Capitolo 5

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«Cos'è successo a chi?» chiese Joshua.
«Sarah Jefferson» ripetei io.
«Amico mi dispiace, ma non so chi sia questa Sarah» disse Joshua alzando le spalle.
«È una ragazza che è stata uccisa ultimamente, tu sai qualcosa?» chiese Alexander
«No, ma posso provare a chiedere a Derek» propose
«Va bene amico. Fammi sapere se scopri qualcosa»disse Alexander salutandolo con una stretta mentre io mi limitavo ad un 'ciao' con la mano.
«chi è Derek?» chiesi appena Joshua scomparve dalla visuale.
«il suo superiore» spiegò «adesso andiamo a casa mia» disse prendendomi per mano e trascinandomi fino a casa tua.
«Vogliamo guardare un film?» chiese Alexander appena entrammo.
«Certo, poi a ora di cena me ne vado»dissi levandomi il giubbotto e appoggiandolo sull'attaccapanni.
«No!» urlò «Cioè intendo dire, resta anche a cena»disse grattandosi il collo imbarazzato.
«devo chiamare ai miei genitori per informarli, ma credo che diranno di sì» dissi prendendo il telefono e digitando il numero di mia madre.
«Pronto?»
«Mamma, potrei restare a mangiare da Alexander oggi?» chiesi speranzosa.
«Certo tesoro» disse «ma mi raccomando, fai la brava»
«si mamma ciao» dissi velocemente attaccando il telefono.
«ha detto di sì» dissi sorridendo.
«fantastico» disse
«ora passiamo all'argomento Sarah» dissi sedendomi affianco al lui sul divano.
«Avevo pensato di creare una specie di quaderno degli appunti, dove scrivere tutto ciò che scopriamo sul caso di Sarah» spiegò Alexander.
«okay, mi sembra un idea grandiosa» dissi. Alexander si alzò per prendere un quadernino piccolo, con la copertina blu scura. Iniziò a scrivere qualcosa sugli spostamenti di Sarah, ma io non ci feci caso poiché ero intenta a guardarlo. Il suo viso era contratto ed una piccola rughe tra si formava sul suo viso ogni tanto.
«Se ami così tanto guardarmi posso inviarti una mia foto»disse sarcastico puntando il suo sguardo su di me.
«Cosa?! A me non interessa guardarti. Stavo guardando solo ciò che stavi scrivendo» dissi mentre le mie guance si coloravano di rosso
«Si certo» disse continuando a scrivere. Lasciai perdere il discorso è finalmente decisi  di guardare altro.
«Allora che film vuoi guardare?» chiese chiudendo il quaderno.
«Uhm, Ruby Red?» chiesi esitante
«Va bene» acconsentì lui.
Il film iniziò, ma per tutto il tempo sentii lo sguardo di Alexander puntato su di me. Vidi con la coda dell'occhio che i miei sospetti erano veri, così mi girai facendo incrociare il mio sguardo col suo.
«Perché mi guardi?» chiesi con tono basso.
«Perché tu ti sei accorta che ti stavo guardando?» chiese di rimando
«Perché anche io ti stavo guardando» confessai.
«Bene, allora guardiamoci a vicenda» disse facendomi ridacchiare alla fine della frase.
«Si certo» dissi
«Che ora sono?» chiese.
«Ti sembro l'orologio?» sbottai sarcastica. Lui mi fece la linguaccia per poi prendere il mio telefono e guardare l'orario.
«Sono le 20:00 io ordino le pizze tu continua pure a guardare il film» disse prendendo il cordless di casa e digitando dei numeri. Io continuai a guardare il film anche se la mia mente era attenta solo su di lui, che si trovava verso la fine della stanza.
«Arriveranno tra 15 minuti» annunciò accomodandosi affianco a me.
«Alexander, ma i tuoi genitori?» chiesi notando l'assenza dei due signori in casa
«Sono a Phoenix per lavoro, dovrebbero tornare tra una settimana o giù di lì» disse con nonchalance.
«Ti mancano?» chiesi girandomi con busto verso di lui.
«Certo, ma ormai sono partiti così tante volte che ci ho fatto l'abitudine» disse. Rimanemmo in silenzio finché non sentimmo il campanello suonare ed Alexander si avviò alla porta per aprire.
«Jane le pizze» urlò dalla cucina.
«Arrivo» urlai in risposta. Mangiammo la pizza in religioso silenzio scambiandoci solo sguardi.
«Alexander potresti accompagnarmi a casa o ti dispiace?» chiesi ingoiando l'ultimo pezzo.
«No, tanto lo avrei fatto comunque» disse alzandosi dalla sedia.
«Perché?» chiesi sorpresa.
«È galanteria» disse con un tono superfluo. Mi accompagnò a casa in auto, e durante il tragitto non facemmo altro che parlare di Sarah e della sua morta.
«Ci vediamo domani, Alex»
«Ci vediamo domani, Jane»

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora