Capitolo 12

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«Jane» sentii dire da una voce alla mia sinistra mentre ero sommersa in un sonno profondo.

«Jane!» continuò la voce scuotendomi. Mi decisi ad aprire gli occhi e a farli scontrare con la figura di Alex.

«Mh, che ore sono?» mugolai.

«Sono le 7:00. Su alzati che dobbiamo andare a scuola se no faremo tardi» disse alzandosi dal letto. «vestiti, ti aspetto di sotto per la colazione» disse per poi uscire dalla camera. Mi alzai di malavoglia dal letto, e presi dal borsone alcuni vestiti a caso, per poi andare nel bagno. Una volta che ebbi finito di lavarmi scesi di sotto per fare colazione. La tavola era piena di pancakes, biscotti, latte e cerali.

«Grazie Alex per la colazione, ma non credo di riuscire a mangiare tutto» dissi rivolta al moro.

«Fa niente, tanto se non mangi tu ci penserò io» disse lui alzando le spalle. «io mi vado a vestire tu fa come se fossi a casa tua» disse Alex per poi salire le scale e andarsene in camera. Presi una tazza di latte e ci immersi una decina di cereali all'interno. Dopo circa 10 minuti quando stavo assaporando l'ultima cucchiaiata di quei deliziosi cereali, Alex fece la sua entrata d'effetto in tutto il suo splendore, con indosso una maglia grigia aderente ed un jeans nero stretto. Iniziai a sputare cereali dalla bocca.

«Ehi stai bene?» chiese Alex venendo dietro di me e dandomi alcuni colpetti sulla schiena.

«Si sì sto bene» dissi pulendomi la bocca con un tovagliolo.

«Dai su andiamo» disse Alex prendendomi al mando e portandomi verso la sua auto. Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso e rilassante. Nessuno dei due parlava mentre ci preparavamo psicologicamente a passare 6 lunghissime ore in quell'inferno chiamato, scuola.
Scendemmo dall'auto e ci incamminammo all'unisono verso l'edificio.
Sophia ci aspettava al centro della scuola circondata da alcune galline, dai giocatori della squadra di football e dal suo nuovo ragazzo, Brad Jefferson. I due si tenevano mano nella mano, ma Sophia sembrava presa da Alex più che da Brad.

«Alex io vado a prendere i libri nell'armadietto» dissi.

«ti accompagno» si offrì.

«no, non ti preoccupare, ci vediamo ad ora di pranzo» dissi andando verso il mio armadietto. Come era solita Gwendoline mi aspettava appoggiata all'armadietto adiacente al mio.

«Hei Gwen» la salutai mentre aprivo l'armadietto.

«Hei J. Hai visto quella Troia di Sophia come sta attaccata a Jefferson» disse lei abbastanza irritata.

«non è affar mio ciò che succede a quell'essere» dissi prendendo i libri delle prime tre ore.

«Non ti insospettisce che da un giorno all'altro Brad si sia fidanzato con Sophia?» chiese lei attirando la mia attenzione.

«Onestamente, no. Ma vedo che a te interessa dato che continua a guardare Sophia come se volessi ucciderla» dissi appoggiando la spalla all'armadietto.
«Andiamo dimmi cosa succede» dissi guardandola.

«Niente è che Brad è troppo dolce per stare con quella vipera» disse stizzita.

«E tu sei troppo gelosa» dissi ridacchiando.

«non è vero!» esclamò subito lei.

«Oh,sì! Che è vero» dissi ridacchiando ancora.

«No! Basta Jane non ne voglio parlare» disse.

«Okay, va bene andiamo in classe» dissi prendendola sotto braccio ed andando verso l'aula di letteratura inglese.

***

«Ah! Adorata campanella finalmente sei suonata!» Esclamò Gwendoline appena uscimmo dall'aula.

«Oh, andiamo Gwendoline non è stato così male» dissi scrollando le spalle.

«Credimi preferirei andare al patibolo piuttosto che stare 3 ore ad ascoltare quel sottospecie di vegetale» disse lei.

«Gwendoline! La signora Tenney è una donna di tutto rispetto» la richiamai.

«sì certo! Come no» borbottò lei alzando gli occhi al cielo.

«Adesso che abbiamo?» chiesi cambiando argomento.

«Educazione Fisica, sarà meglio andare» disse Gwendoline. Insieme andammo negli spogliatoi e prendemmo dall'armadietto il solito completo, ovvero una maglietta rossa con un pantaloncino nero. Una volta cambiate, andammo nella palestra, dove come al solito c'era anche in altra classe ad attenderci. La 5C. La classe di Alex. Abbiamo educazione fisica insieme quindi non ne una novità che Alex mi veda fare allenamento, ma chissà perché questa volta ero più agitata. Il professore soffiò nel fischietto e tutti quanti iniziammo a correre per la palestra. Dopo circa 9 giri di corsa il professore iniziò a fare le squadre per giocare a calcio. Io come era mio solito, fui scelta per prima da Noah. Ero un vero fenomeno a calcio, ecco perché ero sempre scelta per prima, da chiunque. Il professore fischiò e iniziammo subito a giocare. Alex aveva la palla, riuscì a prenderla facendogli un tunnel e corsi diritta verso la porta dove feci un bel goal di punta. Noah mi corse incontro prendendomi in braccio e tutta la squadra lo seguì.

«Ehi Roosevelt, non male» richiamò la mia attenzione Alex.

«Grazie Stole» dissi ridacchiando. Finalmente anche quell'ora finì e tutta la popolazione studentesca di diresse verso la mensa. Sentì il telefono vibrare così lo presi per leggere il messaggio.

"Ho preso due pass per il corridoio, saltiamo la prossima ora. Ti aspetto in cortile appena suona la campanella.
-Alex"

Non so perché, ma questo messaggio mi preoccupa, e non poco...

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Spazio Autrice
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IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora