Capitolo 27

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«Gwen come mi sta questo vestito?» chiesi guardandomi allo specchio.

«Il vestito è carino, ma il rosso non ti dona molto, prova con questo» disse, passandomi un vestito blu elettrico.
Sbuffai sonoramente prima di recarmi nel bagno e provarmi l'ennesimo vestito.

«Se anche questo non mi piace giuro che mi metto a urlare» dissi esausta.
Mi guardai allo specchio. Il vestito aderiva perfettamente con il mio corpo minuto e metteva in risalto la mia pelle bianca e candida.

«Sbrigati J, mancano solo 20 minuti alla festa» disse Gwendoline passandosi la matita sotto gli occhi.

«non preoccuparti, metto i tacchi ed il rossetto ed andiamo. Appena hai finito chiama un taxi» dissi andando verso la cabina armadio e tirando fuori dei tacchi dello stesso colore del vestito. Dopo aver messo i tacchi presi il rossetto rosso e lo spalmai per bene sulle mie labbra rosee.

«J sei pronta, il taxi ci sta aspettando giù» urlò Gwen.

«Eccomi» dissi scendendo le scale.

«Come siamo belle» disse mia madre uscendo dalla cucina.

«Grazie signora Roosevelt» disse Gwen arrossendo.

«Mamma perché loro possono andare in discoteca ed io no?» chiese Hanna.

«Tu sei troppo piccola Hanna. Quando avrai la stessa età di Jane potrai andare» disse mia madre guardandola con dolcezza.

«Ok noi andiamo. Ciao mamma» dissi.

«Mi raccomando fate attenzione» disse prima che chiudessi la porta.
Entrammo nel taxi e Gwen diede l'indirizzo della casa di Ernest Bly. Quando arrivammo c'era già molto gente fuori, apparentemente non ubriaca. All'interno della casa la musica risuonava a tutto volume, e c'erano diversi corpi sudati che si strusciavano tra di loro o che bevevano come se non ci fosse un domani. Gwendoline guardava disgustata la scena, ed io risi di gusto osservandola.

«Su andiamo» dissi trascinandola verso il bancone degli alcolici.

«Cosa vi porto?» chiese un ragazzo dietro il bancone.

«Due Sex On the Beach» dissi sorridendo.

«Ecco a voi» disse il barista porgendoci i bicchieri con gli ombrellini sopra e facendoci l'occhiolino.

«Carino il barista» commentò maliziosa Gwendoline.

«Mh» mugugnai.
Certo era un bel ragazzo, ma c'era di meglio.

«Andiamo a ballare?» chiese Gwen bevendo tutto il cocktail.

«Certo» acconsentii imitandola.
Entrammo in pista ed iniziammo a ballare, se così si può definire, in mezzo alla folla. Mentre ballavo notai dei visi conosciuti, tra cui quello di Alex. Incrociò il mio sguardo per pochi secondi, prima di sorridermi maliziosamente ed andare verso le scale con una ragazza dai capelli biondi.

«Guarda c'è Ernest!» esclamò Gwendoline, attirando la mia attenzione.

«Vieni con me» dissi prendila per la mano ed andando verso Ernest.

«Ernest, amico mio, come stai?» chiesi.

«Bene, mi fa piacere vederti Jane. Non sei cambiata affatto» disse sorridendomi.

«Ti presento, la mia migliore amica Gwendoline. Gwendoline lui è Ernest, un mio amico d'infanzia» dissi ricambiando il sorriso.

«Piacere» disse timidamente Gwen.

«Il piacere è tutto mio» disse Ernest ammiccando.

«Io vi lascio soli, vado a prendere qualcosa da bere» dissi girandomi ed andando di nuovo verso il bancone.

«Due Cosmopolitan» disse una voce maschile fin troppo familiare.

«Alexander» dissi guardandolo «Cosa ci fai qui? Non dovresti essere con quella sgualdrina da quattro soldi?» chiesi retorica.

«Non faceva bene il suo lavoro» disse alludendo a qualcosa di perverso.

«Mh, risparmia i dettagli» dissi bevendo un sorso della bevanda che il barista aveva appoggiato poco prima davanti a noi.

«A quanto pare mi sbagliavo» disse improvvisamente.

«Su cosa?» chiesi guardandolo accigliata.

«Ad Ernest interessa Gwendoline» disse facendo un cenno verso i due che si baciavano.

«Non mi sorprende» dissi.

«Come mai?» chiese.

«Intendevo che non mi sorprende che tu abbia sbagliato» dissi mentre lui mi osservò facendo un piccolo sorriso.

«Perché?» chiese ancora.

«Tu sbagli in continuazione» dissi finendo il Cosmopolitan.

«Può darsi..» sussurrò guardando verso il basso.

«Dobbiamo lavorare» dissi incontrando i suoi occhi.

«Lo so, siamo indietro con le indagini» disse.

«Domani i miei non ci sono, vieni a casa mia» dissi.

«È un invito per far sesso?» chiese maliziosamente Alexander.

«È un invito per indagare su Sarah» dissi.

«Mh peccato» disse alzandosi dalla sedia.

«Idiota» sussurrai.

«Alex che ore sono?» chiesi.

«le 2:30, dovresti rincasare» mi suggerì.

«Non è affar tuo quando devo rincasare» dissi acida andando verso Gwendoline, la quale si era staccata dalla faccia di Ernest.

«Andiamo? È tardi»dissi.

«Certo Jane» disse Gwendoline salutando Ernest e venendo con me verso l'esterno.

«Chiamo un taxi» avvertii.

«Non ce n'è bisogno vi do un passaggio io, tanto devo tornare a casa anche io» disse Alex uscendo dalla casa.

«Grazie, ma non serve. Possiamo prendere un taxi» dissi acida.

«Oh andiamo Jane. Il taxi ci metterà una vita ad arrivare, andiamo con Alexander» disse Gwendoline, e senza neanche darmi il tempo di replicare andò verso la BMW di Alex e sedendosi nel posto davanti del passeggero.
Sbuffai sonoramente prima di seguirli e sedermi nei posti dietro. Alex accompagnò prima Gwendoline a casa, e mentre stavamo andando verso casa mia mi lanciava occhiate fugaci. I suoi occhi si incrociarono con i miei facendomi sussultare per la freddezza che ci vidi dentro.

«Tutto bene?» chiesi tremante.

«Certo» disse Alex.

«Sicuro?» chiesi ancora.

«Stavo solo pensando..» disse sussurrando.

«Siamo arrivati» disse Alex.

«Ci vediamo domani, Alexander» dissi aprendo la portiera dell'auto.

«Ci vediamo domani, Jane» disse prima di sfrecciare verso casa sua. Restai a guardare la sua auto andar via. Finché non sparì dalla mia vista e fui come risvegliata da una sottospecie di trans. Aprii la porta di casa con le chiavi di riserva ed andai in camera mia, tentando di fare meno rumore possibile. Ero troppo stanca per cambiarmi così mi misi a letto con il vestito ancora indosso, e caddi tra le braccia di Morfeo.

***
Angolo autrice:

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-Robs

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora