piedi, l'uno accanto all'altra.

"Andiamo sul letto" mi sussurra, avvicinando appena la bocca al mio orecchio.
Il fiato caldo sulla pelle mi fa tremare mentre una strana sensazione di calore mi attraversa il corpo.

Inizia a muoversi ma lo fermo, tirandogli la mano e riportandolo di fronte a me; riprendo a baciarlo nello stesso modo passionale di poco fa, consapevole di essere nel punto di non ritorno.

Mi accarezza piano le braccia fino a raggiungermi le mani che in un battito di ciglia si ritrovano a cingergli il collo; poi mi afferra per le cosce che allaccio attorno al suo bacino.

"Sei una piccola tentatrice" mi dice senza smettere di sorridere poco prima di baciarmi la punta del naso. "Ma non abbiamo ancora finito di parlare. Prima il dovere, poi il piacere" termina, mentre si muove a passi veloci all'interno della stanza.

"Fine del viaggio" mi dice poco dopo, quando raggiungiamo il letto.
"Ma io non voglio scendere" replico facendo il broncio mentre, con riluttanza, lascio la presa  e mi lascio cadere sul matedasso.

Rimango sdraiata per qualche secondo, occupando tutto lo spazio a disposizione, mentre la mia testa viaggia indietro nei ricordi.

Ripenso a ieri, alla lettera, alla mia famiglia, alla situazione assurda in cui mi sono trovata; mi stupisco di come, dopo la scenata di ieri, riesca quasi a far finta di nulla con Matty, come se tra noi fosse rimasto tutto come prima.

Una vampata di imbarazzo e tristezza mi attraversa in pieno.
Mi alzo lentamente, portandomi seduta, mentre le mie guance si tingono di rosso.

"Hai ragione, dobbiamo finire di parlare".

*******

Si siede piano accanto a me facendo abbassare il materasso.
"Guardami Jax. Voglio spiegarti tutto ma ho bisogno di sapere di avere i tuoi occhi su di me."

Mi giro verso di lui, incatenando i nostri sguardi, proprio come mi ha chiesto di fare poi, mentre con una mano gli accarezzo una guancia, con l'altra intreccio le sue dita alle mie.

"Ti guardo" dico per poi rimanere in attesa.

Lo vedo fare un lungo respiro per prendere coraggio, come se avesse paura delle sue parole e delle conseguenze che potrebbero portare.

"Ricordi la prima volta che ci siam visti?" inizia lui.
Faccio un piccolo accenno col capo prima di lasciarlo continuare.
"Quella mattina mio padre mi aveva proposto di andare al parco e io, come un qualsiasi bambino avrebbe fatto, avevo accettato con entusiasmo.

Eravamo appena arrivati quando mi disse di andare sull'altalena;che mi avrebbe spinto più veloce di un aeroplano.

Corsi più veloce che potei, superando tutti, non volendo che qualcuno mi rubasse il posto.

Iniziai a dondolarmi quando mio padre mi indicò un punto e ti vidi a terra, che piangevi.
Mi disse di andare ad aiutarti, che un vero ometto l'avrebbe fatto senza esitare, e così feci, per renderlo orgoglioso di me.

Mi avvicinai e ti guardai meglio: anche con il vestitino sporco di terra e gli occhi rossi eri la bambina più bella che avessi mai visto e io volevo renderti felice.
Ti aiutai a cercare la tua mamma nel minor tempo possibile ma una volta trovata, mi ringrazió e ti portó via.
Ricordo che il vederti tornare a casa mi mise tristezza, così chiesi a mio padre, che in tutto questo tempo era rimasto in disparte, di andarcene.

Pensai a te tutto il pomeriggio e anche la sera; il giorno dopo, ansioso di reincontrarti, implorai mio padre di riportarmi al parco.

Ricordo ancora che mi disse di non preoccuparmi, che mi avrebbe portato la mamma, giorno dopo giorno, a patto che continuassi a parlare con te, con la bella bambina dai capelli neri e gli occhi grandi.

Sul momento non feci caso a quelle parole; ero contento di poter stare con te.

Iniziammo a vederci tutti i giorni e a giocare assieme, come mio padre aveva promesso; senza nemmeno accorgermene stavi diventando la mia migliore amica."

Smette di parlare e mi passa gentilmente un dito sotto l'occhio; devo aver iniziato a piangere senza nemmeno accorgermene.

"Piccola..è vero; è grazie a mio padre se ci siamo conosciuti ma..tutto il resto no. Tutto il resto è successo grazie al destino è posso giurarti sul nostro bambino o sulla mia stessa vita che fino a ieri nemmeno io sapevo niente del suo piano nè della sua storia con tua madre.

La nostra amicizia, i sentimenti che provavo, il mio amore per te erano e sono reali. Io ti amo Jax, e non permetterò a mio padre di rovinare tutto, non di nuovo."

2.Non potrei mai dimenticarti~{COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora