Capitolo 23

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«Jane» sentii urlare da Isabelle

«Che c'è?» mugugnai

«c'è una visita per te» disse Isabelle. Di malavoglia mi alzai dal letto e non curante del mio aspetto raggiunsi il piano di sotto. Ad aspettarmi nell'atrio trovai la signora Jefferson la quale aveva un aspetto piuttosto nervoso. La signora Jefferson si accorse della mia presenza e mi fece un cenno con la piccola mano.

«Buongiorno signora Jefferson cosa ci fa qui?» chiesi interdetta

«Volevo parlarti di ciò che è successo la scorsa volta» disse imbarazzata.

«Va bene, venga sediamoci in salone» dissi facendole strada

«Allora mi dica» dissi sedendomi affianco a lei.

«Beh ecco, vedi Jane.. Sono piuttosto preoccupata ed ho dei sospetti da quando Brian mi ha detto la verità» confessò grattandosi le mani.

«Che tipo di sospetti?!» chiesi alzando un sopracciglio

«Ho paura che Arthur abbia ucciso Sarah, lo so, può sembrare paranoico, ma non so qualcosa mi fa credere che sia stato lui» disse lei mentre i suoi occhi iniziavano ad inumidirsi.

«Signora Jefferson, non so chi sia il vero colpevole, so soltanto che il signor Jefferson ora sarà fra la lista dei sospettati» dissi mordendomi l'interno guancia.

«Il problema, mia cara Jane, è che io amo mio marito. Arthur ed io, ci siamo sempre voluti bene, sempre. Anche se a un certo punto il matrimonio si rompe e l'amore viene rimpiazzato dal bene, io l'ho sempre amato, e mi fa male sapere che lui mi tradiva con nostra figlia, o che addirittura potrebbe essere il suo assassino» disse la signora Jefferson facendosi scendere una lacrima.

«So quanto bene vuole a suo marito, ma non per questo deve tentare di giustificarlo o di proteggerlo. Signora Jefferson, qua stiamo parlando di un omicidio serio. Se il signor Jefferson ha ucciso Sarah lo scopriremo ed a quel punto verrà arrestato» dissi stringendole la mano.

«Grazie Jane. Ti volevo dire solo un ultima cosa e poi vado via. Scopri il colpevole e fagliela pagare, perché per quanto Arthur possa aver sbagliato non farebbe mai del male al sangue del suo sangue» disse la signor Jefferson, guardandomi con i suoi occhi luccicanti.

«Io ed Alex scopriremo il colpevole» la rassicurai. Dopo averla accompagnata alla porta ed esserci salutate, salii in camera da letto e mi vestii. Uscii per andare a casa di Alex. Di tutta fretta entrai nella metropolitana e scesi alla fermata.
Bussai al campanello sperando che Alex fosse sveglio.

«che ci fai qui Jane?» chiese Alex stordito.

«Dobbiamo parlare» dissi entrando

«Okay, dammi il tempo di prendere i cookie e sono subito da te» disse andando verso la cucina.

«Allora.. Di cosa dobbiamo parlare?» chiese sedendosi affianco a me sul divano.

«Dobbiamo scoprire se è stato il signor Jefferson ad uccidere Sarah o qualcun'altro» dissi decisa.

«Tu hai altri sospetti?» chiese Alex.

«Sophia» dissi soltanto.

«Perché?» chiese alzando un sopracciglio.

«Non so, qualcosa mi dice che lei c'entra» dissi abbassando lo sguardo.

«Ci servirebbero i risultati dell'autopsia per vedere se c'è del DNA, ma questo noi non lo possiamo fare dato che non abbiamo né il corpo di Sarah, né gli strumenti» disse Alex.

«Forse si, Forse no» dissi sorridendo impercettibilmente.

***
«Ancora non so come mi hai convinto a fare questo» disse Alex stanco.

«Shh, fai silenzio! Potrebbero sentirci» dissi continuando a camminare.

«Perché fra tutte le persone del mondo devo avere un amica come te» disse lamentandosi ancora

«Ed io che ne so?! Adesso fa silenzio se ci sentono siamo spacciati» dissi. Entrammo di soppiatto nella stanza delle autopsia. Alla fine della stanza c'erano un sacco di sportelli, tipo quelli che si vedevano nei film di medicina. Andai di soppiatto verso di loro. Su ogni cassetto c'era scritto un nome. Feci vagare il mio sguardo finché non trovai il nome "Sarah Jefferson". Aprii lo sportello e lo trascinai in avanti. La mia migliore amica giaceva lì immobile, mentre davanti ai suoi piedi c'era una cartella. Presi la cartella, e richiusi lo sportello, mentre mi scendeva una lacrima.

«Andiamo»disse Alex prendendomi la mano. Proprio mentre stavo per afferrare la maniglia della porta essa so aprì mostrando due medici. Alex di botto mi trascinò dietro ad un bancone nascondendomi.

«Lo avevo detto che non era una buona idea» bisbigliò arrabbiato.

«Ora ce ne andiamo. Aspettiamo solo che se ne vadano anche loro
Dopo diversi minuti i medici uscirono dalla stanza ed insieme ad Alex, li seguimmo di soppiatto. Girammo per l'ospedale finché non trovammo la porta d'uscita e ce ne andammo.

«Te lo giuro Jane, non mi farò più coinvolgere in queste cose» disse Alex. salimmo sulla sua BMW, e ci dirigemmo verso casa sua.

«Jane, apri la cartellina e vedi cosa c'è scritto» mi ordinò Alex.

«"Il soggetto Sarah Jefferson, di età 19, residente in Truman Street, non presenta rilevamenti di DNA. Per quanto non possiamo avere ulteriori informazioni"» lessi ad alta voce.

«Questo com'è possibile?» chiese Alex esterrefatto.

«Non lo so, spero solo di trovare quel bastardo» dissi chiudendo la cartellina arrabbiata.

***
Spazio autrice
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IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora