Cαpıτσℓσ 14~fidarsi é bene, non fidarsi é meglio

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Entro in casa come una furia, ancora scossa dagli avvenimenti di poco fa.
Ho bisogno di calmarmi un po', di tornare tranquilla; l'agitazione non fa bene al bambino.

Chiudo gli occhi e inspiro lentamente, mentre sento le gambe farsi molli. Mi appoggio alla parete più vicina, scivolo piano lungo essa fino a trovarmi seduta sul pavimento.
Resto in questa posizione per più di cinque minuti, continuando a respirare piano, mentre il silenzio della casa mi aiuta a schiarire le idee. Finalmente, decido di alzarmi.

Mi dirigo a piccoli passi verso le scale, sperando che Matty si trovi in camera nostra, a riposare.
Appena appoggio il piede sul primo gradino cambio idea muovendomi quasi senza volerlo in direzione del salotto, come se fossi attratta da qualcosa, come se li dentro ci fosse il centro del mio universo.

Rimango sorpresa da ciò che mi ritrovo davanti: due persone che conosco fin troppo bene, sedute su uno dei divani, mi fissano silenziosi, in attesa di una mia reazione.

"Che ci fa lei qui?" chiedo al mio ragazzo mentre rivolgo uno sguardo  semi-omicida all' ospite indesiderato.

Lo shock che sto provando per la vista di mia madre mette l' incontro con mio padre, in secondo piano.
La rabbia sta lasciando il posto all'agitazione che inizia a trapelare dalla mia voce.

"Vuole parlarci" sussurra Matty.

Lo guardo basita mentre mi domando come possa essere così ingenuo, come possa permettere a questa donna di restare in casa nostra dopo tutto ciò che ha fatto.

"Non ho nulla da dirle" rispondo accigliata prima di girarmi e correre verso la nostra stanza.
Mi chiudo dentro a chiave estraniandomi da tutto, poi mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Voglio solo stare da sola.

.....

Sono sdraiata da più di un'ora a pensare quando sento bussare piano alla porta.
"Vai via" grido. So già di chi si tratta.

"Piccola, ti prego.."
La voce di Matty mi raggiunge ovattata ma riesco ugualmente a percepirne il tono triste. Si sente in colpa per ciò che ha fatto. E fa bene! Penso tra me e me prima di respingere l'impulso, che sento, di correre ad abbracciarlo.
Per quanto voglia sforzarmi di essere arrabbiata con lui il solo sentire la sua voce fa sentire in colpa anche me.
Mi alzo lentamente dal letto e lo faccio: apro piano la porta e gli butto le braccia al collo.

Appoggio la testa al suo petto mentre sento lo sento stringermi a se.
"Sono ancora arrabbiata con te" sentenzio, prima di lasciarmi cullare dal battito ritmico del suo cuore.

"Lo so piccola; non avrei dovuto invitare tua madre a entrare.."
Lascia in sospeso la frase  e capisco che vorrebbe dirmi altro, probabilmente qualcosa che non mi piacerebbe sentire.
Faccio un respiro profondo prima di prendere la decisione di lasciarlo continuare.
"Ma?" chiedo rassegnata.
"...ma credimi se ti dico che dovresti proprio sentire ciò che ha da dire" termina lui tutto d'un fiato.

Continuiamo a guardarci negli occhi per non so quanto tempo; io in attesa di prendere una decisione, lui in attesa di una mia risposta.
"Non credo di volerla vedere" sussurro decisa.
Non voglio darle la possibilità di rovinarmi di nuovo la vita.
"Lo so piccola...e lo sapeva anche lei, per questo ti ha lasciato una lettera."

Vedo Matty portarsi una mano nella tasca posteriore dei jeans e subito dopo estrarre una busta.
Riconosco immediatamente la carta, la stessa che usavamo un tempo per scrivere ai parenti lontani.

"Prova a leggerla Jax, prova a capire ciò che dice e magari, quando l'avrai finita, riuscirai a cambiare idea. Ricordati comunque che, qualsiasi sarà la tua scelta, io sarò sempre dalla tua parte"

Mi porge la busta contenente la lettera di mia madre.
Accettarla o non accettarla?
Da un lato vorrei poterla ignorare, stracciarla in mille pezzi e continuare con la mia vita; dall'altro vorrei leggerla, placare la curiosità che mi assale.
Prendo una decisione.

Allungo piano la mano, ancora titubante, e la afferro, prima di piegarla con cura.
Prendo per mano Matty poi mi giro lentamente per dirigermi verso il letto.

Mi siedo, tornando a guardare ciò che tengo in mano, rafforzando la presa.
Osservo in silenzio l' oggetto mentre sento il materasso abbassarsi accanto a me.

Una piccola scritta, in perfetto corsivo, sul retro, colpisce il mio sguardo.
"Per Jaselene"
Due piccole parole in quella calligrafia a me così familiare.

Guardo il mio ragazzo che mi scruta in silenzio. Accenna un lieve sorriso con le labbra, quasi a volermi incoraggiare.
Immediatamente prendo coraggio e la apro.

2.Non potrei mai dimenticarti~{COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora