Capitolo 24

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«Ed è per questo che moltiplicando i cateti otterremo il risultato pari a 1978 cm» disse il professore scarabocchiando alla lavagna.

«Te hai capito qualcosa?» mi chiese
Janette.

«No» dissi continuando a scarabocchiare

«Ehi che hai?» chiese con la sua solita voce stridula.

«Niente mi sto annoiando» dissi sbuffando. Finalmente la campanella suonò, e corsi subito fuori dall'aula.

«J» mi richiamò Alex.

«Dimmi» dissi voltandomi verso di lui.

«Oggi a che ora esci da scuola?» chiese affiancandomi.

«Alle 13, tu?» chiesi.

«Anch'io» disse felice «Ti va se ti porto da Choco's stasera?» chiese.

«Perché?» chiesi alzando un sopracciglio.

«Ehm, non so se questo è il posto adeguato, né il modo adeguato per dirtelo. Ma ti va di uscire insieme a me? Sai per conoscerci meglio» chiese impacciato «puoi anche non acc..» continuò ma lo bloccai.

«Okay, accetto, ma solo se evitiamo di andare da Choco's» dissi incrociando le braccia al petto.

«Perché?» chiese alzando un sopracciglio.

«Perché Choco's è il locale più costoso della città, e non mi va che per una serata spendiamo tanti soldi» dissi.

«Oh, ma andiamo. Pagherò tutto io, guai a te se cacci anche solo un centesimo. Andiamo da Choco's punto e basta, ti passo a prendere alle 19:30, vestiti elegante» disse Alex per poi scomparire dietro all'angolo senza darmi la possibilità di replicare.

«Uff» sbuffai tra me e me. Mentre un nodo si stringeva sempre di più nello stomaco.

**

«Tesoro sei bellissima» disse mia madre appoggiata allo stipite della porta.

«Mh» mugugnai fissandomi ancora nello specchio. Il lungo abito blu notte, mi fasciava le forme fino ai piedi. Isabelle si era offerta gentilmente di truccarmi. I miei occhi erano contornati dal mia e le labbra erano rosse.

«J, hanno bussato, scendi su!» urlò Isabelle dal piano inferiore.

«Andiamo» dissi fra me e me. Presi la pochette e scesi con calma al piano inferiore.

Alex's POV
Vidi scendere Jane dal piano superiore, in tutto il suo splendore. L'abito blu le metteva in risalto gli occhi raggianti come gemme, mentre il suo viso era più che stupendo. I suoi occhi si scontrarono coi miei e per diversi secondi mi si mozzò il respiro.

«Trattamela bene» disse il signor Roosevelt dandomi una pacca amichevole sulla spalla.

«Non si preoccupi signore. Arrivederci» dissi prendendo la mano di Jane e portandola fuori.

«Sei bellissima» le sussurrai all'orecchio, vedendo la sua pelle bianca riempirsi di brividi.

«Grazie» rispose arrossendo leggermente. Salimmo sulla mia auto, ed un silenzio piacevole si mise fra di noi.

«Alex» sentii dire da J.

«Dimmi» dissi volandomi facendo sempre attenzione alla strada.

«Questo è un appuntamento?» chiese balbettando.

«Tu vuoi che lo sia?» chiesi di rimando.

«Si» sussurrò

«Si» sussurrai.

Arrivammo da Choco's, diedi le chiavi dell'auto al parcheggiatore e misi una mano dietro alla schiena di Jane. Entrammo nel locale ed un cameriere ci condusse gentilmente al tavolo. Jane era nervosa, ed anche io, ma il solo guardarla mi rendeva più tranquillo.

Dopo la cena aveva una sorpresa in serbo per Jane.

«dove andiamo ora?» chiese Jane con la sua dolce voce.

«Tu chiudi gli occhi ti porto io» dissi con voce roca per poi portarla verso un laghetto lì vicino.

«Pronta?» chiesi vicino al suo orecchio. Jane annuì soltanto. Le levai le mani dagli occhi. La sua espressione era esterrefatta mentre guardava di fronte a se.

«Oddio» sussurrò.

«Ti piace?» chiesi

«Si» disse contenta.

«Beh, perché non è finita» dissi portandola verso un tendone lì vicino.

«Jane ti presento il signor Jackwold» dissi indicando il signor anziano lì vicino.

«Salve» disse educatamente Jane stringendogli la mano.

«È tutto pronto?» chiesi.

«Certo signor Stole, seguitemi» disse facendoci strada verso la sorpresa di Jane.

«non ci posso credere!» esclamò Jane portandosi le mani in faccia.

«Spero che ti piacciano le mongolfiere» dissi mentre salivamo su di essa.

«Ci vediamo fra un ora signor Stole» disse il signor Jackwold «Mi raccomando Jim fai attenzione alla mongolfiera» disse rivolto al ragazzo che ci avrebbe assistito durante il volo.

«Alex è stupendo» disse Jane con gli occhi lucidi mentre salivamo sempre di più.

«Speravo che lo dicessi. Sai mio padre è amico del signor Jackwold, volevo qualcosa che ti sorprendesse così ho chiamato lui» dissi scrollando le spalle.

«Ma avrai speso un sacco» disse mortificata.

«Credimi Jane per te farei questo ed altro» dissi fissandola intensamente.

«È stupendo qua su» disse fissanti tutte le luci della città di Rolling Hills che c'erano sotto di noi.

«Ecco perché ho deciso di portarti. Non sono stati facili questi mesi, dopo la morte di Sarah, ecco perché ho deciso di farti dimenticare i problemi per un attimo» dissi.

«Sai, stando vicino al cielo mi sembra di star più vicina a lei» disse scrollando le spalle.

«Lo so» sussurrai abbracciandola.

«Alex» mi richiamò. Mi girai verso di lei, fissando le sue iridi immense. In quel preciso istante era come se tutte le stelle del cielo si fossero mescolate nei suoi occhi, mentre col suo sguardo da bambina mi guardava innocentemente. Non parlavamo. Ci guardavamo soltanto. E senza esitare poggiò le sue labbra calde sulle mie tiepide. In quella fredda notte tra le nuvole.

***
Spazio autrice
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IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora