Capitolo 2

73 8 0
                                    

CAPITOLO 2

Passavo impassibile tra i corridoi affollati della scuola mentre ogni ragazza presente continuava a bisbigliare frasi del tipo "Hai sentito Sarah è morta" oppure "quella puttana se lo meritava". Tutti erano in estasi per la notizia, mentre a me faceva male il cuore al solo pensiero che oggi non era un giorno con la solita routine, ansi da oggi la mia routine non sarà più la stessa.
«Finalmente qualcuno si é deciso a levare da mezzo quella sgualdrina, ci ha provato col mio Alex» la voce acuta di Sophia mi giunse all'orecchio come una lama. Mi girai velocemente verso la ragazza mentre il mio sguardo diventava sempre più duro.
«Tu, Sophia non puoi permetterti di chiamare sgualdrina una persona che sicuramente più buona di te. Non ti do il consenso di chiamare puttana Sarah, perché tu sei la numero uno. E poi mia cara, Alex non è tuo ficcatelo in quella testa. Alex ti ha lasciata lo ha capito tutta la scuola tranne te, testa vuota» urlai attirando l'attenzione di molti studenti tra cui il diretto interessato Alexander. Era vero che lei era una puttana, e che Alex l'avesse lasciata circa da 4 mesi, ma lei non l'ha presa molto bene...
«Come ti permetti? Io non sono una puttana, e poi Alex ed io stiamo di nuovo insieme» disse
«Tu davvero non sei una puttana?! Ok allora ragazzi alzi la mano chi ha visto la signorina qui presente fare qualcosa con altri ragazzi o in comportamenti poco consoni» urlai ancora. Tutte le persone lì presenti alzarono la mano mentre Sophia diventava rossa di rabbia e di imbarazzo.
«E Alex, mi dispiace che dopo nemmeno due secondi di relazione ti trovi già cornuto» dissi rivolta al moro, con un sorrisetto strafottente girai i tacchi e me ne andai.
La gente parlava, ma non davo più ascolta a nessuno. Mi diressi verso la mia seconda migliore amica Gwendoline. Mi aspettava davanti al mio armadietto, il 183, i morbidi capelli mori le circondavano il viso bianco, mentre i suoi occhi verdi guardavano la mia figura avvicinarsi.
«Gwen»dissi abbracciandola
«J, ho saputo..» disse stringendomi più forte.
«Si...» sussurrai
«mi dispiace» disse stringendomi ancora.
«non so chi sia stato, ma quando lo scoprirò lo ammazzerò con le mie stesse mani» dissi staccandomi.
«Beh, tocca alla polizia scoprirlo» disse.
«Già..» sussurrai.
«Adesso andiamo in classe» disse tirandomi per un braccio verso l'aula di chimica.
Mentre il professore Tower spiegava, io scarabocchiavo qualcosa sul mio diario. Una pallina raggiunse il mio banco, alzai scocciata lo sguardo verso la persone che mi aveva inviato il messaggio. Trovai il viso angelico di Alexander che mi faceva cenno di leggere. Aprii il pezzo di carta leggendolo:
"Troviamoci alla pausa pranzo nel retro della scuola ho bisogno di parlare con te"
Alzai lo sguardo e gli feci un cenno positivo, mentre mi decidevo finalmente a seguire la lezione.
Passarono altre 2 ore e finalmente potemmo andare tutti quanti a mangiare. Mentre Gwendoline si affrettava ad entrare nella mensa, io mi dirigevo verso il cortile esterno. Ad attendermi fuori c'era Alexander, appoggiato al muro con la sua area strafottente.
«Che vuoi, Alexander?» chiesi appena arrivata.
«Ciao anche a te Jane, ti trovo in forma, come stai? Oh, grazie dell'interesse anche io sto bene» disse sarcastico.
«Non ho tempo da perdere con cose inutili, quindi cerca di essere veloce» dissi mettendomi di fronte a lui.
«So perché c'è l'hai con me» disse
«parla» ordinai
«pensi che sia stato io a fare del male a Sarah» disse.
«puoi biasimarmi?» chiesi guardandolo.
«no, infondo l'ultimo posto in cui è stata vista era casa mia, però posso cercare di farti cambiare idea» disse facendo illuminare il suo sguardo di ghiaccio.
«Ah sì? E come?» chiesi appoggiandomi con la schiena al muro.
«trovando il vero colpevole»
«come Sherlock?» chiesi sarcastica
«tu mi aiuterai» annunciò.
«perché dovrei?» chiesi.
« era la tua migliore amica, se non interessa a te scoprire il colpevole...» disse lasciando in sospeso la frase.
«perché vuoi dimostrarmi che non sei stato tu a fare del male a Sarah?» chiesi.
«Perché qua tutti quanti stanno mettendo in giro voci non vere ed ho bisogno di scoprire la verità per metterle a tacere»
«Ti aiuterò» annunciai.
«Ma sarà una cosa segreta tra di noi, nessuno dovrà saperlo, ok?» chiesi porgendogli la mano.
«ok» rispose stringendo la mano.
Dopo la stretta tornai in classe, pronta per stare un altra ora a scuola.
Al suono della campanella corsi fuori dalla classe, per non essere travolta da quei bisonti dei miei compagni.
"Incontriamoci alle 16:00 a casa mia
St. Buds Wells 13
Porta un quaderno
-Alex"
Lessi il messaggio, per poi recarmi a casa. Entrai sbattendo involontariamente la porta ed urlando un "Sono a casa". Posai distrattamente la borsa a terra mentre mi recavo in cucina per pranzare. Mangiai velocemente le panino che mia madre mi aveva conservata per poi dedicarmi, nel lasso di tempo che restava alle 16:00, ai compiti. Scattate le 15:49 iniziai ad incamminarmi verso casa di Alexander. Arrivata alla grande casa bussai alla porta bianca attendendo per cinque minuti una risposta. La porta si aprì rivelando la figura di Alexander.
«Ciao, prego entra» disse facendomi spazio per entrare nella casa.
«grazie» sussurrai timidamente.
«andiamo di sopra, nella mia camera avremo abbastanza privacy per parlare di Sarah» disse facendomi strada per andare in camera sua.
«Allora, che dobbiamo fare?» chiesi sedendomi sul comodo letto.
«Mh, iniziamo a scrivere ciò che è successo il giorno della scomparsa» disse. Presi il quaderno iniziando a scrivere.
«Allora Sarah dalle 8:00 alle 12:00 è stata scuola, poi insieme ieri siamo uscite e l'ho accompagnata a casa sua» dissi scrivendo.
«poi la signora Jefferson ha confermato che Sarah stesse a casa dalle 12:30 alle 17:00 poiché è uscita ed è venuta qui» dissi.
«è arrivata alle 17:10 e poi abbiamo studiato fino alle 19:00 e se ne andata» continuò Alexander.
«Hai visto quando se n'è andata se veniva seguita da qualcuno? » chiesi
«no era sola» disse
«Bene andiamo» dissi alzandomi.
«dove?» chiese confuso.
«a cercare testimoni in giro, erano solo le 19:00 quando ha lasciato l'abitazione quindi dovevano esserci almeno tre o quattro persone in giro» dissi mettendo la borsa in spalla.
«Detective Roosevelt, suona bene» disse Alexander.
«Detective Stole, suona male» dissi ridacchiando.
«oh, andiamo. Tu stravedi per me» disse indicandosi.
«cammina detective» dissi
«agli ordini capo» disse imitando il saluto militare.
«Allora, Sarah se n'è andata in quella direzione quindi i passanti principali che l'hanno vista dovrebbero essere quelli di Bakes Street. Individuiamo le persone che restano più a lungo qua, tipo pagliacci, venditori, musicisti... Hai una foto di Sarah?» chiesi rivolta a Alexander, il quale non aveva fatto altro che stare in silenzio a guardarmi.
«Si»
«bene tu vai nel lato destro, io quello sinistro, mostra la foto di Sarah e chiedi se intorno alle 19:30 o le 20:00 l'hanno vista passare, ok? Andiamo» dissi andando nel lato sinistro del viale.

***
Spazio autrice
Se vi è piaciuto il capitolo mettete ⭐️ e commentate

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora