Capitolo 32

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Il ticchettio della pioggia mi aveva sempre rilassata. In inverno amavo sedermi vicino alla finestra con la mia camomilla zuccherata e il libro dei sonetti di Shakespeare.
Amavo guardare le persone che correvano per ripararsi dalla pioggia.
Amavo guardare gli amanti che si baciavano fradici.
Amavo guardare le foglie spazzate via dal vento forte, ma più di tutto amavo il modo in cui la pioggia scendeva lungo la mia finestra. Era come se rappresentasse le mie lacrime.
A volte i giorni di pioggia aiutano a pensare. È come se ti fermassi un attimo mettendo la tua vita in stand-by e riflettendo su di essa. Riflettendo su Alex, Sarah, la mia vita, Gwendoline e sull'omicidio di Sarah.
Forse avrei dovuto lasciar stare, forse mi sarei dovuta arrendere. Forse non avrei dovuto coinvolgere Alex nelle indagini. Forse la mamma di Sarah nasconde realmente qualcosa o forse ha una vita da normale casalinga.

Forse forse forse...
Tutte parole.
Tutti pensieri.
Buttati al vento. Sprecati per problemi inutili. Per persone inutili.

Decisi di prendermi un poco di tempo per me. Per pensare a me e ad Alex come partner. Per pensare a Sarah e a Gwen. Gwen!
Dovrei chiamarla almeno per chiarire le cose, ma non vuole parlare con me.
Per distrarmi andrò a fare una passeggiata.
Scesi le scale in fretta ed uscii mentre mia madre mi urlava disperatamente di portarmi l'ombrello perché avrebbe piovuto.
Camminai molto. Forse troppo. Quando mi fermai era buio e stavo in un parco giochi per bambini.
Decisi che era l'ora per tornare a casa ma qualcosa mi bloccò.
Era Alex. Stava in un angolo buio del parco con una ragazza. Non la stava solo guardando, si stavano baciando e sembravano molto intimi.
Avvertii come un tradimento. Mi aveva tradita? Ma io e lui eravamo niente. L'unico motivo per il quale stavamo insieme era per Sarah, ma lì in preda a non so esattamente quali sentimenti decisi di fare una cosa. Era ora di smetterla di cercare fantasmi nel nulla e di chiudere quella folle e malsana collaborazione con Alex.
Meglio tardi che mai. Giusto?
Mentre continuavo a camminare una mano mi afferrò. Era Alex.

"Che vuoi tu?" Dissi con tono scontroso.

"Hei cos'hai? Il ciclo?" Disse con un sorrisetto furbo.

"Alex che cazzo vuoi?" Dissi incrociando le braccia.

"J ti ho vista tornare da sola a casa e volevo accompagnarti. Non è sicuro per te girare da sola a quest'ora"  rispose con tono gentile.
Quanto avrei voluto credere a quel tono dolce, ma era ora di terminare e così avrei fatto.

"Alex sai cosa c'è? Che io non ti voglio più nella mia vita. É stato divertente collaborare al mistero di Sarah, ma la verità é che non c'è nessun mistero. É tutta nella nostra testa. Smettiamola prima di farci male." Risposi fredda.
Alex era di pietra. Non si muoveva. Mi guardava solo con i suoi enormi occhi glaciali, come se avesse voluto uccidermi.

"Va se é questo che vuoi" disse lasciandomi il polso.

"Si" dissi flebilmente.
Mi girai e me ne andai.

Una parte di me sperava mi corresse dietro, ma era Alex non l'avrebbe mai fatto. Continuai a camminare finché una persona non mi afferrò portandomi in un vicolo. Una mano mi bloccava e l'altra mi premeva il panno bianco contro la bocca. Dopo il buio.


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Angolo autrice:
Heiii i'm back
Spero vi piaccia il continuo.❤️
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-Robs

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora