Capitolo 18

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Jane's POV
Dopo aver discusso con Alex decisi di fare una passeggiata per schiarirmi le idee, ma purtroppo i miei pensieri mi hanno offuscato la mente e sono finita dall'altra parte della città, di cui non conosco quasi niente. Mi fermai vicino ad un angolino mentre cercavo la linea per chiamare a mia madre. Fui travolta da una persona abbastanza massiccia che mi catapultò sull'asfalto.

«Hei! Guarda dove vai!» dissi notando che lo sconosciuto era finito sopra di me.

«Scusami ero distratto» disse la voce mascolina alzandosi e porgendomi la mano per tirarmi su. Solo quando mi alzai notai i suoi bellissimi occhi color miele che si abbinavano perfettamente ai suoi capelli biondo cenere.

«Piacere, io sono Hidden tu sei?» chiese fissandomi ed abbozzando un sorriso.

«Piacere, Jane» dissi ricambiando quella specie di sorriso.

«Ti va se ti offro un caffè, per rimediare alla botta che ti ho fatto prendere» disse grattandosi imbarazzato la nuca.

«Mi farebbe piacere, ma adesso dovrei tornare a casa, mi sono persa e credo sarà difficile trovare la strada del ritorno» dissi e mi girai sentendo Hidden salutarmi da lontano.
Dopo un paio di minuti la sera stava iniziando a calare ed ero seriamente preoccupata di non trovare la via del ritorno. Un clacson iniziò a bussare facendomi sobbalzare, puntai i miei occhi verso la fonte del rumore. La macchina di Alex era lì e lui mi faceva segno di salire in macchina. Per quanto il mio orgoglio non volesse i miei piedi stavano già salendo sulla BMW.

«Ma sei impazzita, sei a quest'ora nel bel mezzo di un vicolo dall'altra parte della città. Hai idea di quanto sia rischiosa?» chiese Alex appena chiusi la portiera.

«Alex ti prego non farmi la predica» dissi guardando fuori dal finestrino.

«Jane mi dispiace per ciò che è successo, non era mia intenzione, nasconderti il problema di Sarah, ma credimi ci tengo a te, e non sopporto l'idea di non parlarti..» disse sbuffando, ma io non lo degnavi di uno sguardo.

«Ti prego parlami» supplicò «Il fatto che non mi parli mi fa arrabbiare ancora di più del fatto che mi eviti» disse stringendo con forza il volante .

«Io dovrei essere quella arrabbiata!» sbottai esausta.

«J, ti prego facciamo pace» supplicò prendendomi la mano sinistra e stringendola forte.

«Alex, come pretendi che io ti perdono dopo ciò che mi hai nascosto? » dissi levando la mano dalla sua.

«J, mettiti nei miei panni, cosa avresti fatto se una persona ti avesse chiesto di mantenere di non dire niente a nessuno di un suo segreto personale. Avresti fatto la pettegola e lo saresti andata a dire a tutti?» chiese ironico.

«No, certo, ma cazzo Alex, Sarah era la mia migliore amica. Potevi almeno dirmelo» sbuffai.

«Jane, credimi Sarah aveva paura di perderti per questo suo segreto ecco perché non te lo ha detto» disse Alex.

«Allora quanti altri segreti mi avrà nascosto? Sicuramente sa più cose un estraneo di Sarah che io» dissi con un sorriso amaro.

«Lei ti voleva bene» disse Alex fissandomi.

«Se mi avesse voluto bene me lo avrebbe detto» dissi scocciata.

«Aveva paura di essere giudicata» tentò di giustificarla Alex.

«Da me? Dalla sua migliore amica? Beh, bell'opinione che aveva di me» dissi appoggiando con forza la schiena al sediolino.
Dopo alcuni secondi di silenzio Alex, parcheggiò affianco a casa mia.

«Ti voglio bene J. Voglio far pace con te» disse Alex prendendomi la mano per la seconda volta.

«Alex dovrai riconquistarti la mia fiducia, perché di te, ormai non mi fido più» dissi per poi aprire lo sportello e rientrare in casa.

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«J, ti stava cercando un ragazzo sul retro» Disse Cameron, un mio compagno di classe, fermandomi in mezzo al corridoio, straripante di studenti.

«Sai chi era?» chiesi alzando un sopracciglio.

«No, mi ha detto solo di informarti che lui ti aspetta sul retro.» disse Cameron prima di andarsene.

Incuriosita andai verso il retro, ma nessuno era lì ad attendermi. Camminai per un altro po' e davanti a me trovai un grossissimo cartellone, ricoperto di 13  candele. Sopra c'era scritto.

"So che questo non basterà per farmi perdonare, ma volevo farti capire che io a te ci tengo.
-Alex"

Era una cosa molto dolce. Sapevo che Alex teneva a me abbastanza da non volermi perdere, ma il fatto che mi abbia tenuto nascosto il segreto di Sarah mi ha ferita.

«13 candele. 13 come gli anni che siamo amici, 13  come tutte le volte che mi hai segnato di uno sguardo, 13 come le stelle che guardavo ieri quando pensavo a te, 13 come il giorno in cui ci siamo conosciuti» disse Alex sbucando da dietro di me.

«So che questo non basterà per farmi perdonare, ma volevo farti capire che io a te ci tengo» disse leggendo la frase scritta sul grande cartellone.

«So che ci tieni Alex» dissi evitando il suo sguardo.

«So che ciò che ho fatto è sbagliato, ma mi dispiace» disse implorandomi con lo sguardo

«Sai Alex, non sono quel tipo di persona che perdona così facilmente. Te l'ho già detto il mio perdono te lo dovrai guadagnare» dissi girando i tacchi per andarmene.

«Ci riuscirò prima o poi» urlò quando ormai ero già lontana.

Spero davvero che tu ci riesca prima che poi...

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IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora