Capitolo 22

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«Cosa?» urlò Gwen.

«Quello che hai capito Gwen» dissi esausta per via delle sue urla.

«Quindi, tu, Jane Josephine Roosevelt e Alexander Stole, vi siete baciati?» chiese urlando.

«Si» dissi mentre le mie guance si coloravano di rosa.

«e a te è piaciuto?» chiese alzando ed abbassando velocemente le sopracciglia.

«Si..» sussurrai piano sperando che non mi sentisse.

«Oddio!» disse saltando sul letto e urlando «La mia migliore amica è cotta, la mia migliore amica è cotta» disse ridacchiando.

«Dai su finiscila» dissi stufa.

«Oh, no. Continuerò così finché non mi dirai "sono stracotta di Alexander Stole"» disse puntandomi l'indice contro.

«Gwen a me non piace Alex. Mi è piaciuto solo il bacio» dissi evitando il suo sguardo indagatore.

«Si certo» disse lei roteando gli occhi al cielo.

«Ehi!» esclamai.

«Tu sei cotta di Stole, è inutile mentirmi, ti conosco come le mie tasche» disse con un aria da saputella.

«Uff» sbuffai buttandomi sopra al cuscino.

«Va beh, comunque devi assolutamente venire alla festa di Josh Smith, ci sarà quasi tutta la scuola, persino le matricole e tu non devi mancare» disse Gwen.

«Gwen, sul serio mi scoccio di andare a quella festa» dissi stufa

«Non me ne frega. Tu ci verrai e basta. Metti il vestito più sexy che hai ti passerò a prendere alle 20:30, sabato.Ora pensiamo al tema» disse Gwen senza darmi possibilità di replicare. Sbuffai ed iniziai a scrivere il tema.

**
Sabato sera
Mi guardai nel grande specchio della mia camera. Il mio riflesso ed piuttosto carino. Il vestito rosso attillato mi metteva in risalto le forme. I miei capelli erano racconti in un coda alta. Le mie labbra erano rosse, e ai piedi indossavo le solite scarpe col tacco nere.

«Jane, c'è Gwen che ti aspetta» urlò mia madre dal piano inferiore.

«Eccomi» urlai di rimando, afferrando il cappotto e il telefono.

«Wowo tesoro sei uno schianto!» esclamò Gwen appena mi vide.

«Grazie, anche tu lo sei» dissi sorridendo imbarazzata.

«Ragazze mi raccomando non fate tardi e non bevete molto» sentii dire da mia madre prima di uscire di casa.

«Che ci fa l'auto di Alex, qua fuori?» chiesi sospettosa.

«Ci serviva ad entrambe un passaggio, così ho chiesto ad Alex e ha detto che per lui non c'era problema, quindi ora sali su quella macchina prima che ti trascino» disse Gwen. Entrambe salimmo in macchine. Alex mi guardava dallo specchietto senza fiatare, ma entrambi eravamo imbarazzati per via del bacio. Gwen invece parlava di qualcosa a me incomprensibile, tentando di alleggerire la tensione. Alex parcheggiò poco distante dal locale, e tutti e tre entrammo in religioso silenzio nella discoteca. Un sacco di luci blu e rosse vagano per il locale. Gwen andò diritta verso il bancone degli alcolici mentre io ed Alex osservavamo la pista da ballo. Seguii Gwen verso il bancone ed ordinai un Sex on the Beach.

Gwen ed io ci stavamo scatenando in pista come matte quando mi sentii afferrare per i fianchi e venire a contatto con un petto muscoloso.

«Io e te dobbiamo parlare» disse Alex vicino al mio orecchio.

«okay» dissi soltanto. Fui trascinata dalla sua mano possente che mi teneva per il polso,fuori dal locale.

«Cosa c'è?» chiesi.

«Dobbiamo chiarire per il bacio» disse incrociando le braccia al petto.

«Cosa c'è da chiarire? Era solo un bacio. » dissi piuttosto incerta.

«Per te significa qualcosa?» chiese Alex

«Per te?» chiesi di rimando.
Entrambi rimanemmo in silenzio finché Alex non decise di parlare.

«Allora» disse grattandosi la nuca «Vuoi far pace con me?» chiese guardandomi intensamente.

«Si» dissi sorridendo flebilmente. Fui travolta dalle sue braccia muscolose, mentre mi baciava dolcemente i capelli.

«Non sai quanto mi sei mancata» sentii sussurrare da Alex, prima di perdermi nel suo profumo, completamente...

***
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-Robs

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora